Dopo due secoli di materialismo - e nell’assenza di spiegazioni plausibili ai misteri dell’universo - torna d’attualità la metafisica La scienza che riscopre Dio La questione irrisolta della materia: è eterna o creata? L’astrofisica si è arresa di CARLO SGORLON La mia impressione è che oggi, timidamente, dopo due secoli di materialismo, si stia tornando a filosofie spiritualistiche e persino ai problemi metafisici. Kant aveva ammonito, in un trattatello famoso ("Ad ogni futura metafisica che voglia presentarsi come scienza") che di metafisica si poteva ancora parlare, ma non in termini scientifici, e meno che mai dogmatici. Giusto. Ma oggi le inquietudini metafisiche, mai scomparse del tutto, stanno tornando in primo piano anche nel panorama culturale; ed è singolare che, per lo più, traggano alimento proprio dalle scoperte della fisica e della astrofisica. Oggi ipotesi metafisiche e religiose possono nascere dalle scoperte della scienza. Sono possibili teologie "scientifiche" e "algebriche". Mi sia concesso di proporne una.Il materialismo più totale e consapevole comincia nel Settecento, con von Holbach, Helvetius e La Mettrie. Per costoro può esistere soltanto ciò che ha "massa" (e "peso", se parliamo in termini gravitazionali) ed estensione nello spazio. Quello che appartiene alla dimensione di ciò che Cartesio definiva "res extensa". La filosofia "dualistica" di Cartesio, che divideva la realtà, appunto, in "res cogitans" (il pensiero) e "res extensa" (la materia) durò circa due secoli, finché la cultura cominciò ad essere dominata dai materialisti settecenteschi. Il materialismo attraversò anche tutto l'Ottocento, con Feuerbach, Marx, Moleschott e molti altri. Per i materialisti Dio, inteso dai Neoplatonici, gli Gnostici e i Cristiani come "puro spirito", non può esistere perché, come ho detto, solo ciò che è materiale può avere sostanza di realtà.Dopo le ricerche e le scoperte della fisica e dell'astrofisica moderne però, specie da Einstein in poi, anche il materialismo settecentesco e ottocentesco sono entrati in crisi. Questa crisi non è ancora percepita dalla cultura di massa, né da quella egemone e progressista, che la rifiuta, ma appartiene ancora a zone elitarie di una concezione alternativa. Il problema di Dio oggi può essere impostato soltanto sulla base della scienza. Infatti i dogmi, sillogismi scolastici, prove ontologiche di tipo medioevale non hanno più alcuna presa sulla mente e la cultura dei moderni. Vediamone un esempio. Se non esiste una Forza Cosmica che ha creato la materia, questa non può essere eterna. Ma, se c'è da sempre, dovrebbe avere il medesimo livello termico, ossia la medesima temperatura, in tutto l'universo. Infatti in un tempo infinito, per effetto del secondo principio della termodinamica, questa dovrebbe essere la sua situazione finale. Quel principio fisico universale insegna infatti che gli oggetti, vicini o lontani che siano, tendono ad avere lo stesso calore. Il più caldo cede la propria temperatura al più freddo, fino al raggiungimento di un livellamento termico assoluto, che tra l'altro significherebbe la fine di ogni forma di vita. Nel sistema solare il sole dovrebbe avere dunque la stessa temperatura di tutti i pianeti, i satelliti, gli asteroidi, le comete, e così via. Per effetto dello stesso principio fisico, questa condizione termica dovrebbe riguardare tutti i corpi celesti della nostra galassia, e tutti i miliardi di galassie esistenti. Si tratterebbe di un processo termico molto lento, d'accordo. Ma se la materia è eterna, se esiste da sempre, ha avuto a disposizione un tempo infinito per realizzarsi. Invece questa situazione non si è ancora affatto verificata. Nel centro del sole vi sono venti milioni di gradi di calore; sulla terra la temperatura oscilla più o meno dai sessanta gradi sopra lo zero ai sessanta sotto. Nel centro della terra, nel magma, che in sostanza è pietra allo stato liquido, i gradi sono alcune migliaia. Poiché dunque gli astri hanno temperature molto differenti tra loro, si deve trarne la conclusione che la materia non è eterna. Allora è stata creata? Dato che l'ipotesi non piace alla maggioranza dei fisici, si è cercata un'altra soluzione. Nella materia dell'universo, quando era tutta unita, e quindi possedeva un massimo di concentrazione, di calore e di pressione, avvenne il famoso "Big Bang", ossia la grande esplosione che produsse la struttura attuale del cosmo. Si formarono le galassie, che attualmente per il principio d'inerzia, si allontanano tra loro a grande velocità. L'universo dunque è in fase di espansione. Ma un giorno, suppongono alcuni astrofisici, l'espansione cesserà. Gli astri saranno prima rallentati, (dai "neutrini", figurarsi!), poi fermati del tutto. In seguito comincerà un movimento centripeto dei corpi celesti, dovuto alla gravità (che diminuisce in rapporto al quadrato della distanza!). In miliardi di anni tutta la materia dell'universo dovrebbe riunirsi di nuovo nel cosiddetto "Big Crunch", ossia un macinamento sterminato, che dovrebbe provocare un nuovo massimo di calore, di pressione, di concentrazione, e quindi di nuovo Big Bang. E così in eterno.Ma questa teoria, tirata per i capelli, convince ben pochi. Non può realizzarsi se nello spazio non v'è materia sufficiente; se cioè il rapporto tra pieni e vuoti non è al di sopra di un certo indice. Ma, per l'appunto, esso è al di sotto. Si è pensato anche, perciò, alla ipotetica esistenza di una materia invisibile, che riempirebbe i vuoti dell'universo. Si è pensato ogni cosa pensabile, per evitare l'ipotesi di una creazione. Ma essa resta in piedi, e ad ogni mente normale pare la più accettabile. Anche i maggiori astrofisici, come Margherita Hack o Stephen Hawking, non sanno più che pesci pigliare, come risolvere il problema. E, in sostanza, hanno gettato la spugna, e non sono più né creazionisti né anticreazionisti. Sono agnostici, e ammettono il Mistero. http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Codice=1785056&Luogo=Main&Data=2004-3-10&Pagina=12
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