Nel 2007, all’alba del XXI° secolo, noi (e mi riferisco
anche ad uomini di gran cultura) viviamo ancora come se
la relatività e la meccanica quantistica non fossero mai
state scoperte. Ci sono ancora dei sognatori che pensano
che l’uomo, grazie al suo apparentemente infermabile
progresso, arriverà a costruire, prima o poi, la famosa
“macchina del tempo”.
Quando le leggi probabilistiche che regolano l’Universo
non erano state ancora dimostrate, una delle cose più
assurde che sembrava presentare tale viaggio (ammesso
che il termine viaggio sia corretto: viaggiare significa
infatti spostarsi nello spazio con un tempo che
costantemente va avanti) era il fatto che se una persona
incontrasse suo padre o sua madre e li uccidesse,
praticamente cancellerebbe dall’Universo la propria
esistenza!
Per anni questo paradosso tormentò le menti più fini
che, più che di preoccuparsi di come costruire una
macchina così pazzesca, andarono a preoccuparsi di più
delle conseguenze che il fantastico “viaggio” avrebbe
causato. Ad esempio, se io riuscissi a viaggiare fino a
ieri, potrei conoscere i risultati delle partite di
calcio ed arricchirmi a dismisura! Ma, ripeto, allora
non era nota la meccanica quantistica che fa del “Tutto”
un grande gioco di probabilità.
Senza entrare in discorsi troppo contorti, vado ad un
esempio banale. Se in questo momento ho una mano alzata,
io nel prossimo istante potrò dirigerla a destra, a
sinistra, al centro o non muoverla affatto. Ebbene, una
volta effettuato il movimento, ad esempio a destra, esso
resterà indelebile nella storia dell’Universo, almeno
questa è l’impressione che ne riceverò. Ma in realtà è
questa la più grande assurdità che si possa immaginare:
eppure tutti noi viviamo con queste convinzioni! Se una
scelta futura prevede infinite possibilità, per la legge
della simmetria del tempo, anche le scelte del passato
devono essere infinite. Solo nella mia piccola mente
quell’evento è definitivo… Se dunque io viaggiassi
indietro nel tempo e giunto allo stesso momento in cui
la mia mano è alzato io consapevolmente decidessi di
dirigerla a sinistra, che succederebbe? Semplice,mi
avvierei su un altro Universo.
Dunque, per quanto assurdo possa sembrare (ma a rigor di
logica non lo è), esistono Universi in cui Napoleone a
Waterloo ha vinto, esistono Universi in cui la Terra è
stata distrutta da una guerra nucleare, e così via,
tanti quanti gli Universi futuri con le loro probabilità
ancora da “decidere”. Questo gioco perverso è il trionfo
del relativismo, la filosofia tanto temuta dal papa, che
è uomo di cultura e sa a cosa questo può portare. Eppure
non è un fanta-discorso il mio, è il risultato pratico
di un secolo di ricerca in fisica subatomica e in teoria
dei campi.
In fondo ognuno ha un proprio universo, fatto di cose,
persone ed eventi fra loro distinti; di tanto in tanto,
con la comunicazione (davvero la cosa più bella che ci
sia), il mio universo e quello degli altri si
incontrano, ma generano in ognuno sensazioni ovviamente
diverse. Io posso risultare gradito a qualcuno, sgradito
a qualche altro. Io non esisto per tanti miliardi di
altri esseri viventi al mondo, così come essi non
esistono per me. E allora che succederebbe se davvero
quella macchina venisse costruita?
In fondo i fisici dicono che se nelle leggi matematiche
che regolano il meccanismo cosmico cambiamo t in –t,
esse restano praticamente invariate. Ed hanno ragione,
solo che l’ipotetico cronoviaggiatore (sia che vada nel
passato che nel futuro) non potrebbe mai determinare la
successione esatta degli eventi che hanno condotto al
presente e si perderebbe nel labirinto degli infiniti
universi scomparendo per sempre chissà dove…