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Muove un mouse con il pensiero

 
     
 

Muove un braccio meccanico solo grazie alla forza del pensiero. Per la prima volta al mondo scienziati sono riusciti a creare un chip che si innesta nella corteccia cerebrale motoria e capta i segnali che vengono emessi da questa parte del cervello. Grazie a questo strumento un paziente tetraplegico è riuscito ad aprire una casella di posta elettronica, guardare la televisione e a muovere un braccio meccanico grazie agli impulsi del suo cervello amplificati dal chip. La scoperta, cui è stata dedicata la copertina della rivista Nature in uscita domani, è stata realizzata da un gruppo di ricercatori delle Università americane di Stanford e Brown.
In due distinti articoli i ricercatori guidati da Krishna Shenoy (Stanford University) e da John Donoghue (Brown University) hanno spiegato non solo che è possibile tradurre gli impulsi elettrici del cervello in segnali riproducibili da un normale microchip, ma anche che questa operazione può essere fatta a una velocità così alta, da poter trasferire informazioni sufficienti a “digitare almeno quindici parole al minuto su una normale tastiera”.
L'esperimento principale, realizzato da John Donoghue, ha permesso a un paziente colpito da una lesione al midollo spinale di compiere numerose operazioni altrimenti impossibili a causa del suo stato di paralisi totale.
I ricercatori hanno infatti perfezionato un microchip chiamato “protesi neuromotoria”, il cui sensore è stato inserito in un'area particolare della corteccia che è anche quella che normalmente viene attivata dal cervello per controllare il movimento degli arti. “Abbiamo scoperto - ha detto Donoghue - che anche a distanza di diversi anni da un incidente che ha prodotto una lesione e quindi un isolamento della corteccia motoria, questa parte del cervello continua a produrre gli stessi segnali che servono a muovere gli arti. Abbiamo deciso di intercettarli e di creare un interfaccia con un computer che sia in grado di tradurre i segnali in azioni concrete”.
Il sensore inserito nella corteccia cerebrale raccoglie infatti questi impulsi elettrici e li trasferisce ad un amplificatore posto proprio sulla testa del paziente. Questo a amplificatore a sua volta invia il segnale ad un computer che lo processa e lo traduce in vari modi: dai movimenti di un cursore sullo schermo, ai comandi necessari per cambiare canale al televisore, passando per l'attivazione di un arto meccanico o l'apertura di E-mail. Il sistema formato dal sensore e dall'amplificatore è stato battezzato BrainGate Neural Interface System e i ricercatori hanno anche annunciato di aver avviato in collaborazione con il Massachussets general Hospital di Boston, un trial sperimentale per valutare la sicurezza e l'efficacia della “protesi neuromotoria”. Se i risultati delle sperimentazioni saranno positivi, si potrebbe aprire una concreta speranza di dare a decine di persone paralizzate la possibilità di comunicare e interagire con il mondo circostante.
 

 
     
 

Data: 13-07-2006

Fonte: Nature

 

 

 
 

 
 

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