CRISI DELL’UFOLOGIA ITALIANA  2

 di G. M.

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Un anno fa quando scrissi Crisi dell’ Ufologia Italiana, pubblicato dal sito Space Freedom, per gentile concessione della Sig.ra Campaniolo, mi accorsi, navigando su internet, che alcuni  noti      ufologi italiani  ritennero  utile,  legittimamente,  controbattere al mio pezzo  con  editoriali e dibattiti che in sintesi  ridimensionavano  il mio  grido d’allarme.

Presi atto di quelle affermazioni e preferii non rispondere,   rispettando comunque  e   comprendendo anche le motivazioni personali che avevano  spinto i famosi ufologi  a polemizzare criticamente su  ciò che io pensavo e scrivevo dello   stato dell’arte dell’ufologia italiana.

In fondo avevo messo del sale sulla ferita, e questa adesso bruciava maledettamente.

È vero comunque che la mia critica era  (volutamente) generica,  in quanto non mi ritenevo, ieri come adesso, ufficialmente un  addetto ai lavori, e per questo non volevo  accusare o criticare l’operato dei singoli, ma piuttosto  evidenziare e contraddire il comportamento, inteso come categoria,  incapace a mio avviso     di  divulgare  al grande pubblico un messaggio  intellettualmente onesto,  etico e profondamente  rispettoso culturalmente dell’ufologia specificando anche che i vari metodi di approccio alla materia sono, a mio avviso, ridicoli, non credibili e per questo poco considerati dal grande pubblico e da tutti gli altri  contesti della nostra società.

Tuttavia mi rendo conto  benissimo,   che “vivere”  dentro l’ambiente ufologico è difficile, quasi impossibile, per certi versi pericoloso, e  che in troppi    giocano sporco, destabilizzando sempre di più un sistema di per sé frantumato,  debole ed emarginato dal contesto sociale.

Proprio per questo ritengo che una sorta di riunificazione fra le varie compagini, sigle, siti web etc. e la conseguente  stesura di un codice di comportamento etico, deontologico e morale e l’approvazione di uno statuto unico valido per tutti gli ufologi italiani, potrebbe servire  per  identificare i detrattori dai seri professionisti, oltre che     armonizzare le relazioni all’interno della stessa comunità, pianificare il rapporto con l’esterno, (media,  società civile,   mondo accademico etc.), riequilibrare le risorse economiche e finanziarie.

Non credo dicendo ciò di vivere sulla luna o di passare per un povero  ingenuo affetto da  turbe psicologiche pessimistiche o millantare capacità organizzative e gestionali  tali da consentire di  mettere in carreggiata un carrozzone, (l’ufologia italiana), ormai in procinto di capottare rovinosamente su se stesso. Come appassionato, ho svolto un ruolo, quello di suonare un campanello (d’allarme) alla porta di chi  gestisce e divulga le informazioni ufolologiche

Chi poi crede che io sia l’unico a pensarla cosi si sbaglia, e inviterei costui o costoro a leggere, e tenere sempre sul proprio tavolo da lavoro e ben a portata di mano, “ Ufologia come Professione” di Joseph Allen Hynek,

Egli così inizia la sua disquisizione:

"NELLA MIA VISIONE D’INSIEME HO VISTO LE ORGANIZZAZIONI UFOLOGICHE ANDARE E VENIRE….. DIO MIO CHE PARATA!.... OGNUNA CON LA SUA TEORIA DEL CUORE…. ALCUNE MISTICHE, ALTRE RELIGIOSE ALTRE DALL’ORIENTAMENTO SCIENTIFICO…. E MOLTE CON ATTEGGIAMENTO DI SUPERIORITA’, RIFACENTESI, SPESSO ALLE COMPONENTI  PIU’  PROFONDE DELLA NATURA UMANA … GELOSIE, COMPETIZIONI, LOTTE INTESTINE ED EXTRAINTESTINE ( SE E’ LECITO USARE QUESTA ESPRESSIONE). E HO ASSISTITO COME TUTTI ALLO SDEGNO E ALLO SPREZZO DELLA COMUNITA’ SCIENTIFICA, IN APERTA OPPOSIZIONE AGLI IDEALI DELLA SCIENZA".

A mio avviso in  queste semplici  ma chiarissime  parole,  scritte dal padre della moderna ufologia, si evincono tutti i mali, le contraddizioni, gli errori plateali,  che contraddistinguono l’ambiente ufologico in genere  e in  particolare quello italiano.

Qualcuno, fra gli ufologi che lo hanno letto, lamenterà che Hynek nello stesso articolo cita il Cun, come una organizzazione che aveva compreso la necessità di affrontare e  diffondere l’ufologia attraverso standard  professionali elevati, (sono d’accordo con chi non ne è convinto) ma invitava anche  tutte le altre organizzazioni a impegnarsi,  tramite i suoi operatori professionisti, a creare criteri d’intesa fra i vari gruppi con metodi di ricerca e divulgazione ugualmente  professionali, se non si voleva affrontare(scrivo testualmente le sue parole) "DECENNI DI CIALTRONERIA, RIDICOLO, CIARLE INDOLENTI SUGLI AVVISTAMENTI E INUTILI LITIGI OVVERO STERILI COMPETIZIONI TRA I DILETTANTI NON-PROFESSIONISTI DELL’UFOLOGIA. COSTORO CONTINUERANNO A FAR SI CHE IL FENOMENO UFO SIA RIDICOLIZZATO AGLI OCCHI DI GRAN PARTE DEL MONDO".  

Personalmente mi trovo in perfetta sintonia con Hynek, che in modo, oserei dire profetico, aveva compreso quali potevano essere i peggiori nemici dell’ufologia: gli stessi ufologi.

Per questo motivo, anche se da semplice appassionato, scrissi Crisi dell’ufologia Italiana,  ritenendo  opportuno, ieri oggi e sempre,  non    tacere e accettare   il  malcostume che persevera  all’interno di molti settori della comunità ufologica, constatando amaramente l’inadeguatezza di molti ricercatori, opinionisti, giornalisti etc. abili  soltanto a contribuire a rendere sterile, e per certi versi ridicolo  il fenomeno ufologico.

Se poi qualcuno fra i tanti ufologi  avesse ancora dubbi sulla salute dell’ufologia italiana, propongo loro  di    effettuare un sondaggio, unico per tutte le sigle, organizzazioni, siti web etc. fra i tanti appassionati di questa affascinante materia, ponendo una singola domanda :

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Quale è la tua opinione su gli ufologi italiani?

Chissà cosa ne uscirebbe fuori.

 Trapani 20-08-2004

                                                                          G.M.     

 

 

 
 

 

 

 

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