Fine settembre 2030:
possibile data d'impatto con l'asteroide 2000SG344.
Così si era temuto qualche anno fa ma il NEO
(Near Earth Object) in questione,
il nemico da tenere d'occhio con trepidazione e che oggi
ha perso, agli occhi degli scienziati che lo
monitorizzano, la sua pericolosità e quella fama che
era da far tremare non ci sta a (ri)passare
inosservato ed infatti torna sotto i riflettori del
mondo perché
scelto dalla Nasa per una missione che, se di
successo, farà fare agli uomini un balzo in
avanti di notevole importanza nelle conquiste
scientifiche ed astronautiche, superiore a quello
dello sbarco sulla Luna e lui verrà ricordato
in eterno come il primo asteroide ad essere
stato preso al lazzo e cavalcato dall'uomo.
Come accadrà tutto
ciò? E quali i motivi di
questa scelta?
La notizia è stata
diffusa con grande, e giusta, enfasi,
dai progettisti della missione, appoggiata
dall'amministrazione Bush, che sarà illustrata
il mese prossimo, a quanto si dice, in un articolo sulla rivista
Acta Austronautica (Giornale dell'Accademia
Internazionale d'Astronautica).
Come
Ingegneri
del Johnson Space Center di Houston e dell'Ames Research
Center in California pensano di utilizzare, per
l'impresa, la navetta Orion, lanciata da un missile
Ares (entrambi progetti in fase di realizzazione
anche per le future missioni sulla Luna). Sarà una
missione che durerà per un periodo
che potrà oscillare dai tre ai sei mesi, al fine di
raggiungere, atterrare, operare sull'asteroide e
tornare sulla Terra. Il viaggio d'andata sarà di
circa una settimana; raggiunto l'obiettivo l'Orion si porrà in
stretto assetto attorno all'asteroide (la gravità dell'oggetto è quasi zero) poi,
forse mediante ancore, catturerà l'oggetto e vi farà
atterrare degli astronauti. Essi vi permarranno per
un periodo tra i sette ed i quattordici giorni.
Descritta in questo modo appare essere una missione
piuttosto semplice ed invece si tratta di
un'operazione molto impegnativa: il NEO ha un
diametro di soli 37 metri e viaggia a più di
45.000 chilometri all'ora.
Perché
Ne sono stati
indicati alcuni di sicuro, grande valore
scientifico. Prossimi
ad affrontare l'odissea marziana questa missione:
1. ci darebbe
indicazioni chiare sugli effetti psicologici delle
missioni a lungo termine
sull'equipaggio;
2. ci permetterebbe di
raccogliere dati sui rischi che comporta l'operare
nello spazio profondo;
3. metterebbe alla prova la
strumentazione di nuova concezione in grado, ad
esempio, di convertire il ghiaccio del sottosuolo di
acqua potabile;
4. ci consentirebbe di
raccogliere campioni che possono aiutarci a
comprendere meglio l'origine del sistema solare;
5. è il modo
migliore per difenderci dagli asteroidi
Rob Landis, ingegnere al Johnson
Space Center e coautore del progetto ha dichiarato:
"Non ha senso, dopo aver deciso di andare sulla
Luna, avviare un progetto per raggiungere un NOA? Il
nostro progetto indica che è perfetto provare
l'impresa dopo essere stati sulla Luna. Un
asteroide, un giorno, potrebbe essere in rotta di
collisione con la Terra..."
Ricostruzione grafica
dell'avvicinamento di Apophis alla Terra
Credit Science Photo Library
A nostro avviso
quell'ultimo punto
basta da solo a
giustificare l'impegno economico e scientifico di
tale missione che tanto ricorda quelle di film di
genere fantascientifico-catastrofico di recente
memoria ma che illustrano un evento tutt'altro che
improbabile. Se è improbabile avvenga un impatto ad
opera di 2000SG344 (un sasso della potenza di 1,06
Megatoni) come del suo famoso collega Apophis,
ovvero 99942 Apophis 2004MN4 (5,1 Megatoni) le cui
scale Torino (indice di pericolosità d'impatto con
la Terra) sono oggi pari a zero; se non preoccupa
nemmeno l'asteroide 2007VK184 con una scala Torino
di 1, (il più attenzionato) ma il cui indice di
pericolosità entro la data del suo prossimo
avvicinamento alla Terra (03/06/2048) molto
probabilmente scenderà anch'essa a zero, sono
milioni i corpi celesti che vagano nel nostro
sistema solare. Trovarsi a fronteggiare
l'eventualità di un
impatto, senza risposte
adeguate, non penso sia degno di una specie
intelligente che si appresta a colonizzare lune,
pianeti.
Asteroide 253 Mathilde
Credit Jet Propulsion Laboratory (JPL)
in Pasadena, California; Near-Earth Object program
"I Near Earth Objects sono un
potenziale pericolo per la Terra e
potrebbe essere un giorno necessario deviare un
asteroide dalla sua rotta di
collisione con la Terra",
ha detto Ian Crawford, uno planetologo del Birkbeck College
di Londra. "Avere la capacità in
tasca di deviare un
asteroide potrebbe essere una buona polizza d'assicurazione per il futuro e, per questo, si
desidera sapere di che cosa sono costituiti, come
giungere ad appuntamento con loro, e se si rischia,
se colpiti, di ottenere
a nostra volta una
pioggia di detriti non meno
pericolosi dell'asteroide intero".
Il Cratere di Manicouagan (Canada)
L'impatto avvenne tra i 214 e i 206 milioni di anni
fa
Credit Jet Propulsion Laboratory (JPL)
in Pasadena, California; Near-Earth Object program
Gli allarmismi che
ogni tanto ci giungono per via di un nuovo "sasso
celeste" in avvicinamento sono troppo spesso
ridicoli e ingiustificati ma è vero che fa parte del
destino della Terra quello di trovarsi, seppur a
distanza di millenni, nella stessa rotta di viaggio
di questi mostri scuri e oscuri dello spazio che
chiamiamo NEO.
Sembra avvicinarsi il
tempo in cui, per la prima volta, non li si
affronterà totalmente indifesi.