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 Cigno - Cygnus 

 
 

Cyg - Cygni

 
 

 
     
 

Posizione, aspetto, composizione
E’ una delle star dell’estate, una delle tre costellazioni che caratterizzano il cielo estivo sia per la semplice individuazione (vedi mappa del cielo orizzonte ovest), sia per avere stelle di grande magnitudo che per bellezza oggettiva e simbolica.
Cigno, Aquila e Lira costituiscono il cosiddetto “Triangolo Estivo”, un vero e proprio triangolo rettangolo i cui vertici sono segnati dalle tre stelle più luminose di ciascuna costellazione (Deneb, Altair e Vega), stelle tutte di prima grandezza che, intorno alle 22:00, spiccano quasi allo zenit, cioè nel punto più alto del cielo e che risultano, per tutte queste ragioni, facilmente individuabili anche ad occhio inesperto. Poiché si tratta di una costellazione boreale, risulta visibile per lunghi periodi dell’anno: a metà marzo appare a Nord-Nord/Est, diviene alta nel cielo in estate per poi declinare, fino a tramontare, a Nord-Nord/Ovest, in novembre. In molti paesi tra i più settentrionali, Deneb è una stella ormai circumpolare. In direzione Nord, Sud, Est e Ovest è affiancata rispettivamente da: Cefeo e Dragone, Volpetta, Petaso e Lucertola, Lira. Il Cigno, questa  bellissima costellazione emblema del volo libero, si presenta all’osservatore con le ali totalmente aperte, il lungo collo disteso (Albireo ne è il becco), la coda brillantissima (costituita dalla stella Deneb, 1000 volte più luminosa del nostro Sole e il cui significato, in arabo, significa appunto “coda”), un punto mediano del corpo (interessato dalla stella Sadr). Alla costellazione appartengono molte stelle doppie; una delle più belle stelle doppie in assoluto di tutto il cielo è proprio Albireo che, se osservata anche con un semplice binocolo, presenta lo splendido contrasto di colori giallo-verde azzurro delle due stelle che la compongono.

 
     
 

Schema delle principali stelle del Cigno.

 

Nome

Nome Proprio

Magnitudo

Distanza

Descrizione

Alpha Cygni

Deneb

1,3

1800 a.l.

Supergigante bianca-azzurra

Beta Cygni

Albireo

3,2

390 a.l.

Stella Doppia

Gamma Cygni

Sadr

2,3

750 a.l.

Stella Doppia

Delta Cygni

-

3

160 a.l.

Bianca azzurra

Epsilon Cygni

Gienah

2,5

82 a.l.

Gigante Gialla

Mu Cygni

-

4,8

55 a.l.

Stella Doppia

Omicron Cygni

-

3,8

500 a.l.

Stella Doppia

61 Cygni

-

5,2

11,1 a.l.

Stella Doppia


Il Cigno è attraversato dalla Via Lattea e ciò, oltre a costituire una caratteristica che aiuta a distinguerla, gli conferisce uno sfondo incredibilmente affascinante, costellato da miriadi di puntini luminosi. Galileo Galilei fu il primo, per mezzo del suo telescopio, a comprendere la struttura stellare della nostra galassia. Nel Cigno, anche ad occhio nudo, è facilmente individuabile una zona in cui La Via Lattea appare interessata da una banda o fascia nera, denominata Rift del Cigno o “Sacco di Carbone” posta esattamente tra Deneb e l’ala destra dell’uccello. Ciò pare dovuto a del materiale interstellare, polveri e gas che oscurano il passaggio dello spettro luminoso delle stelle retrostanti.

 

 
     
 

Ammassi, Nebulose, primati e piccoli misteri

Il Cigno non smette mai di stupire per la presenza di innumerevoli corpi degni di nota, nonché piccoli misteri ancora insoluti. Ammassi Aperti: M29 e M39; celebri Nebulose: NGC 7000, NGC 6992/NGC6969, IC5067; nei pressi di Eta Cygni, un probabile buco nero: denominato Cygnus X-1, una zona in cui vengono risucchiati i gas di una stella vicina producendo una consistente emissione di raggi X, fatto comunque in fase di studio; inoltre, nota di “storia astronomica”, il Cigno possiede la prima stella di cui si è misurata la distanza: nel 1838, Bessel, con l’uso della trigonometria, calcolò in 10,3 anni luce la distanza tra la Terra e 61 Cygni (stella doppia formata da due begli astri arancione) e il calcolo non si discostò poi molto da quello reale di 11,1 a.l.

 

Ammassi del Cigno

Nome Caratteristiche Note
M29 Ammasso globulare aperto.Dista dalla Terra 4000 a.l.Ha una magnitudo di 7,1E’ formato da una dozzina di stelle.E’ a 1,7° da Gamma Cygni Visibile anche con un binocolo.
M39 Ammasso globulare aperto.Dista dalla Terra solo 800 a.l.Ha una magnitudo di 5,2E’ formato da circa 30 stelle.E’ a 9° ad est da Deneb Molto ampio e molto bello all’osservazione.Visibile anche con un binocolo.

 


Nebulose del Cigno

Nome

Caratteristiche

Note

NCG 7000 E’ chiamata Nord America.E’ a 3° est da Deneb.Ha una bassa luminosità. Più evidente nelle fotografie.Visibile solo il bordo con un buon binocolo.Ricorda la forma del continente Nord-Americano compreso di Golfo del Messico e costa del Pacifico.
NGC 6992

NGC6969

E’ chiamata Veil Nebula- Nebulosa velo. Nata 50000 anni fa dall’esplosione di una supernova. E’ un enorme anello di gas.L’anello è ancora in esplosione.Le zone più luminose sono visibili con un cannocchiale o un telescopio a basso ingradimento.
IC5067 E’ chiamata Pellicano.Di colore rosso.Composta da idrogeno.Dista 1600 a.l. Ricorda la testa e il becco dell’uccello.Colore visibile solo in fotografia.Si credeva che la luminescenza dipendesse da Deneb, ora da una stella al suo interno, se pur insignificante.

 

 
     
 

La storia e la mitologia del Cigno

 

Il nome di questa costellazione ha subito, a seconda delle ere e dei popoli che la rimiravano, dei cambiamenti sostanziali. Il greco Eratostene la cita col nome di Cigno e così venne rappresentata nella numerosa serie di racconti mitologici legati a questa costellazione ma, tra gli stessi greci, Ipparco e Tolomeo ne parlarono col termine di Uccello. In epoca cristiana le venne attribuito il nome di Croce e, ancora oggi, si suole chiamarla Croce del Nord, in opposizione ad una seconda costellazione di forma similare visibile solo nell’emisfero Australe (Croce del Sud). Gli Arabi le conferirono un’immagine meno elegante e nobile di quella greca ripresa poi dai latini, l’associarono cioè al Piccione ma soprattutto alla Gallina. Di fatto il termine Daneb, nome della più brillante tra le sue stelle, come già detto tra le più fulgide del cielo, deriva proprio dall’arabo Dheneb-ed-Dajajeh, che significa appunto “la coda della gallina”. Gallina permane per tutto il Medioevo fino al Rinascimento, quando il nome Cigno si riaffermò definitivamente. Degno di nota è come, nel 1627, si assistette al tentativo di ristabilire il nome cristiano ad opera dello Schiller. Egli infatti, per esaltare e perpetrare nel tempo la figura della madre dell’Imperatore Costantino, colei che aveva ritrovato la Croce di Cristo smarritasi per 300 anni, battezzò la costellazione col nome di Croce sostenuta da sant’Elena. Il tentativo ebbe però vita breve e il nome di Cigno, alla fine prevalse, rimanendo fino ad oggi. Tanti abbiamo detto i racconti legati al Cigno, uccello sacro ad Afrodite, tutti degni d’essere ricordati: Eratostene raccontò come Zeus, invaghitosi della ninfa Nemesi, figlia della Notte e di Oceano, rifiutato da essa, perpetuasse un piano ben congeniato per prenderla con l’inganno. Ordinò ad Afrodite di mutarsi in aquila e di inseguirlo mentre lui assumeva l’aspetto di un bellissimo quanto indifeso cigno che cerca di sfuggire agli artigli del rapace. Nemesi, impietosita dalla scena, accolse l’uccello impaurito tra le sua braccia e, mentre la dea si fu assopita, tenendolo stretto, Zeus abusò di lei volando infine via. Alla vista di quell’uccello gli uomini cedettero che abitasse il cielo e Zeus, per nascondere il misfatto, pose in eterno un cigno tra le stelle vicino ad un’aquila. Igino raccontò la triste storia di Nemesi apportando delle variazioni alla precedente; in questa la bella dea, per sfuggire all’inseguimento di Zeus, si tramutò in diversi animali sempre più veloci non riuscendo comunque a distanziare di molto il padre degli dei e quando incautamente si trasformò in oca, Zeus, mutatosi in cigno, la raggiunse e la fece sua. Stessa storia quella che vede il “focoso” Zeus alle prese con una riluttante Leda, moglie del re di Sparta, unione da cui nacquero Elena e Polluce. Un altro mito greco, attribuito sempre ad Igino, è quello che vede l’uccello legato al musico degli Argonauti, Orfeo.  Egli, ucciso dalla sacerdotessa di Bacco, fu trasformato in Cigno e posto accanto al suo strumento prediletto, la Lira, costellazione a questa confinante. Platone riprende il medesimo mito e, nella “Repubblica”, narra come fu l’anima stessa di Orfeo a scegliere di essere mutata in Cigno, rifiutando d’essere generata da donna in odio al genere femminile che ne aveva decretato la morte. Storie di violenze ed inganni quindi, così in contrapposizione con l’immagine candida e pura del cigno, eppure tra tutti i miti del Cigno ve n’è uno, il mio prediletto che, possiamo dire, ridona nobiltà alla costellazione e riguarda uno dei sentimenti più nobili che l’uomo possa provare: l’amicizia. Il Cigno è l’anima di un amico disperato e affranto che piange tutte le sue lacrime per la morte dell’amato amico Fetonte e che per questo, premiato dai commossi dei, fu trasformato in cigno e posto tra le stelle ad eterna memoria di un valore tanto raro. Fetonte aveva osato prendere il cocchio del Sole da sempre guidato dal padre Elio che pur aveva ceduto alle insistenze del figlio il quale desiderava provarne la guida. Una volta sul cocchio però Fetonte, dopo un’iniziale spavalderia, ebbe paura sia dell’altezza della volta celeste che della vista di quegli strani esseri che lo circondavano raffigurati nello zodiaco. Perse così il controllo del carro e uscì dalla rotta di sempre, lasciando ora gli uomini al freddo, ora rischiando di bruciare tutto. Zeus, infuriato da ciò, lo folgorò e lo lasciò cadere nel fiume Eridano dove, nonostante l’amico cercasse in tutti i modi di trarlo in salvo rischiando la propria vita, morì annegato. Le sorelle di Fetonte, le Eliadi, che tanto lo piansero, furono mutate nei pioppi che costeggiano i fiumi e che piangono lacrime d’ambra (resina), l’eroico amico nello splendido Cigno.

 

 
     
 

 

 

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