Perché quando si scrocca qualcosa si dice "a ufo"?

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Fine settimana, momento della pillola di sapere. Visto che un paio di post in giù abbiamo parlato di Milano, rimaniamo in tema. Dal gergo cittadino si è diffusa soprattutto al nord un'espressione idiomatica - fare qualcosa «a ufo» - per indicare tutti i casi in cui si ha occasione di andare a scrocco.

Cosa c'entrano extraterrestri o dischi volanti? Niente. «A ufo» è l'italianizzazione del milanese «a uf», a sua volta derivato da un acronimo latino: A.U.F. - ad usum Fabricae. Ovvero: ad uso della Fabbrica.

Quest'ultima è la Fabbrica del Duomo, istituzione creata agli inizi del Trecento e deputata a gestire la costruzione del Duomo di Milano. Oggi ne cura la ristrutturazione, e poiché sulla cattedrale è sempre presente un'impalcatura, segno di un qualche intervento di manutenzione, si dice che la «fabbrica del Duomo non finisce mai».

La sigla A.U.F. era stampigliata sulle casse che contenevano i marmi di Candoglia, di cui il Duomo è fatto, e indicavano l'esenzione da dazi e gabelle in quanto destinate alla Fabbrica, la cui opera non era tassata. Giungevano in città via naviglio, passavano l'ispezione doganale senza che si chiedesse tributo e proseguivano verso il cantiere. Da allora, per i milanesi, fare qualcosa senza pagar dazio, quindi gratis, era fatta «a uf». Da lì ai marziani, il passo è breve.

 

 
   

Data:

Fonte: Gasolina

Link: http://gasolina.blogosfere.it

 

 

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