La Sicilia, fra le regioni italiane, ha un alto tasso di
avvistamento di Ufo. Quello dell'esistenza degli alieni è un
argomento fra i più controversi, ma anche fra i più affascinanti. Ne
abbiamo parlato con Margherita Campaniolo, uno dei massimi esperti
del ramo.
Nata ad Agrigento, ma residente a Trapani, è ricercatrice,
scrittrice e astrofila. Da 18 anni insegnante specializzata di
informatica applicata alla didattica, fa anche parte del comitato
d'accoglienza dei bambini Bielorussi colpiti da contaminazione
radioattiva. E' autrice di articoli e studi apprezzati non solo in
ambito ufologico che diffonde attraverso riviste e siti internet. E'
tra gli studiosi più preparati in campo internazionale riguardo al
fenomeno dei cerchi nel grano.
-La Sicilia è un luogo «misterioso»?
«Assolutamente si! Un luogo con una tale natura, scenario di
conquista per innumerevoli popoli e dalla storia così complessa. E'
terra di misteri geologici, archeologici, di personalità misteriose
e, ahimé, di enigmi storico-politici».
-Quanti avvistamenti avvengono ogni anno in Sicilia?
«Dai dati raccolti dal Centro Italiano Studi ufologici e dal Centro
Ufologico Nazionale, tra il 2000 e il 2003 sono stati segnalati,
rispettivamente, 436, 885, 817 e 597 casi*. La provincia col maggior
numero di segnalazioni è quella di Catania. Agrigento si attesta
agli ultimi posti: nell'anno appena trascorso registra un solo caso
(ottobre 2003 a San Leone) e, nell'arco di tempo 1939-1998,
solamente 46 casi».
-Quanti di questi sono attendibili?
«Se per caso attendibile intendiamo testimonianza sincera, la
percentuale è molto alta. Sono convinta che i testimoni, tranne rare
eccezioni, raccontino esattamente ciò che hanno percepito e visto;
testimoniare non è mai un fatto semplice, significa mettersi in
gioco senza ricavarne nulla, se non la speranza di avere una
risposta ad un'esperienza fatta; se invece per attendibile
intendiamo di certa natura ufologica, la percentuale si abbassa
inesorabilmente: i casi che possono dirsi d'Ufo in senso stretto
(oggetto volante non identificato) non sono poi molti. Nel cielo
possono essere visti, e non riconosciuti come tali, velivoli,
satelliti o rottami spaziali, palloni sonda, eventi astronomici».
-Un caso eclatante?
«Rimanendo in Sicilia citerei un caso del dicembre 1997 quando un
oggetto volante rettangolare molto grande (i testimoni lo
descrissero così: «Era un paese che camminava nell'aria») sorvolò in
silenzio una decina di pescherecci della flotta mazarese in attività
nelle acque internazionali del Canale di Sicilia, sotto lo sguardo
sbigottito di tutti gli equipaggi».
-In media gli avvistamenti siciliani sono più o meno frequenti che
in altri luoghi?
«Confrontati alla casistica regionale italiana degli ultimi anni, la
Sicilia si attesta, per avvistamenti, tra la quinta e l'ottava
posizione. La regione col maggior numero di avvistamenti annui è la
Lombardia».
-Sono mai stati trovati cerchi nel grano?
«No, non di cerchi in senso stretto e di origine ignota. L'unico
cerchio nel grano siciliano (estate 2003) ha una paternità umana
dichiarata e cioè la mia; è stata un'esperienza che ho voluto fare
per comprendere meglio il fenomeno. Vi sono invece casi di tracce al
suolo: uno molto singolare è avvenuto negli anni
Ottanta a Buseto Palizzolo, in provincia di Trapani, dove
un'impronta circolare fu trovata in un vigneto; tutto era
carbonizzato; a terra singolari fori che affondavano obliquamente
nel terreno».
-Cose ne pensa delle recenti scoperte marziane?
«Che è magnifico ciò che noi stiamo vivendo e che molto ancora
abbiamo da scoprire. Oltre ai robot Nasa che hanno ormai superato il
«giro di boa» della loro autonomia, seguirei con molta attenzione
l'europea Mars Express che, a breve, scandaglierà cosa c'è sotto il
ghiaccio trovato ai poli. La bioastronomia o esobiologia è una
materia che sempre più sarà materia di studio. Non siamo soli
nell'universo, su questo non credo possano esserci più dubbi».