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Quando la Terra si
trasformò in un globo completamente ricoperto dal ghiaccio, in qualche
caso spesso quasi 800 metri, la vita riuscì lo stesso a sopravvivere.
Lo dimostra un nuovo studio pubblicato sulla rivista Geology e condotto
da Adriana Dutkiewicz della University of Sydney in Australia.
Secondo la ricerca, alcuni organismi chiamati eucarioti, composti da una
o più cellule complesse e considerati gli antichi progenitori delle piante e degli animali viventi oggi, riuscirono a vivere anche nelle
condizioni estreme della superglaciazione di circa 2 miliardi e 300
milioni anni fa.
Questi organismi erano comparsi dai 50 ai 100 milioni di anni prima
della glaciazione e si trovarono affiancati nella dura lotta per la
sopravvivenza con i cianobatteri, che producevano ossigeno.
Secondo uno degli autori, Roger Buick un esperto di geologia e scienze
spaziali all'Università di Washington, questi dati segnalano come
probabilmente la glaciazione fu meno intensa di quanto pensato
inizialmente e come la copertura ghiacciata fosse probabilmente meno
spessa del previsto.
I ricercatori hanno preso in esame alcune goccioline di olio rimaste
incastrate in cristalli di roccia risalenti a circa 2 miliardi e 400
milioni di anni fa.
I campioni sono stati recuperati dal Lago Elliot, nell'Ontario.
All'interno dell'olio si trovano dei marcatori biologi usati per capire
la presenza di eventuali forme di vita.
Non è la prima volta che si evidenzia la presenza di queste forme di
vita all'epoca della "Snowball Earth". Ma molti detrattori consideravano
queste scoperte come frutto di contaminazione dei campioni con forme di
vita più tarde. Lo studio invece conferma che le forme di vita trovane
nelle goccioline risalgono proprio a quel periodo. L'olio esaminato è
frutto del decadimento di materiale organico, probabilmente di origine
marina e consiste in una vera e propria sorta di fossile molecolare. |
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