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Uno scudo spaziale per raffreddare la terra?
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L'idea, resa nota ad Erice nel corso del convegno internazionale, si
basa sulla possibile influenza delle radiazioni solari, in aumento |
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Molti si chiedono a che cosa servano le esplorazioni spaziali, non
rendendosi conto dei ritorni per la vita sulla Terra delle enormi spese
affrontate per conoscere meglio i pianeti che ci accompagnano nel moto
intorno al sole.
Ma ora potrebbe essere proprio il confronto con quanto avviene
sui pianeti più vicini a contribuire a spiegare il fenomeno
dell’innalzamento della temperatura.
Infatti, anche senza il concorso dell’attività umana lo stesso
fenomeno sembra avvenire anche su Marte e Giove, le cui temperature sono
cresciute rispettivamente di 0,6°C negli ultimi venti anni e di 10°
negli ultimi cinque anni.
Il cambiamento climatico su Marte è particolarmente importante in
quanto registra una crescita del tutto simile a quella terrestre
(+0,7°C in centocinquanta anni) in assenza di attività industriali.
Al momento, causa il limitato orizzonte delle conoscenze umane, alla
base del fenomeno vi è l'ipotesi di una variazione della radiazione
solare che giunge sulla superficie di Marte e della Terra.
Per giungere alla conclusione che il surriscaldamento terrestre sia
effettivamente generato dal Sole è però necessario rilevare un medesimo
trend di innalzamento delle temperature su tutti i pianeti e corpi
celesti del Sistema Solare.
In alcuni casi si registra effettivamente una crescita della
temperatura superficiale, ad esempio la luna di Nettuno e lo stesso
Giove, in altri non sono riscontrati sensibili cambiamenti oppure
mancano riferimenti storici affidabili.
E' inoltre difficile distinguere i cicli climatici di lungo periodo
dei singoli corpi celesti dalle variazioni generali di temperatura
apportate dalla radiazione solare.
La discussione scientifica sull'argomento è ancora aperta ma una cosa è
certa, che contribuisca o no a far crescere la temperatura,
l’inquinamento non fa bene alla salute di nessuno.
C’è già chi pensa ad uno “scudo spaziale” fatto di particelle
microscopiche di aerosol, simili a quelle emesse dai vulcani, per
abbassare la temperatura atmosferica riflettendo la luce solare.
Nel corso dei 'Seminari internazionali sulle Emergenze Planetarie' in
corso ad Erice è stato presentato un progetto teorico sofisticato,
ma la cui fattibilità è ancora da dimostrare.
L'ipotesi dell'aerosol, avanzata da Yuri Izrael, direttore dell'Institute
of global climate and ecology di Mosca, è condivisa e sostenuta dal
presidente dei seminari di Erice, Antonino Zichichi.
In realtà sparare nella stratosfera artica milioni di tonnellate di
aerosol di solfato altamente riflettente o di nano-particelle
appositamente preparate, per deviare i raggi del sole, è un'idea
lanciata già alcuni anni fa dall'allievo prediletto di Edward
Teller, padre dello scudo stellare ai tempi di Reagan e Lowell Wood
del Lawrence Livermore National Laboratory, Università della California.
L’insuccesso dello “scudo spaziale” militare non depone a favore del
progetto, il quale non sembra aver considerato come togliere,
ove necessario, quelle particelle. |
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Data: 27 agosto 2007
Fonte:
25/08/2007 - I TamTam
Link:
http://www.iltamtam.it
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