Premessa storica
Fin
dall'antichità l'uomo è stato affascinato dai fenomeni meteorologici.
I
popoli antichi li attribuivano agli dei irati o semplicemente alla loro
volontà capricciosa.
Giove
(Lo Zeus dei Greci antichi) era il signore degli dei olimpici e
scatenava il fulmine sui poveri mortali e su chi aveva meritato la sua
ira.
Eolo
era il dio dei venti e liberava ogni tipo di vento, sia per aiutare i
naviganti sia per contrastarli.
Anche
Nettuno (Poseidone dio dei mari) poteva scatenare tempeste negli oceani
e produrre catastrofi
Il dio Thor
immani.
I
vichinghi avevano Thor, figlio di Odino, signore del fulmine e della
tempesta.
Altre
popolazioni avevano varii dei a cui attribuivano capacità simili.
Tlaloc era il dio della pioggia dei popoli americani pre-colombiani
e pure nell'Asia esistevano dei e dee che dispensavano pioggia,
vento, fulmini e altri fenomeni meteo.
Sembra che fin dai tempi delle civiltà mesopotamiche ed ebraiche si
tentasse una sorta di previsione del tempo. I Greci iniziarono delle
osservazioni che rimasero per secoli le uniche ad essere conosciute
riguardo le condizioni del tempo (il “Libro dei sogni” di Teofrasto
- “I fenomeni “ di Arato - “L'Almagesto” di Tolomeo )*.
Nel Medioevo la Meteorologia subisce un'involuzione e solo nel
Rinascimento si ha una svolta positiva rivolta ad un atteggiamento
scientifico e più corretto alla materia.
Anemometro di Leonardo
Codice Atlantico di Leonardo da Vinci
nella biblioteca Ambrosiana di Milano
Si
costruiscono i primi strumenti di misurazione: Anemometro ed
Igrometro ( Leonardo ), Pluviometro ( Castelli ), Termometro (
Galilei ), Barometro ( Torricelli ). Addirittura intorno al 1650 il
Granduca di Toscana, Ferdinando II, fa costruire la prima rete di
osservazione meteorologica.
Barometro di Torricelli
I
viaggi per nave danno nuove conoscenze e impulso all'osservazione e
alla conoscenza dei fenomeni meteo.
A
partire dal secolo 19° si cominciarono ad effettuare misurazioni dei
fenomeni meteo e delle loro caratteristiche.
L'impulso alla navigazione e la nascente industria, le comunicazioni in
crescita e l'avvento di nuovi strumenti spinsero l'uomo ad approfondire
la questione del Tempo meteorologico.
Si
comprese che il Tempo era causato da grandi sistemi di Perturbazioni e
Cicloni che si sviluppavano su grande scala ( migliaia di Km ) e così
nacque la Meteorologia Sinottica, che vuol dire osservazione
simultanea su grande scala. Lo sviluppo del telegrafo consentì di avere
osservazioni spedite più celermente, mentre prima si era relegati alla
posta ordinaria con tutti gli svantaggi di tempo e precisione.
Alcuni
eventi, come battaglie navali e terrestri perse in seguito a condizioni
meteo proibitive, spinsero alla creazione dei primi Servizi
Meteorologici ( Francia 1863, Italia 1866, Inghilterra 1861 ).
Le
scoperte del moto dei corpi ( Eulero e Newton ) e la formulazione di
W.Ferrel ( 1859 ) dei moti atmosferici ( deviazione delle correnti a
destra nell'emisfero Nord e viceversa in quello Sud ) danno ulteriore
impulso alla crescita della Meteorologia.
Tra il
1900 e il 1930 sono tre grandi scienziati che pongono le basi della
moderna Meteorologia: Richardson, Jeffreys e Bjerknes.
Richardson ( 1922 ) tenta di applicare un metodo semplice per risolvere
le complesse equazioni che descrivono l'evoluzione delle masse d'aria e
della pressione. Inventa così l'analisi numerica con risultati, a dire
il vero, disastrosi. La prima “previsione numerica” della storia è
complicata dai calcoli e da errori insiti nei dati di partenza. Solo con
l'inizio degli anni '50 e l'arrivo dei primi calcolatori si potranno
costruire i modelli fisico-matematici progenitori delle attuali
previsioni meteo.
Nello
stesso anno anche Jeffreys realizza la classificazione dei venti, dei
sistemi meteo (cicloni e anticicloni ) e scopre la presenza di
oscollazioni meridiane ad onde lunghe ( 3.000 -10.000 Km ) che producono
uno scambio di calore tra Poli ed Equatore ( il motore del Tempo ).
Più
tardi Rossby dà una spiegazione a tali ondulazioni che prenderanno il
suo nome ( onde di Rossby ) .
Comunque fu Bjerknes che ( 1918 ) avvalendosi di una rete di
osservatori nella Norvegia meridionale, formula un modello ( teoria dei
Fronti ) valido ancora oggi.
Osservando gli spostamenti di masse d'aria calde e fredde e disegnando
a mano sulle carte le isobare,
le isoterme
e altri dati, ed estrapolando il loro spostamento con
equazioni matematiche, riuscì a eseguire le prime previsioni valide
entro 24 - 36 ore. Sistema seguito fino ai primi anni '70 del secolo
scorso.
Isobare
Isoterme
L'invenzione delle radio sonde ( alloggiate a bordo di palloni
aerostatici ) permette di rilevare misure e fenomeni alle quote più alte
( da 10.000m a circa 30.000m ) scoprendo le Correnti a getto e altri
moti atmosferici molto preziosi per le previsioni meteo.
Dopo
la 2a Guerra Mondiale nasce in pratica la moderna Meteorologia che si
avvarrà anche della scoperta del Radar, che permette di osservare le
precipitazioni ( pioggia, grandine, neve ) anche a distanze di oltre 300
Km mediante la riflessione delle onde radar emesse dall'antenna. I
calcolatori in costruzione negli anni '50 -'60 e '70 permettono di
elaborare la grande mole di dati rilevati nelle stazioni di osservazione
permettendo le previsioni a qualche giorno di distanza ( 3-5 giorni ) e
più, fino ai giorni nostri.
Conoscere le condizioni iniziali dell'atmosfera rende possibile, tramite
modelli fisico-matematici, l'estrapolazione della probabile evoluzione
delle Perturbazioni e dei Sistemi meteorologici a grande scala.
Nasce
così l'OMM, Organizzazione Meteorologica Mondiale, organismo permanente
dell'ONU.
L'organizzazione si avvale di osservazioni meteo simultanee ( Sinottiche
) al suolo ed in quota per fornire una tridimensionalità alle
osservazioni.
Attualmente vi sono circa 10.000 stazioni di rilevamento in tutto
il globo e misurano ogni 3 ore i parametri più importanti per
fornire le previsioni ( pressione, temperatura, vento, umidità,
nuvolosità e quantità di precipitazioni ) oltre ai fenomeni locali nei
pressi della stazione ( neve, pioggia, nebbia ecc...).
Per le
osservazioni in quota invece ci sono stazioni ( circa 1200 ) che
lanciano palloni sonda riempiti con Elio ad intervalli di circa 6 - 12
ore a circa 20 - 30 Km di quota.
Essi
rilevano i parametri suddetti (pressione, temperatura, venti, ecc... ) e
trasmettono per radio i dati alle stazioni riceventi a terra. I palloni
poi esplodono e le sonde cadono a terra con paracadute e sono
recuperate, se possibile.
Ci
sono anche Boe automatiche e navi che registrano dati meteo sui mari e
stazioni automatiche a livello locale ( per es. in località montane )
per previsioni di tipo regionale, a piccola scala.
I
centri di raccolta elaborano e distribuiscono i dati ai vari organismi
meteorologici delle nazioni facenti parte dell'OMM.
Un
centro famoso per le previsioni è a Reading ( Inghilterra ) ed elabora
previsioni per l'area Euromediterranea a Breve e Medio termine ( da 24
ore a circa 10 giorni ).
Bisogna rimarcare che le stazioni sono carenti come numero ( ne
servirebbero 5 - 6 volte di più sul globo ) per avere dati più
affidabili e completi, ma la Terra ha deserti, montagne e oceani e si
comprende come sia difficile coprire al meglio tutte le parti del globo.
Da
pochi decenni esistono anche i satelliti meteo che hanno dato una grande
svolta alle oservazioni.
Tiros,
Meteosat, Nimbus, MSG ( Meteosat di seconda generazione ), Satelliti
Polari ecc... forniscono splendide immagini della Terra e dei sistemi
nuvolosi in movimento, con risoluzioni via via sempre maggiori.
Le
immagini che vediamo alla TV, presentate dai previsori dell'AM (
Aeronautica Militare ), provengono dal Meteosat 7 che orbita a circa
36.000 Km dalla Terra, in un punto dove la sua velocità e distanza lo
rendono stazionario col moto di rotazione terrestre, vale a dire che è
come se fosse fisso sulla stessa posizione e riprende sempre le solite
zone del globo. Nel visibile e nell'Infrarosso ( visione notturna e
della temperatura delle nubi ), e nel vapore Acqueo, cioè la banda di
radiazione delle molecole d'acqua. Ciò permette di sapere quanto vapore
c'è in Atmosfera e di vedere le correnti e le zone di perturbazione in
azione.
Col
progresso dei computers e dei satelliti e il miglioramento dei programmi
di previsione ( e si spera col moltiplicarsi delle stazioni di sondaggio
) si dovrebbe giungere ad un ulteriore perfezionamento e affidabilità
delle previsioni che, ricordiamolo sempre, sono Probabilistiche.
Ciò vuol dire che danno
probabilità
di un certo evento nel tempo e nello spazio, non certezza.
E
quanto più ci allontaniamo nel tempo di validità della previsione ( 24
ore, 2 - 3 giorni, 6 - 10 o più giorni ) tanto più la probabilità
decresce e la previsione diviene aleatoria, spesso viene stravolta
completamente anche nel giro di sole 48 -72 ore.
Claudio Guglieri