Home - Home Scienza - Archivio Scienza

 
 

Ma è davvero incontaminato

il lago sotterraneo di Vostok?

E’ NASCOSTO A 4000 METRI DI PROFONDITA’ SOTTO I GHIACCI DEL POLO SUD NON SI SA A CHE LIVELLO STAVANO I BATTERI EMERSI DALLE TRIVELLAZIONI  

 
     
 

Dopo un paio di anni di relativa tranquillità, il lago antartico Vostok è tornato ora alla ribalta scientifica, dato che alcuni ricercatori russi e francesi hanno sollevato seri dubbi sulla possibilità che si tratti dell'ultimo ecosistema inesplorato della Terra.

Di fatto, se dovesse risultare che hanno ragione, il lago Vostok sarebbe l'unica massa di acqua dolce sterile nota alla scienza.

La storia del lago Vostok è iniziata realmente nel 1996, quando si capì che non si trattava di una piccola bolla d'acqua, ma di un lago lungo 250 chilometri con profondità variabili da 200 a 800 metri. Per confronto, il lago Vostok ha un'area quasi 14 volte superiore a quella del lago di Garda, e una profondità mediamente doppia. Il lago non è ancora stato visitato, né sono stati prelevati campioni delle sue acque, anche perché è nascosto a circa 4000 metri di profondità sotto i ghiacci del polo sud. In realtà, quando ancora non si conosceva l'esistenza del lago, alcuni ricercatori russi impegnati in studi di paleoclimatologia spinsero le loro trivelle fino a 3600 metri di profondità. Senza saperlo, quindi, i russi avevano prelevato campioni di ghiaccio che proveniva per accrezione dalle acque del lago, e non dal ghiacciaio sovrastante. Il ghiaccio fu quindi rianalizzato, dopo la scoperta del lago, in almeno quattro laboratori, che vi trovarono vari batteri. Questo accese immediatamente la fantasia dei ricercatori sulle possibili forme di vita che possono abitare questo lago, che è rimasto isolato dalla superficie per almeno 15 milioni di anni.

Ora però il biologo molecolare Sergey Bulat, del Petersburg Nuclear Physics Institute, in Russia, ha messo in dubbio questi risultati. Con il suo gruppo, Bulat ha preparato una lista di 80 batteri che si trovano nel suo laboratorio e che potrebbero aver contaminato i campioni. Di tutti i batteri trovati nel ghiaccio, soltanto tre non sono in questa lista e hanno quindi qualche possibilità di venire dal lago, tutti gli altri non possono che essere arrivati dalla superficie insieme alle trivelle. «Sono stati trovati batteri nel ghiaccio» dice Bulat, «ma possiamo scartarne la maggior parte usando il nostro database di contaminanti».

Ovviamente non tutti i ricercatori che si occupano del lago sono d'accordo. Per esempio, Brent Christner, dell'Università statale del Montana, ha utilizzato il cherosene usato durante lo scavo del buco come indicatore per individuare parti dei campioni non contaminate ed è sicuro che i suoi batteri sono veri e propri abitanti del lago. Non solo, Christener stima che il ghiaccio appena sopra il lago contenga circa sette volte più batteri rispetto a quello realmente appartenente al ghiacciaio sovrastante, segno che le acque devono essere piene di vita. Bulat si è però spinto oltre la semplice critica all'analisi dei campioni, dichiarando che le acque del lago non possono che essere sterili.

Anche se non sono ancora stati prelevati campioni di acqua, i calcoli teorici mostrano che il livello di ossigeno nel lago Vostok potrebbe essere fino a cinquanta volte superiore a quello che si trova nei laghi superficiali normali, perché il ghiacciaio trasporta verso il lago piccole bolle d'aria, il cui ossigeno si dissolve nell'acqua.

L'ossigeno, normalmente necessario alla vita, ai livelli del lago Vostok diventa molto tossico. Anche secondo Jean Robert Petit, del Laboratory of Glaciology and Geophysics of the Environment di Grenoble, il lago è «freddo inferno, che nel corso dei milioni di anni è stato sterilizzato dall'ossigeno». In questo caso, la realtà potrebbe dimostrarsi molto diversa grazie alle grandi potenzialità della vita. Di fatto, batteri sono stati trovati in tutti gli ambienti terrestri esplorati finora, per quanto apparentemente inospitali.

Secondo John Priscu, della Montana State University americana, gli eventuali abitanti del lago Vostok potrebbero proteggersi dal suo ambiente superossidante producendo appunto antiossidanti. Anzi, per identificare i batteri del lago bisognerebbe proprio cercare organismi in grado di produrre queste sostanze. Purtroppo, il lago Vostok potrebbe essere esplorato prima di quanto la prudenza non suggerisca. Un gruppo di ricercatori guidato da Valery Luking, dell’Arctic and Antarctic Research Institute di San Pietroburgo, ha annunciato di voler prelevare campioni di acqua già nell'estate antartica del 2006/7. Il problema è che i russi hanno ignorato il suggerimento di realizzare un nuovo foro più pulito e contano di estendere quello già esistente, fortemente contaminato. L'idea dei russi è che l'alta pressione a cui si trovano le acque del lago ne impedirà la contaminazione. Infatti, i ricercatori pensano semplicemente di forare il lago e di lasciare che l'acqua risalga nel foro e congeli, per poi prelevare campioni di questo ghiaccio. Secondo altri ricercatori si tratta però di un piano azzardato e anche pericoloso, perché la pressione nel lago è veramente alta, forse fino a 400 atmosfere. Sarebbe quindi un po' come trivellare il tappo di una bottiglia di spumante e il lago potrebbe letteralmente esplodere attraverso il buco. Oltretutto l'impresa rischia, anche in caso di successo, di risultare totalmente inutile. In assenza di un accordo preventivo su come evitare le contaminazioni, anche i risultati ottenuti analizzando l'acqua del lago saranno controversi come quelli già disponibili.

 
     
 

Data: dicembre 2005

Autore: Aldo Conti

Fonte: La Stampa  

 

 

 
 

 
 

L'editore non assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti nell’articolo o di errori in cui fosse incorso nella loro riproduzione sul sito.

 Vietata la riproduzione senza autorizzazione della stessa. 

Tutto il materiale di questo sito è © di Margherita Campaniolo salvo diversa indicazione