Negli anni ’40,
dilaniati dalla seconda guerra mondiale, ci furono molte storie che
raccontavano le gesta di eroi speciali. Oggi voglio raccontarvi le
vicende di un eroe particolare, non fosse altro perché si tratta di un
pollo.
Mike, questo era il
suo nome, era un pollo come tanti altri, destinato a diventare una
pietanza saporita ma il fato aveva in serbo per lui ben altro futuro.
Esattamente il 10
settembre 1945, nella cittadina di Fruita in Colorado, Mike stava per
diventare il protagonista di un bel pranzo quando, per un buffo scherzo
del destino, invece che di un pasto, diventò attore principale di una
spettacolare vicenda.
Il proprietario del
pennuto in questione, Lloyd Olsen, lo decapitò, come aveva fatto
infinite volte con altri polli durante le sue mansioni di allevatore e
contadino. Una piccola ma fondamentale differenza rispetto al passato
però c’era: invece di portare in casa il lauto banchetto, il pranzo se
la diede “a zampe” per tutta l’aia!
Confidando di trovarlo
presto stecchito, Lloyd aspettò pazientemente il giorno dopo, ma, con
sommo stupore, lo ritrovò accovacciato a dormire con la sua (ex)testa
sotto l’ala. Vista la strenua voglia di vivere di questo piccolo eroe,
il suo padrone si ingegnò per aiutarlo. Sorgeva un problema: come
nutrirlo? La soluzione fu brillante. Un semplice contagocce riempito di
acqua e pastone e il nutrimento fornito direttamente nell’esofago
dell’animale. Qualche giorno dopo, costatando che Mike era ancora vivo,
decise di portarlo all’università dello UTAH, dove, nella facoltà di
veterinaria, venne studiato e in qualche modo svelato il mistero della
sua singolare vitalità post-decapitazione.
Tecnicamente il taglio aveva lasciato un orecchio e quasi
integra la corteccia cerebrale, salvaguardando le funzioni fisiche
fondamentali, e un grumo di sangue aveva sigillato la giugulare
impedendo il dissanguamento e quindi graziando l’animale da morte certa.
Era il primo passo della carriera da superstar di Mike.
Da quel giorno, tutti
volevano ammirare questa “magia della natura” e così, un circense, lo
“strappò” all’affetto della sua famiglia per la stratosferica cifra (per
quell’epoca) di diecimila dollari e lo assicurò per lo stesso valore.
Iniziò una vera e propria tournée in giro per il paese. “The wonder
chicken” (il pollo delle meraviglie), viveva una vita speciale, era
addirittura(!) aumentato di peso da circa 2 libbre e mezzo a 8. Tutti,
grandi e piccini, lo adoravano non per quel che gli mancava, ma per
quella speciale voglia di vivere di cui era simbolo. Era variata anche
la sua dieta: dal cibo liquido a quello solido, veri e propri chicchi di
granturco. Il suo singolare status, gli permise di ottenere addirittura
le attenzioni del Guinness dei primati e di due magazines molto noti:
Time e Life.
Questa
fiaba moderna durò approssimativamente 550 giorni, fino alla notte in
cui, in un
motel dell’Arizona, Mike iniziò di colpo a tossire e a strozzarsi,
mostrando sintomi di soffocamento. Il suo proprietario non fu in grado
di salvarlo e così il suo prezioso pollo lasciò il mondo a cui
tenacemente si era aggrappato.
Da allora, fino ai
giorni nostri, ogni terzo weekend di maggio, si celebra la leggenda di
questo piccolo grande eroe e la sua fama non cessa di espandersi in
tutto il mondo. E’ stato addirittura creato un sito internet dedicato a
lui ed è fiorito un vero e proprio business nella sua cittadina di
origine.
I suoi ammiratori lo
ricordano con affetto e gli sono grati per il suo involontario
insegnamento, per la dimostrazione che, anche con una menomazione così
grave, la vita a volte riserva sorprese incredibili.