Il moto del pianeta modifica le coordinate di spazio e tempo

La Terra ruotando trascina l'universo

Uno studio della Nasa verifica alcune conseguenze derivate dalla Teoria della Relatività di Albert Einstein

 

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WASHINGTON - Una pallina che ruota in una sostanza fluida. Così possiamo provare a pensare il nostro pianeta nell'universo per capire l'effetto Lense-Thirring, una delle conseguenze finora mai dimostrate della teoria einsteiniana della relatività generale. Come la palla trascina nel suo moto il fluido che la circonda, così la Terra, nel suo perenne movimento di rivoluzione attorno al sole, trascina con sé l'universo, provocando una distorsione dello spazio-tempo, considerate come la coordinate dello spazio.

CURVATURA DELLO SPAZIO TEMPO - A fornire una prova di quello che viene chiamato anche effetto «frame dragging» è stato un team della Nasa guidato dall'italiano Ignazio Ciufolini dell'Università di Lecce, e da Erricos C. Pavlis del Joint Center for Earth System Technology, nato da una collaborazione tra l'istituto spaziale americano e l'Università del Maryland. I ricercatori, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature, spiegano di aver provato il fenomeno osservando la variazione nelle orbite di due satelliti per la geodesia (la rilevazione della conformazione della superficie terrestre), LAGEOS I, un satellite NASA, e LAGEOS II, un satellite lanciato in collaborazione da NASA e ASI, l'Agenzia Spaziale Italiana.

TENTATIVI - Risalgono, in verità, ad un passato molto lontano i primi tentativi di ottenere delle misurazioni a sostegno dell'intuizione di Albert Einstein. Già nel 1919, tre anni dopo l'eleborazione della teoria della relatività, la Royal Astronomical Society decise di tentare l'impresa misurando la curvatura dei raggi di luce emessi da alcune stelle durante un'eclissi di sole, curvatura provocata, secondo la teoria, dalla massa del sole frapposta tra l'osservatore e le stelle. Nel 1997 la stessa equipe della Nasa aveva condotto un analogo studio, ma le ultime misurazioni hanno permesso di ottenere dati molto più precisi, grazie al perfezionamento dei modelli gravitazionali a disposizione degli scienziati. Come ha spiegato Pavlis: «Le orbite di LAGEOS I e LAGEOS II vengono deviate ogni anno di due metri nella direzione del moto terrestre». E prosegue: «Le nostre misurazioni concordano al 99% con quanto predetto dalla teoria della relatività generale». Tenendo conto che il margine d'errore generalmente accettato è del 5%, un'incertezza dell'1% sembra decisamente un buon risultato.

BUCHI NERI - Nell'aprile del 2004 una missione Nasa-Università di Stanford aveva investito 700 milioni di dollari nel lancio del satellite Gravity Probe B che avrebbe dovuto fornire quella prova che oggi invece arriva dall'osservazione delle orbite di LAGEOS I e II, semplici satelliti che grazie alla ricezione di raggi laser da stazioni terrestri raccolgono dati sulla configurazione del nostro pianeta. Lo studio ha rischiesto 11 anni, dal 1993 ad oggi. Fondamentale per l'accuratezza delle misurazione si è rivelato l'utilizzo del modello gravitazionale tererstre EIGEN-GRACE02S, elaborato dal GeoForschungs Zentrum di Potsdam, Germania. Gli studi sull'effetto frame dragging possono fornire importanti indizi per l'approfondimento della conoscenza sulla struttura dell'universo e di fenomeni ancora oscuri come quello dei buchi neri.

 

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2004/10_Ottobre/22/relativit%e0.shtml


 

 

 

 

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