Il 5 febbraio 2003,
l’Agenzia AGI annunciava lo stop all’uscita della pellicola "The Core",
programmata per il 28 marzo. I motivi? Ragioni di opportunità.
La censura fu decisa dalla stessa
Paramount, casa produttrice del film e comunicata per voce del suo Dirigente,
Nancy Kirkpatrick.
La vicenda raccontata dal film infatti
compendia la storia di due scienziati (interpretati da Hilary Swank ed Aaron
Eckhart) nella tragica situazione di dover agire in pochissimo tempo per
riuscire a riportare a terra una navetta spaziale messa fuori uso da una
improvvisa variazione del campo magnetico del nostro pianeta. La pubblicità del
film stesso, i trailer scelti per la sua promozione, presentavano proprio le
scene cariche di tensione in cui il disperato equipaggio cercava di rientrare
illeso e, dopo la tragedia della navetta spaziale Shuttle, era difficile pensare
di presentarlo al pubblico. "Doveroso mostrare sensibilità verso la tragedia del
Columbia e rispetto nei confronti dei familiari delle vittime" queste le parole
di Kirkpatrick.
Il mondo va comunque avanti e, a
distanza di due mesi, l’auto-censura ha avuto fine ed eccoci alla sua uscita nei
cinema non condividendo perciò la sorte toccata a "Danni collaterali" la cui
unica colpa fu quella di essere un thriller troppo simile alla tragedia dell’11
settembre e rimandato a data da destinarsi.
Qual è dunque la vera trama di questo
film? Non è certo la prima volta che i produttori di Hollywood ricorrono alla
scienza per realizzare dei kolossal. Basti pensare a Jurassic Park o a Deep
Impact. Il nuovo film The Core è un esempio di questo filone e non tutto quello
che viene rappresentato è frutto della finzione cinematografica.
Al di là della scena che riguarda il
rientro disperato e quasi impossibile della navetta spaziale, la pellicola ruota
attorno alla domanda: cosa succederebbe se il cuore del nostro pianeta, che
ruota su se stesso producendo il campo magnetico terrestre, si fermasse
all'improvviso? Gli uccelli migratori perderebbero il loro senso
dell'orientamento, i pazienti con il pacemaker morirebbero all'improvviso, le
comunicazioni salterebbero a causa delle tempeste elettriche e le radiazioni
solari colpirebbero senza pietà la superficie terrestre. Un gruppo di "terranauti",
guidati da un geofisico, parte allora per un viaggio al "centro della Terra" nel
tentativo di rimettere in movimento il cuore del pianeta in una storia che
unisce perciò indissolubilmente la superficie del nostro pianeta e tutto ciò che
lo circonda al suo cuore, un viaggio che lo stesso regista del film, Jon Amiel,
ha definito: "Un'avventura nello spazio interno della Terra".
"Non sappiamo molto del meccanismo che porta alla creazione del
campo magnetico terrestre, se non che è determinato da un oceano di ferro e
nickel fuso che si trova nella parte più esterna del cuore del nostro pianeta",
spiega il planetologo Richard Terrile del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.
"Sappiamo che il campo magnetico non è stabile e che può anche invertire i suoi
poli", continua l'esperto. Ma che cosa succederebbe se veramente accadesse un
fenomeno come quello descritto nel film? "Niente tempeste elettriche e niente
radiazioni che 'friggono' la superficie terrestre", spiega Jack Connerney del
Goddard Space Flight Center. "La Terra sarebbe protetta ancora dalla ionosfera e
dall'atmosfera, mentre sia Marte che Venere sono senza campo magnetico ma non ci
sono strani fenomeni elettrici". Diverso il parere invece di Marvin Herndon, un
geofisico della Transdyne Corporation di San Diego in California, che sottolinea
come ci sarebbero effetti catastrofici sui satelliti, le telecomunicazioni e le
linee elettriche.
Il film, la cui sceneggiatura è stata
realizzata da Cooper Lane e John Rogers, è entrato perciò nelle sale dei cinema
e dopo alcuni
screening test con selezionati spettatori, il produttore di The Core, David Foster,
ha deciso che la sequenza dello Shuttle non sarebbe stata inoltre elimina.
Spesso, molto spesso (e in alcuni casi,
purtroppo!) la fantascienza ha anticipato i tempi, raccontato cose poi accadute,
realizzate, il suo fascino è proprio tutto lì. Certo qui la fantasia sembra
galoppare piuttosto che correre e si resta un po' delusi se si hanno negli occhi
della mente le pagine d'incomparabile bellezza di Jules Verne e del suo "viaggio
al centro della terra", che che ne dica il regista che da queste prende le
distanze: "Nessun riferimento nel mio film!". Forse non avrebbe fatto male
a scopiazzare un po'