"Multa sunt quae esse
concedimus; qualia sunt? Ignoramus"
Oggi, i ragazzi di
maturità (a cui faccio moltissimi auguri) hanno affrontato la prova di latino;
spero li
abbia aiutati il constatare quale magnifico brano è stato scelto per
l'occasione.
Credo valga la pena, per tutti, rileggere queste perle di saggezza
antica che, da Seneca, dal 62 a. C ad oggi, non si sposta di una virgola.
Da Naturales Quaestiones un'arguta analogia tra l'universo e l'animo umano.
L'uomo e le sue inquietudini è sempre uguale a se stesso....per fortuna!
Margherita Campaniolo
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Habere
nos animum, cuius imperio et impellimur et revocamur, omnes fatebuntur.
Quid tamen sit animus ille rector dominusque nostri, non magis tibi quisquam
expediet quam ubi sit.......continua....
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Traduzione
«Sono molte le cose di cui ammettiamo l’esistenza, ma
ignoriamo quali siano le loro qualità».
Tutti concordano sul fatto che abbiamo un intelletto, dal cui comando siamo
spinti ad agire e ne siamo richiamati; che cosa tuttavia sia questo intelletto
che è nostra guida e signore, nessuno potrà spiegarlo, così come non potrà
spiegare dove esso sia. Qualcuno dirà che è spirito, altri parleranno di una
sorta di armonia, qualcuno dirà che si tratta di una potenza divina, di una
parte di un dio, altri ancora parleranno della parte
più sottile dell’anima, qualcuno di pura potenzialità. Non mancherà chi
affermerà che è sangue, chi parlerà invece di calore. Dunque, l’intelletto, che
è ancora alla ricerca di chiarire se stesso, non può avere visione chiara delle
altre cose.
Perché dunque proviamo stupore del fatto che le comete, spettacolo tanto raro
nel cielo, non siano ancora soggette a leggi ben definite e non siano noti
l’inizio e la fine della loro cammino, che torna a noi dopo lunghi intervalli di
tempo? Non sono ancora trascorsi mille e cinquecento anni da quando i Greci
contarono le stelle e diedero loro un nome e ci sono ancora oggi persone che
conoscono il cielo solo per il suo aspetto immediato, che non conoscono ancora
il perché delle eclissi di luna, la ragione del suo oscurarsi. Non è molto tempo
che noi conosciamo queste cose grazie alla scienza.
Verrà un tempo in cui la luce e lo studio continuo di un’età più lunga
illumineranno queste cose che ora rimangono oscure. Una sola epoca non è
sufficiente allo studio di fenomeni tanto grandi, anche se si dedicasse tutta
allo studio del cielo; che dire poi del fatto che non dividiamo equamente i
nostri anni, tanto pochi, tra lo studio e altre vane occupazioni? Dunque, questi
fenomeni saranno spiegati dopo una lunga serie di anni.
Verrà un tempo nel quale i nostri posteri si stupiranno che noi si fosse ignari
di cose tanto evidenti. Del resto è solo da poco che abbiamo iniziato a capire,
riguardo a questi cinque pianeti che si mostrano a noi, che ci spingono a essere
curiosi apparendo ora in un luogo, ora in un altro, quali siano le apparizioni
mattutine e vespertine, quali le soste, quando si muovano in avanti, per quale
motivo invece tornino indietro. e da pochi anni sappiamo se Giove si immerge o
tramonta o appare retrogrado (infatti è questo il nome che gli è dato allorché
si ritira).