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Astronauti all'arrembaggio di un

NEO!

 

 
 

Intercettare ed atterrare sul Near Earth Object, l'asteroide  2000SG344. E non si tratta di fantascienza

di Margherita Campaniolo

 

 
 

Fine settembre 2030: possibile data d'impatto con l'asteroide 2000SG344. Così si era temuto qualche anno fa ma il NEO (Near Earth Object) in questione, il nemico da tenere d'occhio con trepidazione e che oggi  ha perso, agli occhi degli scienziati che lo monitorizzano, la sua pericolosità e quella fama che era da far tremare non ci sta a (ri)passare inosservato ed infatti torna sotto i riflettori del mondo perché scelto dalla Nasa per una missione che, se di successo, farà fare agli  uomini un balzo in avanti di notevole importanza nelle conquiste scientifiche ed astronautiche, superiore a quello dello sbarco sulla Luna e lui verrà ricordato in eterno come il primo asteroide ad essere stato preso al lazzo e cavalcato dall'uomo.

 

Come accadrà tutto ciò? E quali i motivi di questa scelta?

La notizia è stata diffusa con grande, e giusta, enfasi, dai progettisti della missione, appoggiata dall'amministrazione Bush, che sarà illustrata il mese prossimo, a quanto si dice, in un articolo sulla rivista Acta Austronautica (Giornale dell'Accademia Internazionale d'Astronautica).

 

Come

Ingegneri del Johnson Space Center di Houston e dell'Ames Research Center in California pensano di utilizzare, per l'impresa, la navetta Orion, lanciata da un missile Ares (entrambi progetti in fase di realizzazione anche per le future missioni sulla Luna). Sarà una missione che durerà per un periodo che potrà oscillare dai tre ai sei mesi, al fine di raggiungere, atterrare, operare sull'asteroide e tornare sulla Terra. Il viaggio d'andata sarà di circa una settimana; raggiunto l'obiettivo l'Orion si porrà in stretto assetto attorno all'asteroide (la gravità dell'oggetto è quasi zero) poi, forse mediante ancore, catturerà l'oggetto e vi farà atterrare degli astronauti. Essi vi permarranno per un periodo tra i sette ed i quattordici giorni. 

Descritta in questo modo appare essere una missione piuttosto semplice ed invece si tratta di un'operazione molto impegnativa: il NEO ha un diametro di soli 37 metri  e viaggia a più di 45.000 chilometri all'ora.

 

 

Perché

Ne sono stati indicati alcuni di sicuro, grande valore scientifico. Prossimi ad affrontare l'odissea marziana questa missione:

1. ci darebbe indicazioni chiare sugli effetti psicologici delle missioni a lungo termine sull'equipaggio;

2. ci permetterebbe di raccogliere dati sui rischi che comporta l'operare nello spazio profondo;
3. metterebbe alla prova la strumentazione di nuova concezione in grado, ad esempio, di convertire il ghiaccio del sottosuolo di acqua potabile;
4. ci consentirebbe di raccogliere campioni che possono aiutarci a comprendere meglio l'origine del sistema solare;

5. è il modo migliore per difenderci dagli asteroidi

Rob Landis, ingegnere al Johnson Space Center e coautore del progetto ha dichiarato: "Non ha senso, dopo aver deciso di andare sulla Luna, avviare un progetto per raggiungere un NOA? Il nostro progetto indica che è perfetto provare l'impresa dopo essere stati sulla Luna. Un asteroide, un giorno, potrebbe essere in rotta di collisione con la Terra..."

 

Ricostruzione grafica dell'avvicinamento di Apophis alla Terra

Credit Science Photo Library

 

A nostro avviso quell'ultimo punto basta da solo a giustificare l'impegno economico e scientifico di tale missione che tanto ricorda quelle di film di genere fantascientifico-catastrofico di recente memoria ma che illustrano un evento tutt'altro che improbabile. Se è improbabile avvenga un impatto ad opera di 2000SG344 (un sasso della potenza di 1,06 Megatoni) come del suo famoso collega Apophis, ovvero 99942 Apophis 2004MN4 (5,1 Megatoni) le cui scale Torino (indice di pericolosità d'impatto con la Terra) sono oggi pari a zero; se non preoccupa nemmeno l'asteroide 2007VK184 con una scala Torino di 1, (il più attenzionato) ma il cui indice di pericolosità entro la data del suo prossimo avvicinamento alla Terra (03/06/2048) molto probabilmente scenderà anch'essa a zero, sono milioni i corpi celesti che vagano nel nostro sistema solare. Trovarsi a fronteggiare l'eventualità di un impatto, senza risposte adeguate, non penso sia degno di una specie intelligente che si appresta a colonizzare lune, pianeti.

Asteroide 253 Mathilde

Credit Jet Propulsion Laboratory (JPL) in Pasadena, California; Near-Earth Object program


"I Near Earth Objects sono un potenziale pericolo per la Terra e potrebbe essere un giorno necessario deviare un asteroide dalla sua rotta di collisione con la Terra", ha detto Ian Crawford, uno planetologo del Birkbeck College di Londra. "Avere la capacità in tasca di deviare un asteroide potrebbe essere una buona polizza d'assicurazione per il futuro e, per questo, si desidera sapere di che cosa sono costituiti, come giungere ad appuntamento con loro, e se si rischia, se colpiti, di ottenere a nostra volta una pioggia di detriti non meno pericolosi dell'asteroide intero".

 

Il Cratere di Manicouagan (Canada) L'impatto avvenne tra i 214 e i 206 milioni di anni fa

Credit Jet Propulsion Laboratory (JPL) in Pasadena, California; Near-Earth Object program

 

Gli allarmismi che ogni tanto ci giungono per via di un nuovo "sasso celeste" in avvicinamento sono troppo spesso ridicoli e ingiustificati ma è vero che fa parte del destino della Terra quello di trovarsi, seppur a distanza di millenni, nella stessa rotta di viaggio di questi mostri scuri e oscuri dello spazio che chiamiamo NEO.

Sembra avvicinarsi il tempo in cui, per la prima volta, non li si affronterà totalmente indifesi.

 
     
 

Data: 17 maggio 2008

Autore: Margherita Campaniolo

 

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