Secondo uno studio greco uno tsunami potrebbe
verificarsi nel Mediterraneo intorno al 2092.
Durante la prima European Conference on Earthquake
Engineering and Seismology che si è svolta questa a Ginevra
dal 3 all'8 settembre 2006, Gerassimos Papadopoulos
dell'Istituto di Geodinamica di Atene ha infatti
lanciato l'allarme su tutta l'area del Mediterraneo
e in special modo sulla Grecia.
"Grandi tsunami colpiscono il Mediterraneo
mediamente ogni 136 anni - ha spiegato lo scienziato
- l'ultimo si è avuto nel Mar Egeo nel 1956". E
quell'evento causò 4 morti, numerosi naufragi e
estesi danni costieri. Fatto un rapido calcolo, si
arriva alle previsioni dello studioso.
Un maremoto ben peggiore fu però quello che nel 1908
si abbatté su Messina, uccidendo 1500 persone.
Furono invece 60 mila le persone che persero la vita
nel terremoto ad esso collegato.
Un eventuale tsunami che si verificasse oggi avrebbe
conseguenze drammatiche, soprattutto a causa dello
sviluppo della popolazione costiera e del turismo.
Lo tsunami del Mediterraneo sarebbe comunque più
debole di quello che investì le coste del Sudest
asiatico nel 2004, facendo 220 mila vittime.
"Ma un'onda anomala che colpisse la Grecia o le
coste italiane arriverebbe in pochi minuti" ha
precisato Papadopoulos "è un rischio che non va
ignorato. Non c'è nessun dubbio che la minaccia alla
comunità costiera sia concreta".
Secondo una statistica globale illustrata dal
ricercatore, il 10 per cento degli tsunami - di
varia intensità - al mondo si verifica nel Mar
Mediterraneo, e dunque occorrerebbe raggiungere
presto un livello di preparazione alla calamità
almeno pari a quello della west coast americana o
del Giappone.
In questa direzione le Nazioni Unite, che hanno
coordinato i primi sistemi di allarme per gli
tsunami in Asia e Africa, stanno cominciando ad
approntare sistemi simili per il Mediterraneo. Circa
4 milioni e mezzo di dollari sono stati stanziati
dall'Unione Europea per un progetto che partirà il
mese prossimo e che delineerà una mappa delle
possibili regioni di origine di un sisma in grado di
produrre uno tsunami nel bacino del Mediterraneo.
Gli tsunami possono essere innescati da un qualunque
sommovimento della crosta terrestre che provochi
enormi ondate che si schiantano sulla linea
costiera.
Secondo Papadopoulos è importante portare a
conoscenza delle persone il modo in cui uno tsunami
si presenta.
Lo studioso ha sostenuto essere necessario
"sviluppare programmi educativi rivolti alla gente.
Se si sente un terremoto, le persone devono subito
evacuare la spiaggia. In più, anche se non sentono
nessun terremoto, ma il mare improvvisamente si
ritrae, bisogna saper che è urgente correre subito
al riparo in zone molto in alto".