Un sogno: tuffarsi in un buco nero

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Manipolare le stelle. Alcune idee di frontiera stanno entrando, non senza timidezza, nei salotti buoni della fisica spaziale. A patto di dimenticare la fisica come la conosciamo oggi. Un esempio? L’ipotesi dello scienziato Miguel Alcubierre.
La sua astronave avrebbe la capacità di contrarre lo spazio-tempo davanti ad essa e di espanderlo all’indietro, trattando l’universo come se fosse di gomma. E allora il limite della velocità della luce sparirebbe perché non è un’astronave a muoversi, ma tutto lo spazio-tempo. L’intera galassia sarebbe a portata di mano.
L’altro, e più famoso sistema, è quello dei “buchi” nello spazio-tempo, punti in cui aprire un varco tra due zone dell’universo e passarci dentro ritrovandosi istantaneamente dall’altra parte. Peccato che, secondi i calcoli, per realizzare queste idee ci vogliono energie spaventose. L’idea sarebbe di addomesticare un buco nero, e forse non basterebbe.
I primi concetti in questa direzione risalgono al 1935, e furono elaborati da Albert Einstein e Nathan Penrose. Un’ipotesi che ha ispirato molti romanzieri, ma potrebbe anche aprire nuove finestre.

 
   

Data: 20/11/2003

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Fonte: Rivista del Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR

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