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TORNERA’ ALL’ANTICO SPLENDORE IL TEMPIO AKAPANA

 

I MISTERI DI TIWANAKU

 

 
 

Nuova campagna di scavi in Bolivia; cosa si cela ancora nelle viscere di questa terra andina?Margherita Campaniolo

 
     
 

Nel territorio boliviano, a sud-est del lago Titicaca e ad un’altitudine di 4000 metri, "vive" Tiahuanaco, un sito archeologico definito, senza per questo esagerare, il più importante dell’America Latina, vestigia di una civiltà preispanica ormai perduta che fu tra le più evolute del passato. Controversa la datazione della sua origine: la cultura di Tiahuanaco si sviluppò, secondo alcuni, a partire dall'anno 1600 a.C., altri ritengono di poter stabilire la sua nascita già a partire dal 2000 a.C. fino ad arrivare alle teorie del Posnasky, padre dell'archeologia boliviana, il primo scienziato ad interessarsi di Tiahuanaco, secondo cui la civiltà che l’edificò esisteva già prima del 10.000 a.C.

Le uniche cosa certe sono che, all’arrivo dei conquistatori spagnoli, la città era disabitata ed in parte già in rovina (opera del tempo alla quale essi diedero un congruo contributo!) e che, persino all’arrivo degli Incas in Bolivia, la civiltà era irrimediabilmente decaduta.

 

 

I primi cronisti a descriverci abbastanza dettagliatamente Tiahuanaco furono i "conquistadores" spagnoli, essi ci hanno lasciato un’immagine piuttosto chiara di quella località come dovette apparire loro nel XVI secolo. Garcilaso de la Vega, in una sua cronaca, scriveva:

"L’opera più bella è una collina costruita dagli abitanti della città che hanno voluto copiare la natura. Per impedire alla massa di terra di sfaldarsi, avevano costruito come fondamenta enormi muraglie rinzaffate alla perfezione...da una parte, vediamo due giganti di pietra con copricapo e lunghi mantelli... molte delle mastodontiche porte sono state costruite in un solo blocco".

 

E Cieza de Leon :

"In un gigantesco palazzo... vi è una sala lunga piedi e larga 22, con un tetto costruito come quello del tempio del sole di Cusco. Questa sala ha molte porte e finestre. La laguna bagna i gradini che portano nell'atrio. Gli indigeni dicono che si tratta del tempio consacrato a Viracocha, il creatore del mondo".

 

 

Tiahuanaco costituisce oggi un complesso archeologico d’enorme interesse. Questa comprende, tra le opere maggiori, la famosa "Porta del Sole" tagliata in un unico blocco di pietra di 100 tonnellate,

 

 

 decorata da 48 figure divise in tre file che circondano uno strano personaggio che gli andini chiamano "Dio", poi il Kalasasaya, una vasta area delimitata da monoliti verticali su cui sono raffigurati, tra l’altro, visi di razze umane come caucasici, negroidi, asiatici e semitici e che, probabilmente, formavano in origine un muro continuo, ed infine l’Akapana, piramide a gradoni alta

 

 

 15 metri (per correttezza d’informazione mi preme dire come alcuni studi riportino l’altezza in 17, altri in 18 metri) mai portata totalmente alla luce per mancanza di fondi, lunga 200 metri e composta da lastroni di andesite del peso di più di 100 tonnellate l’uno e nei cui pressi fu costruito un tempio sotterraneo. Situato nel complesso di Tiahuanaco vi è inoltre un interessante monolite, del peso di svariate tonnellate, riproducente la figura di un dio con un copricapo a forma di casco e delle strane tavolette tenute tra le mani (iconograficamente ricorda un uomo in tuta spaziale).

Misteriosa la città di Tiwanaku, se ne è scritto tanto ma, ancora oggi, se ne sa veramente poco. L’interesse per Tiwanaku è però cosa antica; per esempio Gonzales de la Rosa, cronista spagnolo di fine "800, commenta così un manoscritto inca che nel XVI secolo fu tradotto da colui che diventò "l'interprete dei colonizzatori ispanici", l’indio peruviano Catari (sue altresì le traduzioni di antiche usanze dei luoghi, trascritte ed ancora oggi conservate nelle Biblioteche Vaticane) sull’origine di Tiahuanaco:

 "Il nome originario di Tiahuanaco era Chucara. La città era completamente sotterranea e in superficie non c'era che il cantiere per tagliare le pietre e il villaggio degli operai"

ed ancora:

 "La città sotterranea darebbe la chiave di una straordinaria civiltà che risale a tempi lontanissimi".

Oggi, finalmente, si apre uno spiraglio, una possibilità concreta per capire qualcosa in più su Tiahuanaco, sui suoi fondatori ed abitanti ed una chance per ammirare quanto ancora sepolto tra le colline di quei luoghi. E’ di pochi giorni infatti la notizia che, in luglio, cominceranno i lavori per riportare alla luce le parti nascoste della piramide di Akapana. Scopriremo Chucara, la città nascosta di cui ci parla la traduzione del Catari? O, come ci disse Cieza de Leon, vedremo quanto si nasconde sotto il tempio dedicato a Viracocha, il creatore del mondo?

La piramide di Akapana, la cui base è un quadrilatero di 114 metri per lato, era la struttura dominante del centro sacro di Tiwanaku ed è chiamata dagli studiosi "la montagna sacra di Tiwanaku". Lo scopo principale della spedizione, coordinata dall'archeologa messicana Linda Manzanilla sarà, fra l'altro, il ritrovamento del complesso sistema idraulico della piramide e delle sue aree funzionali. "Il sistema idraulico" ha spiegato la studiosa "è una delle cose più sofisticate che ho visto nella mia esperienza di archeologa" ed aggiunge "Da qui partivano canali per la somministrazione di acqua ai differenti ambienti della piramide". Per l'esperta il progetto permetterà inoltre di conoscere più profondamente la religione, l’iconografia del potere e la divisione sociale della cultura andina di Tiwanaku.

Se i progetti saranno rispettati, si potranno portare alla luce anche edifici dove si suppone che abitasse l’elite tiwanakota, caratterizzata da una forma di vita più avanzata rispetto a quella di altri popoli sudamericani dell’epoca.

Anche il viceministro del turismo, Edgar Torrez, ha sottolineato l’importanza della spedizione affermando che, "Una volta terminati i lavori il circuito turistico di Tiwanaku si trasformerà in uno dei maggiori centri archeologici latinoamericani".

L’archeologo Oswaldo Rivera, che negli anni "90 fu direttore dell’INAR (Istituto Nazionale di Archeologia) di Tiahuanaco, in una recente intervista dichiarò: "Tiwanaku aveva un’estensione urbana di 600 ettari, cosicché ogni qualvolta troviamo qualcosa di nuovo restiamo a bocca aperta. Non abbiamo nessuna idea precisa di cosa sia stato questo luogo".

Eppure lo stesso Rivera un’idea sembrerebbe invece averla se, proprio a proposito della piramide, disse ad Graham Hancock (dichiarazione che Hancock riporterà nel suo libro Lo Specchio del Cielo) di essere certo che sotto a questa ci fosse una camera sepolcrale. L’ipotesi di Rivera nasce dal fregio centrale della Porta del Sole riproducente il Dio Viracocha al di sopra di una piramide a scalini e che al suo interno presenta una camera, una specie di serpente e otto gallerie d’accesso. Affidandosi all’abitudine di quei popoli di simbolizzare e trasformare metaforicamente le informazioni reali, Rivera è certo che quel fregio altro non sia che una raffigurazione dell’interno della piramide.

Più vicini quindi ad una verità celata per millenni?

"Giorno verrà in cui si potrà dire della civiltà classica dei Faraoni, dei Caldei, dei Brahamani: Voi siete catalogate nei nostri libri come le più antiche, ma la scienza prova che la civiltà di Tiahuanaco è anteriore alle vostre di migliaia di anni".

Parole dette queste, nel 1876, dall’archeologo francese Wiener e se lui fosse un giorno ricordato come il terzo profeta francese, dopo Nostradamus e Jules Verne, a noi non farebbe altro che piacere!

 
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Data: ottobre 2003

Autore: Margherita Campaniolo

 

 

 
 

 
 

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