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La storia di Marte

 
     
 

 
 

“Marte non ha nulla di particolare che io sappia.

I suoi giorni sono leggermente più lunghi di quelli della Terra e i suoi anni ne valgono due dei nostri all'incirca.

É cinque volte più piccolo di noi e vede il Sole un po’ meno grande e meno vivace di come lo vediamo noi

Bernard le Bovier de Fontenelle (1657 - 1757)

da "Entretiens sur la pluralitè des mondes" - 1686

 
 
     
 

Potremmo ascrivere questa affermazione di Bernard le Bovier de Fontenelle nel lungo elenco delle "ultime parole famose"... Se c'è un pianeta che ci entusiasma, ogni giorno di più, e ci stupisce, quello è proprio Marte ma è una frase importantissima da ricordare per comprendere la storia di Marte e, soprattutto, per inquadrare in modo corretto quando l'uomo cominciò ad osservare con occhi nuovi e curiosi questo pianeta a noi così vicino, in tutti i sensi.

 
     
 

Dobbiamo a Galileo Galilei la prima indagine osservativa di marte quando, nel 1610, venne a trovarsi all’opposizione (19/10/1610). Ciò che lo scienziato italiano vide non andava al di là di un’immagine estremamente confusa ma individuò il fenomeno delle fasi marziane a riprova che la teoria eliocentrica del sistema solare era l’unica possibile.

 

 

Bisognerà aspettare ulteriori 49 anni per scoprire qualche piccolo dettaglio sulla sua superficie con l’astronomo Christian Huygens (28 novembre 1659) e altri sette per avere una prima approssimazione del suo periodo di rotazione (1666) grazie all’astronomo Gian Domenico Cassini con, visti i tempi, una precisione impressionante,  errando in eccesso di soli 3 minuti primi.

 

 

Cassini era incuriosito da Marte e continuò ad investigare su questo pianeta: vide le sue bianche calotte polari  e, stimando la distanza Terra – Sole, pervenne ad un diametro di Marte di 586 km inferiore a quanto oggi conosciuto (vedi scheda conoscitiva).

 

Seguirono cento anni circa di disinteresse verso questo pianeta.

 

 

Disegni di Cassini della primavera del 1666. Mostrano la rotazione di Marte

 
     
 

La storia di Marte riprende il suo percorso conoscitivo e, inizia a suscitare una curiosità mediatica, dopo le osservazioni (1777-1783) di William Herschel. Determinò la presenza di una atmosfera, l’inclinazione (errando di 4 gradi in eccesso) dell’asse marziano, la presenza di un’alternanza stagionale di tipo terrestre seppur di diversa durata. Era convinto che le bianche calotte polari di Marte fossero indice di ghiaccio d’acqua e si diffuse l’idea che le sue macchie oscure indicassero oceani. Ecco che Marte diviene, tra gli scienziati, così simile alla Terra che nacque l’idea che la somiglianza tra i due pianeti riguardasse anche la presenza di esseri viventi, di una civiltà marziana.

 

Karl Friedrich Gauss, matematico tedesco, suggerisce di tracciare disegni geometrici nella tundra della Siberia a fine comunicativo (1802), un po’ come dei messaggi ascrivibili allo scopo ipotizzato, da alcuni, per entità aliene con i crop circles (l’idea quindi è d’origine umana!) mentre  J. von Littrow di comunicare per mezzo di falò da accendere nella distesa di sabbia sahariana (1819).

 

 

Intanto continuano e si intensificano le osservazioni di Marte: l’Astronomo Angelo Secchi (1850) individua le nubi in atmosfera e il collega Pierre Janssen (1867) il vapore acqueo. L’inglese Richard Proctor diffonde con le sue pubblicazioni l’idea di un pianeta rosso idoneo alla vita (1870). Nel 1877 Marte si trova nuovamente all’opposizione ed è oggetto di studio di Giovanni Virgilio Schiaparelli

il quale, nel maggio del 1878 rende noto, in una seduta della Reale accademia dei Lincei, d’avere scoperto ben 40 canali sul suolo di Marte poi, nel 1886, dopo successive indagini in periodo di opposizione, che tali canali, in molti casi, si erano suddivisi.

Artificiali? L’astronomo Camille Flammarion ne è convinto e sono l’opera di una civiltà superiore alla nostra (1892 in La planète Mars et ses conditions d'habitabilité).

Le ipotesi di  Schiapparelli iniziano a vacillare con l’inizio del XX secolo. L'astronomo Vincenzo Cerulli, nel 1900, nell’articolo  "Saggio di un'interpretazione ottica delle sensazioni areoscopiche"  riduce i canali come una cattiva interpretazione di particolari troppo piccoli e, a seguire, altri astronomi pongono altri seri dubbi ma non viene esclusa la presenza su Marte di forme di vita. L’astronomo  Giorgio Abetti (1957) ritiene possibili forme vegetali, piante, che seguono i cicli stagionali .

Sarà l'inizio dell'era esplorativa a far cadere molti sogni sul pianeta Marte,

 
  le missioni Mariner (Mariner 4, Mariner 6, Mariner 7 e Mariner 9, dal 1964 al 1972) riprendono un pianeta brullo, senza acqua. La storia di Marte però è ancora tutta da scrivere....  
 

Credit: NASA Goddard Space Flight Center
 

 
 

 
   

Credit: NASA Goddard Space Flight Center

 
 

 
 

Data: 05 settembre 2007

Autore: Margherita Campaniolo

Fonte: Albino Carbognani - si consiglia la lettura dei suoi dettagliati e splendidi articoli

Immagini Mariner 4

 
 

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