La storia di Marte riprende il suo
percorso conoscitivo e, inizia a suscitare una curiosità
mediatica, dopo le osservazioni (1777-1783) di William
Herschel. Determinò la presenza di una atmosfera,
l’inclinazione (errando di 4 gradi in eccesso) dell’asse
marziano, la presenza di un’alternanza stagionale di
tipo terrestre seppur di diversa durata. Era convinto
che le bianche calotte polari di Marte fossero indice di
ghiaccio d’acqua e si diffuse l’idea che le sue macchie
oscure indicassero oceani. Ecco che Marte diviene,
tra gli scienziati, così simile alla Terra che nacque
l’idea che la somiglianza tra i due pianeti riguardasse
anche la presenza di esseri viventi, di una civiltà
marziana.
Karl Friedrich Gauss,
matematico tedesco, suggerisce di tracciare disegni
geometrici nella tundra della Siberia a fine
comunicativo (1802), un po’ come dei messaggi
ascrivibili allo scopo ipotizzato, da alcuni, per entità
aliene con i crop circles (l’idea quindi è d’origine
umana!) mentre J. von Littrow di comunicare per mezzo
di falò da accendere nella distesa di sabbia sahariana
(1819).
Intanto continuano e si
intensificano le osservazioni di Marte: l’Astronomo
Angelo Secchi (1850) individua le nubi in atmosfera e il
collega Pierre Janssen (1867) il vapore acqueo.
L’inglese Richard Proctor diffonde con le sue
pubblicazioni l’idea di un pianeta rosso idoneo alla
vita (1870). Nel 1877 Marte si trova nuovamente
all’opposizione ed è oggetto di studio di Giovanni
Virgilio Schiaparelli
il quale, nel maggio del 1878
rende noto, in una seduta della Reale accademia dei
Lincei, d’avere scoperto ben 40 canali sul suolo di
Marte poi, nel 1886, dopo successive indagini in periodo
di opposizione, che tali canali, in molti casi, si erano
suddivisi.
Artificiali? L’astronomo Camille Flammarion
ne è convinto e sono l’opera di una civiltà superiore
alla nostra (1892 in La planète Mars et ses
conditions d'habitabilité).
Le ipotesi di
Schiapparelli iniziano a vacillare con l’inizio del XX
secolo. L'astronomo Vincenzo Cerulli, nel 1900,
nell’articolo "Saggio di un'interpretazione ottica
delle sensazioni areoscopiche" riduce i canali come una
cattiva interpretazione di particolari troppo piccoli e,
a seguire, altri astronomi pongono altri seri dubbi ma
non viene esclusa la presenza su Marte di forme di vita.
L’astronomo Giorgio Abetti (1957) ritiene possibili
forme vegetali, piante, che seguono i cicli stagionali .
Sarà
l'inizio dell'era esplorativa a far cadere molti sogni
sul pianeta Marte,