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I VERMI NON SONO VERMI
di Alessio Feltri |
A questo punto ritengo veramente irrispettoso il termine di Dinovermi, che avevo affibbiato a questi esseri negli articoli precedenti ed anzi mi asterrò anche dal chiamarli “animali”. Vista la loro ingegnosità e abilità costruttiva, avevo pensato di chiamarli gli Architetti, ma, dato il loro senso estetico approssimativo, d’ora in avanti li chiamerò gli Ingegneri.
Nella tavola seguente ne ho tratteggiato le caratteristiche appurate al momento, sempre tenendo presente che le indicazioni sono più un’ipotesi di ricerca, che una pretesa di definizione dettagliata:
Mi limito nella circostanza a far notare che con OID (Operational Influence Disk) ho identificato lo spazio circolare disegnato sul terreno antistante le creature.e su cui agiscono i simbionti bionici, con CBU (Central Body Unit) il corpo normalmente sotto la superficie e con CMU (Central Memory Unit) la supposta posizione dei centri nervosi. Le lettere in verde indicano una possibile correlazione con la nomenclatura A,B,C usata negli articoli precedenti per la definizione dei pezzi scheletrici, anche se i tipi C sono riferibili alle estensioni bioniche di cui ho parlato in precedenza..
Quello che pare assodato è che più questa creatura (molto simile ad una grossa seppia) cresce, più si comprende l’utilità di avere delle VTH, che consentono di “inquadrare” l’OID da punti di vista diversi (e forse anche con funzioni diverse).
Molte VTH, almeno quelle descritte come estensioni bioniche, sembrano essere costituite da sezioni metameriche binate orientabili e, come parrebbe da alcune foto, estremamente flessibili. In questo caso invece le VTH sono costituite dai tentacoli OTT e dalle VRM (Vertebrate Remote Microheads), appendici cefaliche ossee in miniatura (almeno quando la creatura è piccola) che avevo descritto negli articoli precedenti.
Quindi sembra evidente che alcune VTH fanno parte della creatura, mentre altre agiscono come simbionti ed anzi sono loro a muovere gli UWO di Gusev e a gestire le varie costruzioni, mentre il compito degli Ingegneri pare essere quello di “produttori” di materiali utili ai simbionti.
Nell’immagine che segue ho sintetizzato alcune delle foto di Ingegneri disponibili, per meglio chiarirne la morfologia. Non deve stupire l’uso di foto lunari: come è noto negli ultimi 30 anni la tecnologia ha fatto consistenti passi all’indietro, per cui le immagini del 1972 sono più chiare.
Nella tavola potete vedere come gli Ingegneri si dispongono sul terreno, con il corpo immerso nel fango, la CMU in superficie, 2 tentacoli vertebrati caudali che vengono tenuti dalla creatura aderenti al corpo e proiettati in avanti. I tentacoli anteriori terminano con le VRM di cui ho parlato in precedenza e vi sono 1 o più VTH più grandi. In foto è visibile una sigla (ISM) che descriverò nel prossimo capitolo. Le righe orizzontali in rilievo sono le tracce del rastrello degli astronauti.
Un ulteriore approfondimento lo possiamo ricavare dall’immagine seguente, in cui nella parte alta c’è un’inquadratura tridimensionale del settore circolare posto davanti alla CMU e contornato da linguette subtriangolari e corte appendici VTH che sembrano avere la funzione di operare al centro della struttura stessa. Nella foto in basso potete invece visualizzare la geometria anteriore di un Ingegnere “spiattellato” dal rover. Anche in questa immagine è ben visibile il settore circolare descritto, completo di un organo centrale, che è sempre un segnale facilmente identificabile nelle foto.
Per meglio comprendere l’ecosistema di questi esseri, dovete assimilare il concetto che funziona solo se è “completo”, in quanto ogni creatura svolge una funzione specializzata ed è essenziale alla sopravvivenza dei simbionti. Gli Ingegneri probabilmente agiscono un po’ come dei grossi ragni ed hanno funzioni di creatori di materie prime utili alla comunità. Questo dato è avvalorato dal fatto che quasi tutte le creature rinvenute su Marte sono ritrovabili con facilità tra le foto delle missioni Apollo.
Margherita Campaniolo
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