Resoconto di un incontro, no, molto, molto di più. Non è
l’aspetto del resoconto che in questo momento voglio
evidenziare e trasmettere quanto l’incontro in sé, ecco:
incontro con un uomo di nome Eugenio Siragusa.
Come tante cose della nostra vita, questo è un incontro
nato quasi per caso, sussurrato sottovoce come un mio
desiderio per comprendere meglio il variegato mondo
dell’ufologia, costellato da nomi di testimoni a
volte rispettati, altre volte dileggiati ed infangati,
sempre e comunque osservati, a torto ed a ragione, con
l’atteggiamento di chi cerca di studiare l’altro nella
pretesa di essere in grado di leggere l’animo e la mente
umana:
“Se la mente fosse così semplice da permetterci di
capirla, noi saremmo così semplici che non la potremmo
capire” (Buckminster
Fuller)
Eugenio Siragusa è un nome che senza dubbio rientra tra
quelli più conosciuti dell’ufologia internazionale e
che, altrettanto con certezza, ha subito tutti i
possibili e variegati tipi di giudizio: mentitore,
esaltato, illuminato, privilegiato……
Contattista dal 30 aprile 1962, giorno in cui sul monte
Sona (uno dei crateri laterali dell’Etna) dice d’aver
visto un’astronave, incontrato gli alieni, parlato con
essi ed instaurato un dialogo mai perso fino ad oggi.
Senza alcun sentimento indagatore, senza la pretesa di
comprendere la verità, con il rispetto dovuto ad un
uomo, specie un uomo di ormai 83 anni, ho varcato la
soglia della sua casa di Nicolosi (CT), soglia che oggi
pochi hanno il permesso di varcare, ormai anziano e
troppo stanco, deluso dall’ufologia attuale costellata
di primedonne, d’affari, di leaderscip…….Eppure Eugenio
Siragusa, considerati i suoi anni, la sua salute non
certo ottimale, le sue amarezze, mi è apparso un uomo
dallo sguardo sereno, ancora entusiasta, di grande forza
e lucidità.
La
prima cosa che m’ha detto è stata:
“Sono vecchio ma ho ancora un grande progetto che mi dà
grande carica: lascerò presto il mio corpo, la mia anima
si librerà e acquisterò una nuova dimensione”.
Probabilmente è questo a renderlo così vitale, il
possesso d’un sogno e d’una sana "mania" riconducibile
ad un incontro speciale di molti anni addietro, di
quelle che Platone definisce la quarta specie di mania,
“per la quale quando qualcuno vede la bellezza di
qui, ricordandosi di quella vera, mette le ali, e
divenuto alato è arso dal desiderio di levarsi a volo,
ma non potendo, a modo d’uccello guarda in alto,
dimentico delle cose di quaggiù, e viene accusato
d’essere in istato di pazzia”.
Eugenio Siragusa è un uomo che trasmette questa sua
forza vitale a sentirlo parlare del suo incontro, di
quella luce che lo investì e che lo pervase di una
indescrivibile gioia, della sua certezza d’un volo, del
volo che scorse quel giorno del 1962.
Perché tanti avvistamenti ed incontri in tutto il mondo,
tanti ma non per tutti? Questa la prima domanda, forse
la più banale ma quella che mi è venuta dal cuore.
“Da sempre sono qui, da sempre ci vengono a visitare, un
gruppo vive addirittura nel nostro mondo; hanno a cuore
il nostro avvenire…Nulla accade per caso, gli
avvistamenti, i contatti… non tutti sono in grado di
recepire il messaggio di questi nostri fratelli,
scelgono perciò le persone più adatte, sensibili e
recettive, spesso sono “storie” che nascono da lontano,
storie di cui i protagonisti non hanno coscienza, fin da
quando erano bambini, a volte fin da prima della loro
nascita. Noi siamo una parte di loro, ecco perché ci
amano così tanto”.
Eppure molti raccontano di rapimenti dolorosi, invasivi,
tutti mentitori?
“No, non mentono, è il ricordo ad essere condizionato
dalla loro psiche; durante questi rapimenti, soprattutto
ad ordine dei grigi, entità di servizio per il controllo
genetico, la visione o la sensazione spiacevole non
dipende dalle entità aliene ma dalla persona con cui
queste hanno a che fare e che elabora un ricordo
spiacevole; loro non agiscono per fare del male e di
fatto non ne fanno, saremmo ancora qui?”.
Qual è il significato di un avvistamento e di un
incontro?
Chi lo vive, chi l’ha vissuto, sia tranquillo e sereno,
deve esserne felice, è un privilegio, non verrà mai
lasciato solo ma deve avere molta forza, una forza che
viene dalla verità, avere il coraggio di sostenerla
poiché si cercherà in tutti modi di osteggiarne la
diffusione e ridicolizzarne la realtà. Io ho pagato di
persona questa verità, sono stato anche in galera per
questo…”
Qual è la risposta che queste entità si aspettano a
seguito di avvistamento e di un contatto?
“L’avvistamento e il contatto sono qualcosa che tocca
profondamente la persona, è un dialogo privilegiato da
vivere interiormente, insondabile ma che produce dei
cambiamenti, mutamenti che hanno degli effetti, questi
effetti sono la risposta al contatto”.
Che ne pensa dell’ufologia?
“L’ufologia è spesso senza anima, troppo spesso”.
Talvolta parlando mi prende la mano; mi trovo di fronte
un uomo di grande dolcezza, innamorato dell’universo,
saldo nelle sue certezze, e ritengo che al di là di ciò
che ognuno di noi creda, chi di noi non amerebbe vivere
la condizione di uomo senza dubbi? Quella certezza che
proviene da qualcosa di una forza tale da modificare il
corso di un’intera vita?
“
a questa conclusione ora giunge il discorso intorno alla
quarta specie di mania, e cioè che appunto essa è di
tutti i divini invasamenti il migliore e dalle cose
migliori proviene a chi l’ha e a chi ne partecipa, e che
perché colto da questa mania è chiamato innamorato”.