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Auriga – Cocchiere
Aur - Auriagae
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Aspetto, posizione, composizione
La costellazione dell’Auriga, che talvolta viene chiamata col nome di
Cocchiere, è una costellazione dell'emisfero boreale tra le più
splendenti, bellissima e ben visibile riconoscibile dal pentagono formato
dall'unione delle sue stelle . Si estende dai 56 ai 28 gradi di declinazione
ed è estesa 657 gradi quadrati. In parte circumpolare, in particolare
dall'Italia settentrionale, si diparte dall'estremità orientale del Toro con
il quale condivide la stella Alnath. Confina con Giraffa a Nord, Perseo ad
Ovest, Toro e Gemelli a Sud ed con la Lince a Nord-Est. E’ quasi visibile
per tutto l'anno, eccetto per i mesi di Maggio, Giugno e Luglio, quando
giace appena sotto l'orizzonte settentrionale, raggiunge il miglior periodo
di visibilità in Dicembre, transitando intorno alla mezzanotte allo
zenit. La costellazione viene immaginata come un auriga con in braccio una
capra (Capella) e due capretti (stelle Headi, zeta ed eta Aurigae).
Auriga è dominata dalla brillante Capella (Alfa Aurigae), la 6a
stella più luminosa del firmamento. Il termine "Capella" è latino e
significa "capretta". E’ una stella dello stesso spettro e temperatura
superficiale del Sole; a parte ciò ha ben poco in comune con la nostra
stella. Innanzi tutto è una doppia spettroscopica: le doppie spettroscopiche
sono stelle binarie con le componenti talmente vicine da non potersi
separare mediante telescopi usuali, mediante una semplice relazione
trigonometrica possiamo determinare la distanza effettiva delle 2 componenti
che risulta così essere di un centinaio di milioni di chilometri. Altra
differenza è che le 2 stelle del sistema sono più massicce del Sole il che
le pone nel ramo delle giganti. Capella è circumpolare per chi l’osserva
dalla latitudine di Milano o, meglio ancora, dalla cerchia delle Alpi, Se
Capella è molto luminosa, tutte le altre 4 stelle del caratteristico
pentagono dell'Auriga sono facilmente visibili, in quanto relativamente
brillanti.
Beta per esempio, è una binaria azzurra di 2a grandezza
distante 72 anni luce e che occupa il vertice nord-orientale.
Spostandoci di 8 gradi esattamente direzione sud dalla precedente troviamo
Theta Aurigae, di 3a grandezza
Proseguendo verso sud-ovest per 11 gradi, incontriamo Gamma Aurigae,
meglio conosciuta come Beta Tauri, perchè in comune con la
costellazione del Toro; è un bell'astro azzurro di 2a
grandezza, distante 130 anni luce.
Epsilon Aurigae è una binaria ad eclisse con periodo di 27 anni, il più
lungo finora conosciuto per questo tipo di binarie; la stella visibile
orbita attorno ad una compagna il cui raggio risulta essere 2000 volte
quello del Sole, ovvero quasi un miliardo e mezzo di Km., la più grande
stella che si conosca.
Zeta Aurigae è una binaria ad eclissi che ogni 2 anni e 6 mesi passa per
sei settimane dalla magnitudine 3,7 alla magnitudine 4,0 infine, ecco
Yota, la stella più occidentale del pentagono; è una gigante rossa
distante 270 anni luce e quasi 700 volte più luminosa del Sole; già
con un binocolo è possibile notare la sua caratteristica colorazione.
Osservare questa Costellazione darà grandi soddisfazioni anche utilizzando
binocoli o piccoli telescopi in quanto attraversata dalla Via Lattea
possiede molti oggetti interessanti.
Schema
delle principali stelle di Auriga
Nome |
Nome Proprio |
Magnitudo |
Distanza |
Descrizione |
Alpha Aurigae
|
Capella
|
0.06
|
45 a.l.
|
6° stella
di tutto il cielo gialla |
Beta
Aurigae |
Menkarlina
|
1.90
|
72 a.l.
|
binaria ad
eclisse azzurra |
Theta
Aurigae |
|
2.62
|
82 a.l.
|
binaria
azzurra |
Iota
Aurigae |
Hassaleh
|
2.69
|
268 a.l.
|
gigante
rossa |
Ipsilon
Aurigae |
Al Anz
|
2.99 (var.)
|
3300 a.l.
|
binaria
bianco-gialla |
Eta
Aurigae |
Hoedus 2
|
3.17
|
200 a.l.
|
bianco-azzurra |
Delta
Aurigae |
|
3.72
|
163 a.l.
|
arancio
|
Zeta
Aurigae |
Sadatoni |
3.75 (var.) |
520 a.l.
|
arancio-rossa |
Ammassi e Nebulose
L'Auriga presenta inoltre un terzetto di ammassi aperti molto belli già
notati da Charles Messier e catalogati con i numeri 36-37-38. Sono
M36, M37, M38, composti per lo più da stelle blu, ovvero stelle
relativamente giovani.Vicino agli ammassi M36 e 38 vi si trovano anche le
nebulose a riflessione IC 410< e IC 405. Quest'ultima
denominata anche Nebulosa Fiammeggiantecirconda la stella variabile
di terza grandezza ( o quarta a seconda del periodo di variabilità ) AE
Aurigae
Ammassi di Auriga
Nome |
Caratteristiche |
|
Note |
M36
|
Dista circa
4.100 anni luce. Ha circa 60 membri accertati il più luminoso dei
quali di magnitudine apparente 9, una luminosità 360 volte superiore a
quella del Sole. Contiene diverse brillanti giganti del tipo B e, se
si trovasse alla stessa distanza, non apparirebbe meno splendente del
celebre ammasso delle Pleiadi. |
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Registrato
per la prima volta (come M37 e M38) da Giovanni Batista Hodierna nel
1654, come riportato da Kenneth Glyn Jones; notizia venuta alla luce
alla fine del 1984 cosicché possiamo considerare Le Gentil come
co-scopritore indipendente.. |
M37
|
Ammasso
distante 4400 a.l; é il più bello e luminoso dei tre ammassi Messier,
è il più ricco di stelle, contandone circa 150 più luminose di mag.
12.5, su un totale di oltre 500. Il fatto che contenga almeno una
dozzina di giganti rosse (le più brillanti di mag. 9 circa), e che le
stelle più calde sulla sequenza principale siano di tipo spettrale B9
V indica che quest'ammasso è il più evoluto dei tre, con un'età
stimabile in 300 milioni di anni. |
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Nel 1985,
G. Foderà Serio (Osservatorio Astronomico di Palermo) dimostrava, con
un articolo sul Journal for the History of Astronomy, che la
scoperta di questi ammassi va attribuita a G. B. Hodierna (1597-1660),
astronomo e naturalista siciliano che li descrive (fornendone anche un
disegno che non lascia adito a perplessita') nel suo De Systemate
orbis cometici deque Admirandis Coeli characteribus, stampato a
Palermo nel 1654 |
M38
|
Si trova a
soli 2.3° NO di M36 dista circa 4200 a.l., e si estende per circa 25
a.l.; le sue stelle più luminose sembrano formare la lettera greca P.
La sua età si aggira sui 220 milioni di anni. Il numero di membri di
M38 si aggira sul centinaio. Le principali sono giganti. |
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L'opera di
Hodierna, in effetti, è rimasta praticamente ignota fino al 1985,
probabilmente perché troppo in anticipo sui tempi per essere
apprezzata dai suoi contemporanei. |
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Nebulose di Auriga
Nome |
Caratteristiche |
|
Note |
IC 410
|
Nebulosa
rossa con un diametro di 30' |
|
Non
visibile al telescopio, ma evidente in fotografia |
IC 405
|
Nebulosa
con ammasso aperto del diametro di 40'; nebulosa rossa |
|
anche
chiamata Nebulosa Stella Ardente (Flaming Star Nebula) o <Nebulosa
Fiammeggiante perchè circonda la stella AE Aurigae |
Curiosità e un po’ di storia legata ai Auriga
E' una delle più antiche costellazioni il cui nome odierno fu stabilito dai
greci ma c'è chi sostiene che i greci la chiamavano Erichton, dal
nome del re di Atene che si ritiene inventore del carro. Nell'Almagesto
di Tolomeo si ritrova il cocchiere e così pure presso gli
Arabi, per i quali era "l'uomo che tiene le briglie". La stella
Elnath, beta Tauri, è il corno del Toro, come descrive Tolemeo:«La
stella sulla punta del corno boreale, che è la stessa che si trova nel piede
destro dell'Auriga». Come nel Sagittario, la descrizione dell'Almagesto
appare invertita, come se le stelle fossero viste dall'esterno di una sfera
solida. Bayer, che rappresenta il cielo come appare alla vista, pone
giustamente Elnath nel piede sinistro dell'Auriga. Anche nel Medioevo
è simboleggiata come un uomo che tiene con la mano destra (la stella theta)
una frusta, sul braccio sinistro una capra (segnata dalla stella alfa) e
sotto di questa appaiono tre caprette (le stelle epsilon, eta e zeta). La
frusta è delineata da dieci stelle le quali ricevettero tutte la lettera
psi, seguita dai numeri da uno a dieci. Quasi tutte queste stelle
hanno i numeri corrispondenti di Flamsteed, tranne psi 9, sul bordo
con la Lince; inoltre psi 10 corrisponde alla stella 16 Lincis, pure
posta sul confine tra le due costellazioni ed oggi rimasta definitivamente
nella Lince.
Mitologia di Auriga
Auriga
è una delle più
antiche costellazioni ancora in uso, risulta così essere un miscuglio di
personaggi e mitologie. Spesso questa costellazione viene disegnata come un
uomo che tiene in braccio due piccole caprette ed una terza capra sulla
spalla. Secondo una mitologia viene identificata con la capra Amaltea,
la nutrice di Zeus, che si era spezzata un corno contro un albero; le
ninfe lo raccolsero e lo coronarono di fiori, onde Zeus promise loro che da
questo corno sarebbe scaturito tutto ciò che avessero desiderato; per questo
fu chiamato "corno dell''abbondanza" o cornucopia. I greci
seppero spiegare la presenza di questi animali narrando che le due ninfe
Aix ed Elice, le balie di Zeus, non avevano latte, sicché
dovettero dargli come nutrice una capra, Amaltea, che lo svezzò. L'animale
aveva partorito proprio in quel periodo due caprettini. Quando Zeus divenne
adulto, volle per gratitudine rendere eterni nel cielo la madre insieme ai i
due figli.
Secondo altre interpretazioni rappresenta invece Erittonio, figlio
del dio Efesto (Vulcano), allevato dalla dea Atena, inventò la
quadriga e divenne re di Atene. Nato zoppo il re inventò il carro per
potersi spostare. Erittonio fu così il primo uomo ad attaccare quattro d un
carro e Giove, rimasto così colpito da questa invenzione, decise di
onorarli ponendoli in cielo.
Tra le diverse interpretazioni del mito di Auriga anche quella che
l’identifica con Mirtilo, figlio dell'amazzone Mirte e del dio
Ermes (per i romani Mercurio, il dio messaggero dell'Olimpo) e
cocchiere del re Enomao. Questi non voleva che la figlia Ippodamia
si sposasse perché un oracolo gli aveva predetto la morte per mano del
futuro genero. Per allontanare i pretendenti aveva promesso la figlia in
sposa a colui che lo avesse battuto in una corsa di bighe: la biga del
gareggiante doveva però trasportare Ippodamia, che, con la sua presenza,
diminuiva la velocità della biga ed inoltre distraeva il conducente. Il
cocchio dello sfidante doveva evitare di essere raggiunto da quello di
Enomao, guidata da Mirtilo: in caso di sconfitta, il pretendente veniva
decapitato. Nessuno era mai sopravvissuto alla prova. Pelope, un
giovane di cui la stessa Ippodamia era innamorata, non si fece spaventare e,
d'accordo con Mirtilo (anche lui segretamente innamorato di Ippodamia),
sostituì i perni delle ruote del carro reale con altri di cera. Così Pelope
vinse la gara ed Enomao perse la vita cadendo dal carro che si sfasciò in
corsa. I tre (Mirtilo, Ippodamia e Pelope) fuggirono per sottrarsi alla
vendetta della popolazione e Mirtilo, nel tentativo di possedere con
violenza Ippodamia, approfittando di una breve assenza di Pelope, venne
spinto da un precipizio in mare da quest'ultimo. Prima di morire, però,
Mirtilo scagliò una maledizione contro Pelope e suoi discendenti che
subirono perciò continue tragedie. Ermes, padre di Mirtilo, pose l' immagine
del figlio in cielo.
Un' altra storia vede nell'Auriga il figlio di Teseo, Ippolito.
La matrigna Fedra era innamorata di Ippolito e dal dolore di essere
stata respinta, s'impiccò. Teseo allontanò il figlio da Atene. Mentre se ne
stava allontanando Ippolito morì. Il guaritore Asclepio lo riporto in
vita, e venne per questo folgorato da Zeus.
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