Recentemente il filmato di un presunto ufo ha fatto
molto rumore, specialmente in ambienti che si
definiscono “di ricerca ufologica”, ma che in realtà
tendono al sensazionalismo per richiamare i più
sprovveduti, che in genere sono un po’ sognatori, onde
“ammannire” le amenità che sugli ufo è facile inventare.
Non è che con questo io voglia negare che il fenomeno
esista e meriti la massima attenzione ma l’ufologo
serio, secondo me, deve muoversi come l’istruttore di
elefanti che deve far uscire il suo animale da un
negozio di cristalli dove, per caso, si è trovato ad
entrare.
Tornando al filmato, girato in Agrigento verso la fine
di Ottobre e rifilmato (da altri) nei primi di Novembre
del 2006 con contorno di altre segnalazioni dello stesso
tipo, una girandola mediatica ingigantì la faccenda a
dismisura: un puntino luminoso che cambiava colore basso
nel cielo divenne “una enorme palla di luce” e le
involontarie piccole vibrazioni dovute alla mano
dell’improvvisato “cameraman” fecero gridare a
“movimenti oscillatori e a zig-zag” di tale luce, subito
definita “astronave aliena”. Ma che cosa filmò quel
bravo signore?
Diedi uno sguardo alle immagini apparse sul web e senza
dubbi riconobbi la bella e luminosa stella Sirio, la più
splendente del cielo che, a quasi 10 anni-luce da noi,
mostra tutto il suo fulgore almeno dal tempo degli
antichi Egizi.
Fra qualche migliaio di anni (10.000 circa) il suo corso
si abbasserà, anno dopo anno, finché sparirà
all’orizzonte, mentre la costellazione del Toro, che
oggi brilla altissima nelle notti di autunno-inverno, a
quel tempo sfiorerà l’orizzonte Sud, come ora fanno
Sagittario e Scorpione. La causa di ciò è il movimento
conico dell’asse terrestre, ovvero la cosiddetta
“precessione degli equinozi”: in circa 26.000 anni
l’asse terrestre si muove come l’asse di una trottola
che sta per fermarsi e il polo cambia assieme alla
posizione delle stelle.
Ma, direte, come mai proprio in quelle sere spiccò tanto
agli occhi la luce di questa stella? Forse Sirio non
appare sempre nel periodo freddo? A questa domanda può
rispondere il meteorologo. Ci sono talora delle serate
in cui la limpidezza del cielo supera la norma: non
capita, ad esempio, che in alcune notti la Luna ci
appare più grande, tanto vicina ai tetti delle case che
quasi verrebbe di allungare una mano per prenderla?
Ebbene, proprio in una di queste sere dalla limpidezza
eccezionale (furono diverse fra fine Ottobre e primi
Novembre 2006) lo sguardo di quel testimone fissò Sirio,
che, essendo bassa sull’orizzonte e quindi dovendo la
sua luce attraversare una fascia più densa di strati
atmosferici (con tutto l’inquinamento che vi galleggia
dentro), si comportava come una specie di faro,
accendendosi e spegnendosi e cambiando persino colore.
Si
pensi ora agli antichi Egizi: essi cominciarono a
vederla bassa sull’orizzonte circa 5.000 anni prima di
Cristo e per la sua posizione (come fa il Sole, del
resto, al tramonto) la videro di colore rosso
(l’Almagesto di Tolomeo, un astronomo del II° sec. d.
C., indica ancora Sirio come stella rossa!); dopo, man
mano che il suo percorso apparente sulla sfera celeste
andò “salendo” nei secoli, il vivido colore
bianco-azzurro della stella fece bella mostra di sé, non
lasciando dubbi sulla sua natura di stella giovane e
caldissima.
Guardiamo ora questa immagine:
Questa cartina stellare, presa alle nostre latitudini,
mostra la costellazione di Orione (a destra) e Sirio (a
sinistra), che è la stella chiaramente più luminosa
della zona, quella sud-occidentale del cielo. Sirio non
va mai oltre quella altezza sull’orizzonte e quindi la
sua luce appare più “arrossata” del normale, come si è
detto. Ha una compagna massiccia, difficilmente
osservabile anche con gli strumenti più potenti, che ne
perturba l’orbita galattica (Sirio B). Gli antichi
Egizi, per i quali era un messaggero celeste
importantissimo, la chiamavano Sothis e poi i Latini la
ribattezzarono Canicola (dalla costellazione del Cane
Maggiore di cui fa parte) e il suo sorgere mattutino
indicava l’inizio del periodo del caldo più intenso (il
termine si usa anche ora). Poiché ai tempi dei faraoni
l’orbita apparente di Sirio era così bassa che la stella
si poteva osservare soltanto alla latitudine dell’Egitto
e poiché era, come oggi, la stella più luminosa del
cielo (superata in splendore solo da Sole, Luna e dai
pianeti Venere e Giove e talora Marte, quando è in
“opposizione”), fu ritenuta una specie di “stella sacra
egiziana” e come tale identificata con la dea Iside.
Come appare in questa bella foto, a destra di Sirio,
spicca la sagoma del cacciatore Orione, una
costellazione identificata a quel tempo con Osiride,
fratello e sposo di Iside.
Il
CISU riceve quasi giornalmente segnalazioni da ogni
parte d’Italia di gente che sostiene di vedere in cielo
delle strane cose. Per lo più parla di luci dalla forma
indistinta o circolare che sfrecciano a notevole
velocità (molto superiore a quella di un aereo,
scrivono: in effetti si tratta di bolidi) o stazionano
per ore fermi, cangianti, tanto da consentirne la
videoripresa.
Un
altro classico caso è quello di persone che dicono:
“Stavo scattando una foto al paesaggio ed ecco ho
notato, al momento di scaricare la foto al pc, che nel
cielo c’è qualcosa di strano”. I più saggi inviano la
foto e chiedono una spiegazione, ricevendo dal nostro
perito espressioni del tipo: “Era un granello di polvere
finito sull’obiettivo, era il riflesso del lampione
(spesso lo si individua anche nell’immagine e si fa
notare la simmetria rispetto al centro della foto), era
un uccello, una gocciolina di vapore acque (di sera
spesso l’umidità dell’aria condensa sul vetro più freddo
della fotocamera), ecc.”
Qualcuno, dopo un sommario controllo, produce un vistoso
ingrandimento e ci mostra un disco volante ben
delineato, con tanto di cupola e di luci, salvo poi a
scoprire che in realtà si trattava di una mezza
gocciolina d’acqua su cui si rifletteva un lampione… Le
foto sono quanto di più ingannevole si possa immaginare:
io stesso inseguii per anni una foto degli anni ’50 e
quando finalmente ebbi in mano questa “prova”, con tanto
di ufo ellittico, inclinato, gigantesco, diurno e con
luci attorno e struttura complessa che sembrava
quadridimensionale, scoprii, grazie all’aiuto dei
numerosi esperti consultati, che si trattava del
riflesso della lente dell’obiettivo, prodotto dal Sole,
altissimo di quella giornata di maggio, sulla pellicola
interna.
Un
attimo, ed ecco che l’ufo è servito! Non c’è delusione a
scoprire tutto questo, c’è anzi la soddisfazione di aver
spiegato un caso e di aver contribuito alla conoscenza
della verità.
Data: 25 gennaio 2007
Autore: Pietro Torre -
CISU (Centro Italiano Studi Ufologici)