Già in greco classico esisteva
la parola archaiologhia,
col significato di studio dell'antichità, composta di due elementi:
archaios,
che significa antico, e
-loghia, cioè discorso.
La voce fu ripresa dagli
antichisti del primo Ottocento per indicare lo studio dei reperti
dell’antichità nel loro significato artistico: le
sculture, le
pitture e gli edifici antichi visti
in rapporto alle categorie del
bello e del
brutto.
Nello stesso periodo venivano
costituiti i primi grandi musei pubblici europei, come il Louvre di
Parigi, i quali generalmente contenevano una sezione archeologica con
bassorilievi e statue antiche.
Col tempo, la parola archeologia
acquisì però un significato più autonomo dalla storia dell'arte
classica. Passò cioè a indicare l'attività di scavo, compiuta attraverso
specifiche tecniche, per la ricerca di reperti di civiltà del passato.
In questa chiave l'archeologia
diventa una delle discipline ausiliarie della
storia
in grado di contribuire fortemente allo studio della nostra
civiltà, recuperando e
decodificando tracce e reperti di antiche
età.
L'archeologia medievale, ad
esempio s'interessa soprattutto delle manifestazioni della
cultura materiale: vengono così
condotti scavi per conoscere la
forma e le dimensioni delle
abitazioni, i modi con cui venivano allevati gli animali e le tecniche
di coltivazione dei terreni agricoli.
Quest'attenzione alle tracce
materiali e architettoniche di un particolare momento storico è stata
estesa anche allo studio della progressiva industrializzazione del
territorio avvenuta nell'ultimo
millennio: dai complessi di mulini
ad acqua del Duecento fino alle grandi fabbriche e ai magazzini del
nostro secolo.