L'introduzione in Gran Bretagna di colture geneticamente modificate non
ci sarà, almeno per il prossimo futuro: l'ultima di una serie di
sperimentazioni indipendenti attuate negli ultimi quattro anni su ordine
del governo per verificare i pericoli degli Ogm per l'ambiente ha
infatti dimostrato, per l'ennesima volta, che tali colture sono
pericolose per l'ecosistema.
Le coltivazioni erano state modificate
geneticamente per essere resistenti a potenti erbicidi: ma proprio
queste sostanze, ha rilevato lo studio, si sono rivelate un'autentica
catastrofe per l'ecosistema delle zone interessate, già massacrato
dall'agricoltura intensiva.L'esperimento è stato condotto in 65 campi in
diverse parti del paese su due piantagioni di colza, una derivata da
semi convenzionali, l'altra da semi Ogm.
Gli scienziati hanno osservato
attentamente l'impatto delle due coltivazioni sulla flora e la fauna
nelle aree adiacenti. Risultato: fiori, farfalle, api, altri insetti e
perfino gli uccelli sono stati danneggiati dagli erbicidi utilizzati
nella coltivazione di colza Ogm.Les Firbank del centro per l'ecologia e
l'idrologia di Lancaster, che ha guidato lo studio, ha dichiarato che
nel caso delle coltivazioni Ogm era stato riscontrato un calo del 33\%
dei semi di fiori e piante circostanti. La colza Ogm è infatti in grado
di resistere ad erbicidi che normalmente ucciderebbero la colza
convenzionale e permette quindi agli agricoltori di usare sostanze
chimiche molto più aggressive per proteggere il raccolto, sostanze che
però, da quanto è stato dimostrato, hanno un impatto devastante
sull'ecosistema delle campagne.«Tutte le prove raccolte nella
sperimentazione indicano che la differenza tra le due colture è dovuta
agli erbicidi.
È la natura delle sostanze usate ed i tempi in cui
vengono utilizzate», ha dichiarato Firbank.I tre esperimenti precedenti
erano stati condotti sul granturco, sulla barbabietola e su un altro
tipo di colza. Nel caso della barbabietola e della colza, i risultati
erano stati simili a quelli ottenuti in quest'ultimo esperimento, mentre
nel caso del granturco la sperimentazione aveva dato risultati positivi
dimostrando che l'erbicida utilizzato per il mais Ogm faceva in realtà
meno danni di quello impiegato nelle colture tradizionali. La validità
dell'esperimento era stata però messa in discussione, in quanto
l'erbicida usato sul granturco tradizionale era talmente distruttivo che
stava per essere messo al bando dall'Unione europea. Nonostante ciò il
governo britannico lo scorso anno aveva dato l'autorizzazione per la
coltivazione di quel tipo di mais Ogm, chiamato Chardon LL, aprendo di
fatto le porte alle colture geneticamente modificate nel paese, con
grandi proteste degli ambientalisti.
Poche settimane dopo però la Bayer,
società produttrice del Chardon LL, aveva ritirato la propria richiesta
sostenendo che le condizioni imposte dal governo a tali coltivazioni
erano troppo restrittive. Alla Bayer poco dopo aveva fatto seguito un
altro gigante del biotech, Monsanto, ritiratosi dall'intero mercato
europeo.