Dublino. Moderni Archimede che
costruiscono razzi spinti dall’aceto, biciclette elettriche e
carrozzelle in grado di salire e scendere le scale. La fantasia dei
giovani scienziati non sembra avere limiti e il loro entusiasmo non è
raffreddato nemmeno dal clima ormai autunnale e dagli improvvisi rovesci
di pioggia che in questi giorni flagellano Dublino. Nella capitale
irlandese si trovano da sabato scorso 102 studenti tra i 15 e i 20 anni
provenienti da ogni angolo d’Europa, dall’Islanda a Malta, dalla Georgia
al Portogallo, più qualche ”infiltrato" dalla Turchia, dagli Usa e dalla
Cina. Partecipano alla sedicesima edizione del "Contest for young
scientist", organizzato dall’Unione europea per promuovere la
cooperazione tra le giovani generazioni che più si interessano alla
scienza. In gara ci sono 73 progetti di ricerca, condotti da 102
studenti in rappresentanza di 34 Paesi. In palio tre primi premi da 5
mila euro, tre secondi da 3 mila, e tre premi da mille e 500 euro.
Infine, tredici premi speciali.
A competere fra loro non ci sono solo inventori, ma anche ricercatori
"puri", come i matematici che risolvono problemi finora tralasciati
dalla scienza ufficiale o biologi che studiano il modo di migliorare
marmellata o kiwi. La curiosità però è inevitabilmente attratta da
congegni, modelli e macchine che ci ricordano il lato pratico della
ricerca scientifica. Ecco allora il lavoro di Clayton D’Amato e Luke
Mercieca, due ragazzi maltesi, che hanno costruito un modello di una
carrozzella cingolata grande quanto un automobilina in grado di salire e
scendere le scale. Il cuore del progetto è un sistema in grado di
orientare il sedile poggiato sui cingoli, in modo tale che la persona
riesca a stare seduta senza problemi. Tutto si basa su due gocce di
mercurio: a seconda dell’inclinazione dei cingoli il mercurio tocca
alcuni contatti elettrici. A loro volta questi mettono in moto un
meccanismo che dà al sedile la corretta inclinazione in salita o in
discesa. Diversa invece la storia di Stefan Schumann: voleva realizzare
fuochi d’artificio, ma il professore non glielo ha permesso, perché
troppo pericoloso. E così è passato ai razzi, sviluppando insieme a due
compagni un propellente a base di aceto e bicarbonato di sodio. La
reazione tra i due componenti sprigiona una forza di pressione in grado
di lanciare una bottiglia - razzo in plastica (il Pet quello delle
bibite gassate) a circa 70 metri di altezza con una velocità iniziale di
90 chilometri al secondo. Magari non servirà alla Nasa, ma gli
appassionati di modellismo sembrano già particolarmente interessati alla
scoperta, per lanciare le loro versioni in miniatura dello space
shuttle. Escart, una bicicletta elettrica su tre ruote costruita dalla
diciottenne ungherese Zsofia Dory, potrebbe essere la risposta europea
al decantato monopattino americano Segway. Fatte le debite proporzioni e
magari con un restyling da parte di un designer. La ragazza, che ora sta
completando il liceo e che prossimamente frequenterà Ingegneria, ha
costruito un veicolo non inquinante, che raggiunge una velocità di 20
chilometri all’ora e le cui batterie si ricaricano in cinque ore al
costo di pochi centesimi di elettricità. La sua autonomia è di 32
chilometri e può portare fino a 125 chilogrammi di peso. Insomma,
l’ideale per fare la spesa, anche perché non costa molto: in tutto,
l’investimento è stato di circa 300 euro. E se le coincidenze vogliono
dire qualcosa, come un altro inventore di genio, un certo Bill Gates,
anche Zsofia è partita dal garage di casa sua. E qualche giovanissimo ha
già ottenuto riconoscimenti dalla Nasa.
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