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"Viaggio nel cielo"

con gli occhi e con la mente di un astrofilo

 

Intervista ad Aldo Gagliano dell’O.R.S.A. Di Palermo


Di

Margherita Campaniolo

 

Agli albori dell’era illuminista della ragione, tanto cara agli uomini di ratio, fu detto che tutte le sensazioni, le passioni, le emozioni provate nell’atto in cui vediamo, sentiamo, amiamo e desideriamo producono impressioni; le idee, ovvero i pensieri, non sono altro che immagini di queste.

Ciò fece dire a David Hume: “La bellezza esiste nella mente di chi la contempla”.

Seppur  a malincuore devo riconoscere che tale affermazione è assolutamente consona per quanto concerne la natura affascinante e immaginifica delle costellazioni. Cosa sono queste se non raggruppamenti convenzionali di stelle che solo per ragioni prospettiche si trovano vicine le une alle altre quando nella  realtà sono solo infinitamente distanti?

Beata prospettiva, oserei dire! E beata la capacità tutta umana di proiettare in questa visione falsata della realtà la proiezione dei propri sogni, delle proprie paure, delle proprie speranze.

Grazie a ciò, quell’apparente caos di punti luminosi prese forma e l’uomo v’iniziò a "disegnar figure" come su un enorme album da disegno in cui l’artista esprimeva intimamente se stesso.

Questo fatto del passato, che trova riscontro nella passione manifesta dell’uomo d’oggi d’ammirare la volta celeste, crea un legame non solo tra tutte le civiltà di tutti i tempi, ma corrisponde ad un retaggio che ci accomuna ogni volta che guardiamo il cielo!

 

Ho chiesto al signor Aldo Gagliano, un astrofilo facente parte dell’associazione O.R.S.A di Palermo http://www.orsapa.it/ di raccontarci un po’ le sue emozioni, la sua esperienza e le sue conoscenze riguardo all’osservazione del firmamento.

Con grande disponibilità ha accettato di rispondere a qualche mia domanda e questo che segue è il "viaggio" che ne è venuto fuori, un "viaggio nel cielo" con gli occhi e con la mente di un astrofilo:

 

D Signor Aldo Gagliano, lei è il responsabile della divulgazione dell’associazione astrofili O.R.S.A, potrebbe spiegarci esattamente cosa s’intende con l’accezione "astrofilo"?

R Esattamente potremmo dire "Amante del Cielo", ma è troppo generico. Diciamo che l’astrofilo

è un appassionato delle scienze astronomiche, comprendendo in genere fisica, cosmologia, planetologia, bioastronomia etc. Una sorta di astronomo "non professionista", che (nulla togliendo

ai professionisti) guarda un po’ più di quest’ultimi il cielo e si aggiorna costantemente su pubblicazioni inerenti la materia.

 

D Negli ultimi anni si è assisto al moltiplicarsi di nuovi gruppi ed associazioni d’astrofili.

I dati in suo possesso concordano con questa affermazione? Che ne pensa?

R Sì, è vero. Secondo me è solo una questione di conoscenza. Intendo dire che molte persone non

sanno dell’esistenza di queste associazioni, ma una volta a conoscenza si avvicinano con molto interesse. D’altro canto, non ho mai incontrato una sola persona del tutto disinteressata ai misteri del profondo cielo

 

D L’uomo del XXI° secolo è fondamentalmente razionale, vive di tecnologia e scienza eppure subisce il fascino del cielo e delle costellazioni come quello d'un tempo, un richiamo immutato nei secoli.

Da cosa dipende questa affinità emozionale tra l’uomo d’oggi e quello di ieri?

R L’eterna ricerca del sapere, quindi dell’ormai scontato "chi siamo e perché siamo qui, da dove veniamo" etc.. Potremmo anzi dire che l’uomo di oggi è ancora più interessato e coinvolto rispetto

ai nostri antenati, grazie a tutte le scoperte (e non sono poche) che la scienza di oggi ci ha regalato.

Inoltre potrebbe sembrare un paradosso (invece è normale) ma più sappiamo e più vogliamo sapere.

E sicuramente il materiale non manca…..(!)

 

D E la sua passione per il cielo da cosa nasce?

R Troppo complicato rispondere ! Ci provo; inizialmente (dalla tenera età di 13 anni) da una passione indiscriminata per tutte le scienze (con particolare dedizione alla fisica); un po’ più tardi, la fortunata lettura del primo fascicolo di un’enciclopedia di astronomia mi coinvolse a tal punto che nel giro di poche settimane riuscii ad avere una discreta libreria di testi astronomici. Terza tappa fu la conoscenza di amici con la stessa passione. Da allora, tutto ciò non si può più definire una "passione" (anzi, mi scoccio moltissimo con chi dice "un hobby") bensì una vera e propria "religione".

 

D In un romanzo francese del novecento, l’autore fa dire al protagonista, intento ad ammirare il cielo: <<Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua>>.

E lei, ha già trovato la sua? Qual è la costellazione che preferisce, che l’emoziona maggiormente?

R Sicuramente la frase è intenzionalmente poetica, ma forse l’autore non sa che c’è una vera e propria ragione scientifica in quello che ha detto (il paradosso di Olbers l’insegna): ma sarebbe troppo lungo parlarne qui. La mia stella comunque è Rigel in Orione; la costellazione preferita (e qui divento prevedibile) è Orione.

 

D Qual è lo spirito corretto con cui avvicinarsi ad osservare il "caro vecchio cielo"?

R Un po’ di umiltà, un pizzico di modestia intellettuale, una grande voglia di provare a capire

(se poi si ci avvicina con un esperto accanto, molto meglio…).

 

D Che consigli darebbe a chi volesse coltivare questa passione?

 

R Dipende anche dall’età. Comunque, in ordine:

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cominciare a leggere qualche libro di divulgazione (c’è ne sono di meravigliosi, scritti da

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persone fantastiche) – se si riesce a finire il primo libro (con interesse) passare al punto 2

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avvicinare un’associazione o amici già un po’ esperti e con loro uscire per una serata osservativa, magari anche con un piccolo binocolo

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Sempre con amici più esperti, farsi spiegare le costellazioni

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Mettere in pratica sul campo (cercare di riconoscere da soli) quanto detto al punto 3

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Studiare più seriamente (con l’aiuto di testi specifici) il cielo

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Comprare un piccolo telescopio

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Non lasciare più la lettura di testi divulgativi

 

D Nei giorni a venire, quale evento celeste ci consiglierebbe di non perdere?

R In termini di tempo, c’è stato nei giorni scorsi un bellissimo allineamento di pianeti; sicuramente era da non perdere. Non sono d’accordo però nell’aspettare il cosiddetto "evento": il cielo va guardato  quando ci va, anche da soli; possibilmente in un luogo lontano dai centri abitati (meglio se in montagna). E quando restiamo affascinati da un oggetto, cercare di saperne di più, con testardaggine !

Comunque, per chi può, restano tra i primi posti (molto popolarmente) le eclissi di Sole (dico per chi può perché le prossime sono visibili in luoghi molto lontani da noi). Da non dimenticare (quando disponibili!) i passaggi di bolidi e meteoriti quali Perseidi, Leonidi etc…

 

D Gli uomini del passato, pur non disponendo dei mezzi d’oggi, avevano la possibilità d’osservare un cielo limpido ma soprattutto privo d’inquinamento luminoso.

So che questo è uno dei problemi più discussi all’interno dei gruppi astrofili, potrebbe parlarcene?

R E’ un grandissimo problema; non si può affrontare in poche righe; tutte le associazioni italiane si stanno battendo "con i denti" (sinora inultilmente); finalmente anche la cosiddetta scienza ufficiale si è accorta che la questione non è più rimandabile. Purtroppo il vero guaio è la non conoscenza dei termini del problema ! Sicuramente chiunque conoscesse i termini esatti di quello che si chiede (ed i relativi benefici per tutti), sarebbe assolutamente d’accordo con noi. Per la cronaca, ORSA è tra i promotori di un’associativismo a livello regionale per combattere meglio il nemico. Nascerà a breve un vero e proprio Portale Internet (da me progettato e curato) per meglio affrontare la discussione.

 

D Un altro settore in ascesa è quello dedicato all’ufologia e ai problemi connessi allo studio della reale natura dei numerosi oggetti volanti avvistati nei cieli del nostro pianeta.

Al di là delle sue personali convinzioni sull’argomento, ritiene che astrofili ed ufologi possano o meglio, sia auspicabile, creino, forme di collaborazione e consulenza?

R Assolutamente NO ! Se parliamo di scienza sono disponibile, per la fantascienza non ho tempo da investire (ma questo, senza offesa per nessuno, è il mio personale parere).

 

Quest’ultima risposta, per quanto possa sembrare fuori posto in un sito che parla d’ufologia, era importante restasse così com’è, secca, precisa, inequivocabile e non solo per il doveroso rispetto delle idee del signor Gagliano.

E’ una frase che m’induce a riflettere, che deve indurre a riflettere chi opera nel campo dell’ufologia.

Nessuno certo se ne stupisce, conosciamo benissimo ciò che si dice di questa materia, e non solo in ambito scientifico, ma forse una parte di responsabilità dobbiamo imputarla a certi atteggiamenti troppo superficiali che fanno scadere l’ufologia agli occhi dei più.

Ritengo personalmente che la collaborazione d’esperti d’astri e costellazioni possa essere di fondamentale importanza proprio nell’interesse della verità, terreno comune sia degli astrofili che degli ufologi seri: troppo spesso fenomeni assolutamente naturali vengono scambiati per U.F.O!

 

Se posso permettermi una divagazione direi che è veramente seccante dover ogni volta abbinare l’aggettivo "seri" alla parola ufologi, già la parola in sé dovrebbe caratterizzare in senso positivo un uomo competente e impegnato nella materia ed invece aggettivare e relegare il resto con l’espressione "raccontator di favolette". Avverrà mai? Mah! Me lo auguro!

 

Al signor Gagliano in ultimo chiesi qualche immagine da corredare all’intervista e me ne concesse diverse, poi, nell’imbarazzo della scelta, domandai quale, secondo lui, era la più rappresentativa per dare ai lettori un’idea delle meraviglie dell’universo celeste. A sorpresa, è venuto fuori un ulteriore breve dichiarazione, tanto appassionata quanto indicativa dell’atteggiamento di stupore dell’uomo di fronte al cielo.

"Chi non sa più provare stupore né sorpresa è come morto; i suoi occhi sono spenti" disse un giorno Einstein, e nessuno, credo, possa accusare Einstein di mancata mentalità scientifica!

L’immagine indicatami è veramente emozionante, da togliere il fiato, poco importa se questa idea che trasmette è solo un’impressione della mente, non reale… quindi illusoria…

 

"Per l'immagine potrebbe andare bene la nebulosa di Orione, M42:

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prima di tutto perché è una "fucina" di nuove stelle (e quindi di nuovi pianeti e sistemi solari);

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secondo perchè è uno degli oggetti più belli del profondo cielo;

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terzo perchè è un'oggetto che si può osservare anche con un piccolo telescopio; naturalmente l'effetto visivo non è quello della fotografia, comunque....

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Quarto (e scusa la pubblicità) è pure una foto fatta da noi, premiata a livello nazionale.

 

 Effettivamente come dargli torto: Orione è tra le più luminose e belle costellazioni, rappresenta la sagoma di un uomo, che affronta la carica del toro, presente nella costellazione accanto.

La nascita di questa raffigurazione risale ai Sumeri che l'associarono al loro grande eroe Gilgamesh, che combatteva contro il toro. Essi chiamavano la costellazione "URU AN-NA" ovvero luce del cielo .

Un uomo nel cielo che illumina la notte in eterna lotta, quale miglior proiezione per l’uomo del XXI° secolo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rappresentazione figurata della costellazione di Orione

 

Margherita Campaniolo

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