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Drago in formaldeide, la curiosità di Oxford

Gli studiosi inglesi: "E' fatto proprio bene, sembra vero". Si attende che il National History Museum effettui la biopsia sul cucciolo

Molto interesse all'Università di Oxford per il presunto drago del diciannovesimo secolo. E la curiosità è stata tale che il National History Museum ha voluto tenerla in considerazione. Quando il drago era stato scoperto nel suo barattolo di formaldeide, in un garage vicino Abingdon, Oxfordshire, gli studiosi erano rimasti impressionati ma avevano anche un po' storto il naso, considerandolo uno scherzo di cattivo gusto. Poi però, probabilmente anche di fronte all'interesse di Oxford, il Museo ci ha ripensato. Sì, varrebbe davvero la pena fargliela, quella benedetta biopsia. Se non per provare l'esistenza dei draghi, per studiare i metodi con cui, nei secoli passati, gli scienziati tentavano di discreditare le nazioni concorrenti. Intanto alcune precisazioni: il cucciolo di drago misura 30 inches, non 30 centimetri, quindi 76,2 centimetri ("le dimensioni contano", per dirla con Godzilla), ed è per ora sotto le amorevoli cure di Allistair Mitchell, improvvisatosi suo "manager" dopo il ritrovamento da parte di David Hart, il cui nonno (e non "zio") Frederick Hart era facchino al Museo un secolo fa. Mitchell stesso ha dubbi sull'autenticità del baby drago: nel 1890 o giù di lì, quando fu impacchettato e inviato dalla Germania, i tedeschi ci sapevano fare piuttosto bene, con la gomma. "Gli scienziati dell'epoca erano come le popstar di oggi, sarebbe stata una grande propaganda, per i tedeschi, se la notizia fosse venuta fuori", spiega Mitchell. Oppure il prodotto usato potrebbe essere cera. Ma le perfette fattezze della creatura hanno stupito anche i cervelloni dell'Oxford University, un importante punto a favore del draghetto. "Tutti quelli che lo vedono esclamano che è vero", racconta Allistair Mitchell. La biopsia, insomma, s'ha da fare.

Un draghetto da adottare
Diciamo la verità: sarà falso come un anello elfico che si trova in un centro commerciale, ma Baby Drago è una simpatia. Virtualmente parlando noi lo abbiamo adottato volentieri (immagine in alto: il piccolo è sorvegliato da un nostro addetto), e magari potremmo chiamarlo proprio così, Baby Drago, anche se sarebbe come chiamare un cane "piccolo cane"... O forse, visto che è un draghetto tedesco, potremmo chiamarlo Fritz, o Hans... Baby Drago, sitz, a cuccia, raus!... Bene, ci penseremo. Ad adottarlo ufficialmente come mascotte, oggi, anche quei pazzi scatenati di Razione K, che salutiamo. La rubrica, in onda su radiotre alle 14.30 (sito su
www.radio.rai.it/radio3/razione_k), avrà proprio per tema "le mascotte" e visto che i conduttori del programma si chiamano Cappa & Drago...

31 gennaio 2004 - FONTE: oxfordstudent.com - The Telegraph - razione k - AUTORE: RC

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