di
Margherita Campaniolo
Nelle sue linee generali conosciamo la "storia" che ruota attorno al
ritrovamento, a Newton, del singolare quadro che ritrae un crop circles,
firmato
V. Stove, 1913.
In un precedente pezzo ponevo seri dubbi sulla veridicità della storia a
partire da delle mie considerazioni e piccole indagini in merito ai
luoghi dell'accaduto. La storia però, divulgata, ricordiamolo, dal
collections agent Tucker Darby (di Tampa ma
originario di Newton), autore del web site
Who is
Beniamin Stove? e scopritore del quadro stesso, ha interessato e
destato la curiosità di qualcuno che ha svolto delle indagini "sul
campo" e, udite udite, qualche piccola certezza, in mezzo ad un numero
considerevole di seri dubbi, è stato in grado di produrla.
Mary Challender,
Register Staff Writer del
The Des Moines Register, in
un suo articolo ci ragguaglia che:
1. Al reparto della polizia di Newton non hanno mai sentito parlare di
Benjamin Stove.
2. Il
nome di Tucker Darby non è nei registri della High School di Newton
(ricordate come avessimo scoperto che ne esiste una soltanto in tutta
Newton e che avrebbe dovuto essere la scuola frequentata sia da Stove
che Tucker).
3. A Newton solo una persona ha sentito parlare sia di Darby Tucker che
degli Stove, cioè Holly Youngquist,
il bibliotecario alla biblioteca pubblica di Newton poiché ha risposto a
chi gli chiedeva in merito a queste persone, se erano, o meno, realmente
di Newton... con risposta negativa.
E
ancora
4. Persino a Tampa non risulta esiste nessun Tucker Darby; un T. Darby
risulta vivere a Roswell.
A questo punto la
Challender si chiede se non è il caso
di tramutare l'interrogativo originale "Chi è
Beniamin Stove?" con "
Cos'è il sito web
Beniamin Stove?"
Così come appurato da
Francesco Grassi
, il sito è stato registrato dalla GMD
Studios (Winter Park, Fla.). La Challender ci
indica il nome del suo direttore generale, Brian Clark e come la
società sia interessata a sviluppare e sperimentare alternate
reality games. Uno di questi giochi tra realtà
e finzione già sperimentati e "inventati" da Clark, quali "Art
of the Heist," (per la Audi) ha incluso il
reale furto di un'automobile a New York.
Ma cos'è un ARGs ovvero un
alternate reality games? E' Un gioco virtuale che, se ben fatto,
dovrebbe rispondere a queste regole d'oro:
• la storia deve oscillare tra il mondo reale e l'immaginario.
• la vicenda deve
entrare nel mondo reale attraverso differenti vie come siti web, e-mail,
telefonate, lettere, giornali, foto, tabelloni...
• rivolgersi ad una
Comunità ampia di giocatori che lavori insieme per risolvere il mistero
e mettere insieme le tessere del puzzle.
• i nomi reali di chi è dietro al gioco devono restare assolutamente nel
mistero.
• non bisogna ammettere mai che è un gioco. Comportarsi come se
fosse tutto reale.
Nonostante sia stato
interpellato, Clark, chiaramente, non si pronuncia, sul "gioco"
in questione il "whoisbenjaminstove",
e come potrebbe? Contravverrebbe ad una delle regole d'oro di un
ARGs? Il "suo"? Certamente no.
Concludemmo il nostro
pezzo precedente con la frase
"Pittogramma del 1913?
Game Over!" oggi vogliamo aggiungere un complimento a
Tucker Darby
(o come mai davvero si chiamerà l'ideatore di questo gioco).
Ha scelto la tematica IDEALE per un ARGs poiché a leggere i punti
fondamentali che fanno di un ARGs un successo, bhe... non vi siete
accorti calzino perfettamente per ciò che ha fatto la "fortuna" dei
cerchi nel grano?
E il gioco
continua!