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LIKE A ROLLING STONE Gli ingegneri non sono architetti di Alessio Feltri
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In Meridiani, allo stadio giovanile gli Ingegneri vivono coi simbionti sotto delle volte (BCS con strutture BVB) a forma di settore sferico più o meno regolare, davanti alle quali è talora visibile l’impronta circolare dell’OID. Di norma rimangono “di sentinella” le VTH, ma di quando in quando si intravedono forme che potrebbero essere ricondotte alle CMU. Assodato che non si sono riscontrate grosse colture di sferule in Gusev e che siamo in presenza di costruzioni artificiali, sembra che le lastre abbiano la doppia funzione di riparo e di substrato per una specie di coltivazione estensiva delle sferule, in cui non può evidentemente non avere un peso determinante la grande quantità di ematite, motivo principale della scelta di Opportunity.
Questa congettura proviene dall’immagine seguente, in cui sono esemplificati alcuni piccoli ricoveri in BCS e una delle grandi strutture a volta che si affacciano sul cratere (in giallo ho indicato l’OID di un Ingegnere di grandi dimensioni, orientativamente tra i 10 e i 20 metri di lunghezza):
Come si può notare la volta ha leggermente ceduto sotto il peso delle creature ammassate sulla parte superiore, ma è perfettamente riconoscibile e soprattutto è chiusa con delle BCS piatte inclinate, attraverso le quali si intravede una macchia chiara (presumibilmente una VTH, l’altra è visibile a sinistra dell’OID). Al riguardo preciso che non sono al momento in grado di confermare la presenza di Ingegneri vivi di grandi dimensioni nella zona, mentre per quelli di taglia ridotta vi è l’assoluta certezza.
Un altro segnale delle enormi dimensioni degli Ingegneri è facilmente rilevabile dalle immagini relative ad un altro edificio che si affaccia sul cratere (I più pignoli avranno certamente notato che non ho parlato di “caverna”, in quanto queste costruzioni sono aggettanti rispetto all’orlo del cratere e, almeno per quanto possiamo vedere, non scavate nel terreno preesistente). Questa è anche una spiegazione del motivo per cui Endurance appare di forma quadrangolare nelle foto satellitari. Ma torniamo all’edificio:
Le frecce indicano come la struttura radiale dell’enorme tubo BVB alla destra della volta in BCS sia la stessa trovata negli UWO di Gusev e, in piccolo, lungo il bordo di Endurance. Come avevo già esplicato le sezioni delle BVB sono circolari a simmetria radiale, con settori circolari di 120°, connesse tra di loro con tubature più piccole. In color seppia è indicato un enorme cerchio OID, posto proprio davanti all’ingresso dell’edificio. Se poi considerate che le pendici del cratere sono tutte rivestite in BCS fino al punto di modificarne pesantemente la geometria originaria, è lecito presupporre l’esistenza di intricati condotti sotto le lastre. Praticamente una città.
Questi ammassi di materiale biogenico potrebbero almeno in parte essere solo il segnale di un passato lontano, visto che con tutta probabilità, attraverso un miglioramento genetico durato milioni di anni, gli Ingegneri si sono evoluti in Architetti.
Questa scherzosa affermazione ha un fondo di verità. Forse qualcuno ricorderà che in “Venere…su Marte” avevo riscontrato come nella BCS ribaltata lungo il bordo del cratere si vedessero delle strutture “razionali” ad andamento quadrangolare e lineare.
Ebbene ricordate ora la foto che abbiamo visto in precedenza, quella con la tavoletta nervata sulla sinistra. Quello sembra ora il “mattone” preferito da strane creature di piccola taglia (gli Architetti), che lo impiegano per le loro abitazioni e per quella che noi potremmo chiamare “viabilità”. Ho chiamato questo mattone RCB (Ribbed Composite Brick).
Al riguardo possiamo osservare nella foto seguente l’RCB di cui si è parlato (in cui ha sicuramente un ruolo non secondario la disposizione ordinata delle sferule) e soprattutto, in 3D, due casette di Gusev, in cui si vede un sapiente uso delle nervature e di quello che sembra un inizio di gusto estetico. Le linee sono poligonali, si vedono dei parallelepipedi, dei coni, dei cilindri: il tutto naturalmente avrebbe anche potuto essere casuale o un effetto ottico dovuto alla distanza, ma le foto lunari confermano il dato ed anzi spostano l’asse del problema, visto che la loro tecnologia potrebbe, almeno per certi versi, rivelarsi decisamente più avanzata della nostra.
Ed ora analizziamo un’immagine per chiarire la morfologia degli Architetti.
Dalle foto (molte in 3D) si può rilevare che, come sulla Luna, anche su Marte gli Architetti sembrano presentare dimorfismo sessuale e comportamento monogamo, per cui li ho scherzosamente chiamati Fred e Wilma, augurandomi di non averli offesi tutti e due.
Nelle immagini è presente una prima traccia di alta tecnologia, consistente in una struttura discoidale con una sferula al centro, che appare sostenuta a leggera distanza dal suolo. Ho chiamato questa forma GDU (Gravity Disk Unit), in quanto dalle foto apparirebbe correlata a mezzi di trasporto bionici.
Come si può vedere le stesse GDU erano state rinvenute sulla Luna, ma, mentre le sferule lunari erano metalliche e probabilmente “operative”, quelle in Meridiani sembrano essere in quella che si potrebbe definire “fase di maturazione”, in un possibile processo biogenico -> bionico -> sintetico.
N.d.A.: Per questa, come per le altre immagini vale il consiglio di scaricarle, aumentarne la risoluzione e ingrandirle leggermente, utilizzando sempre occhiali 3D a lenti colorate. Generalmente delle varie creature ho inserito un gran numero di foto, sia marziane che lunari, in modo che anche qualora qualche immagine fosse discutibile perché dubbia, poco chiara o pesantemente ritoccata dalla NASA, comunque fosse indiscutibile la loro sostanziale presenza nei due contesti.
Particolare “curioso” è che le GDU sono spesso fotografate vicino a strani oggetti, molto simili a giocattoli, che hanno a bordo le solite “happy faces”, che finora abbiamo conosciuto come simbionti VTH bionici, ma che, vista la loro tecnologia apparentemente progredita, potremmo chiamare i Tecnici.
Per i lettori più piccini ho evidenziato in questa tavola le foto di uno strano “essere”, comunissimo in Gusev, che ho scherzosamente chiamato Topo delle Dune.
La cosa un po’ preoccupante è che la colonna vertebrale visibile nella foto di destra in basso sembra composta di tante piccole VTH connesse attraverso degli alberi che terminano in una scatola cubica, mentre in basso si vede un muso conico bicolore davanti ad un cilindro con una specie di perno o incastro nella parte anteriore. In altre foto si vede che il suddetto perno è connesso ad una GDU, che in questo caso sembra quadrangolare. In altre parole il Dunemouse sembra una specie di automezzo con motore GDU e trasmissione a…VTH.
Prodigi dei Tecnici.
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