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La Posta di Space Freedom ad Alessio Feltri
 

 
 

 

 

Buongiorno sig. Feltri.

 

Ho letto con interesse il suo articolo "Virus" ed altri. Trovo che, in un mondo in cui scienza e gente comune sono così distanti, persone di buon senso possano rappresentare quel "trait d'union" che tanto ci manca.

 

Le dico sinceramente che non condivido il suo "complottismo", ma apprezzo molto il fatto che lei dica francamente quando certe "teorie" sono veramente risibili. Chissà, magari un giorno parleremo anche di fandonie quali "Spazio Infinito", "Big Bang", "Buchi Neri" e "Principio di Indeterminazione dei Quanti" (cose strettamente correlate...).

 

Ma rimaniamo ai virus:

 

Un bel giorno e' nata la vita. Non ci e' dato di sapere cosa sia nato, alla faccia di tante teorie, probabilmente due atomi disgraziati si sono uniti, formando un primitivo gene, per poi separarsi subito dopo, poiché hanno trovato partners più attraenti, per poi ritrovarsi nella stessa situazione di prima (cicli e ricicli della storia...).

 

Ora, probabilmente, queste catene di geni, prima o poi hanno cominciato ad organizzarsi in "cellule", per quanto primitive. E, come non sappiamo se sia nato prima il Leone o la Gazzella, sono nate le cellule stabili e le cellule parassite...

 

Con delle semplici catene di DNA che contengono i "dati" per formare la cellula, i virus hanno vita facile: si entra, ci si "attacca" e si ricombina. Per quanto complessa sia la combinazione dei geni, milioni di anni hanno generato un numero di cellule (e virus) che non so nominare: il cancro ci insegna che le cellule degli esseri viventi non possono "provare" molte combinazioni, mentre i virus provano ciò che gli pare...

 

Ma le cellule si inventano qualcosa: forti del fatto che, anche se per ogni ricombinazione del proprio genoma troveranno sempre un virus pronto ad entrare , c'e' sempre una membrana a dividerli, membrana che significa che, come giustamente detto nell'articolo, i virus possono solo "tentare" e non costruirsi sul modello della cellula da invadere, le cellule, dicevo, applicano un principio di difesa: complicare le combinazioni, modificando la struttura, non le combinazioni.

 

E così replicano milioni di volte il proprio genoma. In questo modo un virus può "attaccarsi" alla catena, usarla, ma non "trasformare" l'intera cellula in se stesso...

 

Questo apre a molte teorie...

 

La saluto, chissà magari ci ritroviamo a parlare un po'...

 

M. G.

Bucarest (Romania)

e-mail firmata

 

 

L'UOVO E LA GALLINA ovvero IL LEONE E LA GAZZELLA ovvero IL VIRUS E LA CELLULA

Buongiorno a Lei, sig. G..

Nel rispondere alla sua cortese lettera, vorrei per prima cosa chiarire la questione del "complottismo". Forse il mio modo di scrivere, che molti lettori trovano un po' "difficile", ha ingenerato degli equivoci. Si potrebbe parlare di complotto, se esistesse un gruppo di persone deputato all'oscuramento di determinate informazioni, a danno di altri gruppi o popolazioni. La realtà è molto diversa.

La censura su alcune nozioni scientifiche "borderline" è di natura prettamente istituzionale, poggia su leggi e regolamenti internazionali ed è controllata dall'ONU fin dal primissimo dopoguerra. Non si può quindi parlare di complotto, ma piuttosto, di "salvaguardia". Semmai ogni tanto mi sono divertito a far notare le falle del sistema, a dimostrazione del fatto che tra gli umani nulla è perfetto.

Se vuole conoscere meglio il mio parere sulla questione, può leggere il resoconto di un'intervista che ho rilasciato durante la convention GENESIS, che ho avuto il piacere di organizzare insieme agli amici Margherita Campaniolo e Paolo C. Fienga nell'agosto 2006: http://www.pianetamarte.net/genesis_intervista_feltri.htm

Ma torniamo agli amici virus.

Se consideriamo le suddette ricerche "borderline", le forme di vita sulla Terra, su Marte o su altri corpi celesti hanno la medesima origine e cioè la panspermia. Ma evidentemente non sarebbe possibile far viaggiare nello spazio degli organismi complessi; un gatto o un cavallo per esempio non sopravviverebbero ad un'esposizione millenaria al gelo dello spazio. E allora? Il metodo ideale sarebbe quello di seminare la vita per così dire sotto forma di bicomponente, cioè materiale biologico privo di DNA e virus, cioè contenitori di DNA.

I due componenti possono viaggiare per milioni di anni in stato di stasi e riattivarsi appena raggiungono una qualsiasi nicchia ecologica favorevole. A quel punto i virus cominciano ad intervenire con iniezioni di DNA che portano gradualmente gli organismi unicellulari ad una sempre maggiore complessità. La selezione naturale privilegerà evidentemente quelle combinazioni che si adattano meglio alla "nicchia" (cioè allo stato del pianeta in quella particolare finestra temporale) e i vari organismi, raggiunta la complessità "di progetto", svilupperanno anticorpi in grado di difendersi da ulteriori iniezioni di DNA.

Su questo modello, si possono fare due considerazioni: la prima è la somiglianza con il meccanismo attraverso cui lo spermatozoo feconda l'ovulo e la seconda è che risulterebbe spiegato il motivo per cui nei virus è presente una copia perfettamente compatibile di una particolare sequenza DNA o RNA dell'organismo ospite.

Il virus non è una forma di vita, ma una macchina, quindi uno strumento e non può ovviamente avere un suo istinto "psicologico" a moltiplicarsi. Semplicemente il suo progetto prevede che in presenza di materiale biologico compatibile tenda a costruire un gran numero di altre "macchinette" uguali, pronte ad iniettare DNA in altre cellule, fino al completamento del progetto e alla stabilizzazione di organismi sempre più complessi e più adattati all'ambiente. E' inoltre importante considerare come questo sistema finisca per garantire che, anche in caso di estinzioni di massa dovute a drastiche modificazioni della nicchia ecologica, il processo comunque si riattiverebbe in funzione delle mutate condizioni ambientali. Mi pare anche superfluo far notare come cancro e proliferazione cellulare indiscriminata trovino in questo ambito delle spiegazioni molto più razionali di quelle che siamo abituati a sentire.

In quanto poi alla vita su Marte per esempio, l'aspetto curioso è che il pianeta rosso, pur disponendo di una nicchia ecologica più stretta della nostra, è tuttavia molto più favorevole alla vita della Terra stessa. La percentuale di CO2 della nostra atmosfera è pari allo 0,03%, mentre tutti gli studi concordano sul fatto che la vita può cominciare a svilupparsi solo in presenza di elevate percentuali atmosferiche di anidride carbonica, quali quelle riscontrabili su Marte. In altre parole i virus su Marte funzionano molto meglio che da noi.

Come vede il vero problema dei nostri tempi è il divario tra scienza e informazione scientifica, perchè un numero limitato di persone è autorizzato a studiare ciò di cui ho parlato, mentre i rimanenti miliardi di persone vengono addestrati a non fare domande imbarazzanti. La mia TMM (Teoria del Macaco Mancante) prevede che questa limitazione numerica ci porterà alla rovina in quanto "antinaturale". In tutta la storia umana il nostro progresso si è basato sull'acquisizione collettiva di intuizioni individuali e rompere questo equilibrio è stata una decisione molto arrischiata e ben poco democratica.

 

ALESSIO FELTRI

Gentile Dr. Feltri,

è da poco che ho scoperto il sito di Margherita Campaniolo e la sezione, l'occhio di Deimos, da lei curata. Devo dire che non la scopro la sua opera solo ora, ma ho avuto il piacere di leggere alcune sue considerazioni sull'ottimo sito Lunar Explorer Italia. Detto questo, vorrei venire subito al sodo: la questione acqua su Marte. Ho da poco finito di leggere l'articolo dal titolo "Ghiaccio Bollente", e devo convenire che le foto e le ricostruzioni 3D da lei fatte sono molto interessanti. La mia domanda, è questa: data la assai bassa pressione superficiale che si può riscontrare su Marte, l'acqua,

sebbene allo stato solido, dovrebbe sublimare, e quindi tutto il ghiaccio presente passare allo stato gassoso liberandosi in atmosfera;

la qual cosa dovrebbe portare a concludere che non dovremmo trovare acqua, in nessuno stato, sulla superficie di quel pianeta. Ora, poichè dalle prove da lei mostrate, pare esattamente il contrario, io sarei portato a due conclusioni.

 

1) L'acqua giunge costantemente alla superficie dal sottosuolo, per poi

sublimare; il che dovrebbe comportare un elevato quantitativo di vapore in atmosfera o comunque di microcristalli di ghiaccio in essa (forse che sia la famosa nebbiolina che si nota in moltissime foto dei rover?);

 

2) I dati relativi alle condizioni fisiche sulla superficie marziana sono sbagliati, per non dire palesemente falsi.

 

Ambedue le deduzioni comportano, comunque, la presenza, direi in

notevoli quantità, di acqua, con tutte le conseguenze del caso.

 

Gradirei una sua opinione in merito.

Certo di una sua risposta, le faccio i complimenti e la esorto a

proseguire nella sua opera.

 M F

E-mail firmata

 

Gentile Sig. F,

La ringrazio per il suo graditissimo incoraggiamento e nella circostanza cercherò di rispondere alle sue domande, anche se per la verità esse contengono già la (giusta) risposta.

Quello che dice sull'incompatibilità delle foto con i dati atmosferici ufficiali è il nocciolo della questione. Ho dimostrato in più circostanze in modo inequivocabile che le immagini sono alterate alla fonte, e visto che chi ruba una volta è sempre il primo sospettato in caso di furto, non vedo perchè i dati scientifici dovrebbero essere stati trattati in modo diverso dalle immagini.

Quando ho scritto "Ghiaccio bollente" ero partito (come tutti) pensando che le foto fossero solo parzialmente censurate, mentre poi ho scoperto che NASA (e ancor di più ESA) gabellavano ricostruzioni virtuali per vere immagini, per lo più cercando di rendere "normale" il contesto geologico.

Recentemente la NASA ha dovuto ammettere che le "dune" sono permeate di acqua ghiacciata, come già avevo supposto nel mio articolo, ma si è ben guardata dal dire che l'"intelaiatura" delle dune stesse è composta da quelle che io definisco fibre sinaptiche, intrecciate in maglie pseudorettangolari ad andamento sinusoidale. Insomma più che un paesaggio alieno, vediamo una specie di "set" cinematografico in cui tutto ciò che appare è sostenuto da matasse di nanofibre, la cui origine è evidentemente la vera sfida di ogni indagine.

In questa foto 3D ho indicato con frecce alcune di queste matasse, scoperte dalle ruote di Spirit. Guardando attentamente si noterà anche come le ondulazioni della presunta sabbia coincidano con filamenti cavi che spuntano dall'orlo dello scavo. L'assurdità della versione ufficiale è che da un lato attribuisce le "dune" all'azione eolica e dall'altro lato ci dice che i granuli di sabbia sono cementati in un permafrost per di più fortemente magnetizzato. Con queste premesse, neppure un uragano terrestre formerebbe quelle dune, figuriamoci l'azione di una brezza quale quella che si può ipotizzare in presenza di una pressione atmosferica così esigua.

E allora resta LA domanda: "Perchè tutte queste bugie?". Forse la risposta l'ha data recentemente il Dott.Fulchignoni che, nella sua qualità di Principal Investigator NASA ed ESA, intervistato alla TV su dove ci avrebbero portato le ricerche spaziali, ha risposto sogghignando: "Nella metafisica".

ALESSIO FELTRI

 
 

 

 

ciao Margherita, ciao Alessio.. sono le 4 e 45 di notte, sono uno stupido ragazzino di 18 anni tornato a casa alle una e sono quindi 3 ore e 45 (o meglio 2 e 45 visto che è entrata l'ora legale) che mi leggo tutta la roba scritta nell'occhio di deimos(anzi l'ho finita di leggere ora.... senza contare il fatto che mi sono scolato da buon fiorentino 1 litro e mezzo di brunello (di quello da 9 euro a litro mica di quello da 50..) e che sono in condizioni pessime....

insomma ecco io volevo dire:

 

primo che non riesco proprio a capire dove Alessio veda quei molluschini coi tentacolini...

 

e secondo che la foto presente in "Pilbara's Mistery" mi ha colpito un monte... io volevo avanzare un'ipotesi... premessa: stimo moltissimo il modo in cui scrivete perche mi fa sentire nettamente inferiore a livello culturale e cio mi spinge a portarvi un totale rispetto... insomma dicevo.. nella foto in questione si vede sulla roccia al centro il "craterino" formato dallo scavo del rat dell'opportunity... ora vediamo che il mirtillo che originariamente era sopra sia come dice Alessio caduto dentro al craterino per una possibile vibrazione causata dal trivellamento... pero vediamo che gli altri mirtilli son tutti "legati" alla roccia tramite il famoso Peduncolo, filamento o chicchessia...

 

quindi volevo concludere: effettivamente ci sono due tipi di mirtilli?

 un tipo che non si "attacca" e l'altro che rimane volatile?

oppure due fasi nella quale la prima permette al mirtillo di spostarsi con l'ausilio di fenomeni quali vibrazioni o forti venti fino a che non trova condizioni propizie(chissa forse per alimentarsi o chissacosa) tali da permettergli di generare un peduncolo(appunto forse una sorta di cordone per succhiare elementi nutritivi o una semplice "ancora")?

 

e poi la cosa che mi torna strana è:

se si guarda dove sono le sferette attorno al cratere e la posizione del loro filamento sembra che si allontanino dal centro della roccia dove adesso c'è il "craterino" del RAT :

 

mia prima ipotesi: forse le vibrazioni dello scavo sulla roccia le hanno fatte allontanare di qualche millimetro dal centro e a)siccome erano attaccate col filamento si son solo spostate e non sono cadute b)hanno formato il filamento per non togliersi dalla posizione originaria

 

seconda ipotesi, forse semplicemente la roccia è fatta a "terrazze" e i mirtilli cadendo lentamente o scivolando hanno formato le protuberanze

 

poi non capisco come mai le protuberanze si formano solo in molti dei mirtilli presenti sulla roccia, mentre nei mirtilli presenti sui sedimenti o l'ipotetica fanghiglia scura non le posseggono

 

ah un'altra cosa, guarda quella roccia... togli il fatto che in mezzo ci sia il craterino fatto dal RAT(che sembra proprio l'occhio del ciclone) non ti sembra la forma di un "ciclone"?

lo dico sia per gli sfregi quasi circolari sulle roccie che a mio avviso(o per colpa del brunello) sembrano partire da sinistra verso destra. e lo dico anche perche sembra che i mirtilli seguano questo disegno.... che strano....

 

spero che leggerai/leggerete la mia mail... cioe questa mail.. e soprattutto che mi rispondiate, sono interessatissimo, se solo potessi aiutarvi.


 

Caro amico del Brunello,

prima di tutto non posso che ringraziarti per la simpaticissima mail, anche se per la verità mi auguro che il litro e mezzo non faccia parte di una consuetudine giornaliera, perché in caso contrario fra qualche anno avrai bisogno di un fegato multidimensionale…

Ma torniamo a noi, visto che cercherò di sintetizzare i tuoi quesiti per semplificarmi un po’ la vita:

1)                Dove sarebbero i molluschini coi tentacolini?

Da nessuna parte. I miei primi articoli (fino a Like a Rolling Stone) sono per così dire la cronistoria dei tentativi iniziali di interpretare l’ambiente marziano, scaturiti da discussioni, riflessioni e dialoghi con l’amica Margherita Campaniolo.

Per la verità avevo già pensato di eliminarli, in quanto potevano essere fuorvianti per i lettori (visto Margherita? Te l’avevo detto…), in quanto all’epoca disponevamo di dati insufficienti e quindi potevamo agganciarci solo a parametri “terrestri”, presupponendo tra l’altro che le foto provenienti da Marte fossero autentiche e tutt’al più ogni tanto un po’ censurate.

Ora invece ho potuto individuare le prove delle falsificazioni, per cui ogni foto, prima di essere discussa, deve essere preventivamente autenticata da molteplici controlli incrociati.

Dai miei articoli successivi a Like a Rolling Stone si evince benissimo la mia idea, e cioè che i “molluschini” non siano unità biologiche autonome, bensì forme di organizzazione di microrganismi sociali magnetotattici, i quali tendono a collegarsi (noi diremmo “in rete”) secondo moduli ripetitivi, sempre gli stessi e funzionali a svariate esigenze.

Sul pianeta non ci sono né pietre compatte né molluschi, bensì una specie di materasso regolitico di spessore variabile tra qualche centinaio di metri a svariati chilometri, strutturato dai microrganismi stessi nel permafrost, una specie di coperta virale che avvolge il pianeta, quella che ho chiamato “rete sinaptica”.

Le pietre sono o interamente cave o fortemente porose, ma soprattutto praticamente prive di angoli retti, quali ci dovremmo aspettare in un deserto battuto dal vento. Gli angoli che si vedono in molte foto non sono reali, ma derivanti dalla conversione reale-virtuale delle foto Pancam, in quanto i processi di camera-tracking, ricostruendo il modello virtuale dalle foto reali 3D in tempo reale, trasformano i lati arrotondati in spigoli al fine di semplificare la “pesantezza” dei calcoli. Osservando le stesse “pietre” riprese da Frontcam e Hazcams, si vede benissimo che gli spigoli quasi sempre non esistono proprio e comunque non nei modi e forme mostrati dalla Pancam.

Analogamente i “molluschini” non sono forme di vita di per sé, bensì prodotti biogenici, per cui potremmo considerarli quasi come dei formicai costituiti dalle formiche stesse.

Per entrare nei dettagli ci vorrebbe un libro intero, per cui ti consiglierei di rileggere i miei articoli (quelli più recenti ovviamente) alla luce di queste considerazioni, tenendo presente la difficoltà del problema: già è difficile interpretare una realtà aliena sulla base unicamente di materiale fotografico, figuriamoci poi se la maggior parte delle foto è una squallida contraffazione.

2)                Ci sono due tipi di “mirtilli”, quelli con peduncolo e quelli senza?

I famosi “blueberries” rientrano a pieno titolo nella categoria precedente, in quanto non sono forme di vita autosufficienti bensì aggregazioni sferiche di microorganismi, presumibilmente localizzate in Meridiani per la presenza di forti quantità di ematite e magnetite.

Un aspetto intrigante della questione è che una rete così estesa di connessioni, in presenza di segnali elettrochimici, potrebbe costituire addirittura una forma di “intelligenza” di per sé, perfino in assenza di unità organiche, né più né meno che un gigantesco supercomputer.

Per i peduncoli bisogna invece tener presente prima di tutto che dalle foto del Microscopic Imager appaiono come tubicini cavi che collegano le sferule al substrato, per una profondità che non conosciamo, visto che la roccia che attraversano è per lo più semplicemente un “guscio” di materiale composito, concettualmente simile ad una specie di pannello “sandwich”.

Dato che anche i tubicini sono composti dai microorganismi, quello che si potrebbe ipotizzare è che facciano parte di un sistema energetico integrato, idoneo a mettere in relazione l’acqua e l’energia termica subsuperficiale con le radiazioni, luminose e non, presenti sulla superficie.

Fermo restando che dei mirtilli conosciamo troppo poco per chiarirne tutti gli aspetti, possiamo comunque sintetizzarne alcuni elementi significativi e fenomeni ricorrenti:

A)     Non sono concrezioni. La costanza di forma, la mancanza di nucleo, la struttura cava del peduncolo e la simmetria pentagonale sono totalmente incompatibili con l’ipotesi.

B)     La struttura interna è a geometria variabile, visto che in alcune sezioni appare spugnosa, mentre in altre si presenta strutturata in microlamine perpendicolari.

C)     La superficie esterna mostra complesse circonvoluzioni microstrutturate in spirali logaritmiche filamentose.

D)     Il loro posizionamento sul substrato individua dei tracciati di connessione dei microrganismi sottostanti, secondo geometrie tipiche dei polielettroliti.

E)     Le sferule attive sono quelle connesse al substrato mediante i peduncoli. Quelle sparse casualmente a terra sono inattive, o forse sarebbe meglio dire “scariche”.

F)     La presenza in molte sferule scariche di microcrateri circolari segnala una possibile presenza di fenomeni implosivi, la cui natura (sonofusione o altro) non è per ora chiarita.

Nel caso specifico di Pilbara’s Mistery, il problema non è quindi quello di comprendere la natura delle sferule, che nelle grandi linee ci è nota, bensì un altro: a cosa serve Pilbara?  

3)                Nell’immagine Pancam di Spirit (Sol16) si vede un cranio fossile?

Se dai un’occhiata al mio articolo Star Trash, vedrai che molto spesso la rete sinaptica si struttura in forme che possiamo interpretare come binoculari simmetriche. Il fenomeno non è significativo di per sé, quanto per le sue implicazioni indirette. Sul terreno sono disseminate infinite quantità di “bio-torrette periscopiche”, alcune in piena attività, ma nella maggior parte dei casi, per così dire, dismesse.

Queste curiose forme di aggregazione dei microorganismi sono per lo più localizzate a copertura dell’imboccatura di canalizzazioni immerse nel terreno, con un meccanismo che richiama su scala macroscopica quello dei peduncoli delle sferule.

Un dato ulteriore da tenere presente è che la foto in questione proviene dalla Pancam e quindi la sua PCR (Percentuale di Credibilità Relativa) è di per sé inferiore al 60%. La PCR scende ulteriormente (30%) se si considera che il Landing Site di Spirit si è mostrato subito alquanto “vivace”, tanto da costringere i responsabili del controllo missione ad occultare la maggior parte del materiale raccolto nei pressi del modulo di atterraggio.

La PCR tracolla addirittura (5%) se si considera che il fotogramma gemello (sinistro) di quello che hai segnalato appare largamente rimaneggiato con l’applicazione di retinature “politiche” nella solita artistica tonalità di colore grigio Pinocchio.

Dato che non ritengo plausibile una foto con una PCR inferiore al 50%, normalmente non ci perderei del tempo neppure se ci vedessi la Madonna in primo piano, per cui archivierei questo “teschietto” insieme ai miei “molluschini”.

Spero di essere stato esauriente, anche se mi rendo conto che la complessità della materia e la sua scivolosità non rendono facile la comunicazione. Per il momento mi complimento per la tua propensione per l’indagine, indispensabile motore di qualsiasi progresso scientifico.

ALESSIO FELTRI