Speleologi baschi
hanno annunciato una scoperta che getta nuova luce su un misterioso
fenomeno naturale, ma che al tempo stesso accende la fantasia di tutti
coloro che non hanno rinunciato ai sogni: all'interno di una grotta
sotterranea è stato trovato per la prima volta un vero "fiume di latte
di luna" allo stato liquido dove, secondo le leggende, si bagnavano dee
e fate.
Il "fiume di latte di luna", un fenomeno conosciuto dagli scienziati col
termine inglese "moonmilk", è una sostanza bianca e densa che si ritiene
originata da precipitazioni di acque sotterranee con un componente a
prevenirne la cristallizzazione. Consiste di una sospensione con una
fase solida rappresentata da minerali per lo più sotto forma di
carbonati e dispersa in una fase liquida, ma si ritrova di solito in
piccole quantità, spesso di pochi millimetri, e in forma solida lungo le
pareti delle caverne sotterranee.
Quello scoperto nel Paese Basco scorre invece bianco e brillante alla
luce delle torce per ben 300 metri attraverso le viscere della terra a
90 metri di profondità e il suo stato liquido sarebbe dovuto a una
considerevole presenza di idrossido di alluminio.
Il ritrovamento è avvenuto in una caverna nella località mineraria
nord-orientale di Alzola tempo fa, ma è stato reso noto solo ora per
consentire di condurre in tranquillità una serie di esami e ricerche. E
il luogo esatto viene tuttora mantenuto segreto per evitare una temuta
affluenza di curiosi e giornalisti. Carlos Galan, speleobiologo membro
della Società scientifica Arazandi che ha compiuto esami approfonditi,
ma non ancora conclusivi, del "moonmilk", ha spiegato in un articolo su
una rivista scientifica basca che nel "fiume" è stata per la prima volta
rinvenuta gibbsite, cioè idrossido di alluminio, insieme a minerali come
zolfo, calcio, silice, carbonio e gesso.
Terra mitica di giganti e altri esseri magici, il Paese Basco è stato
nell'antichità centro della venerazione di divinità legate soprattutto
alla Natura nel cui ventre albergava il Paradiso dei primitivi abitanti
e dove, raccontano le leggende, ''i fiumi erano di latte'' e vi si
bagnavano dee e fate. Una delle principali divinità era Ilargi, "la luce
dei morti", ovvero la Luna, che governava tutto quanto è nascosto: dalle
anime fino ai luoghi segreti nelle viscere della Terra.
C'erano poi, e per molti ci sono tuttora, le Lamiak, le piccole fate dai
piedini di uccello e i corpi di pesce che vivevano nei fiumi sotterranei
o della superficie terrestre sulle cui sponde si potevano vedere mentre
si spazzolavano i lucenti capelli. Ma la Grande Dea del pantheon basco è
Mari, versione pirenaica della Dea Madre che fu venerata in tutta
l'Europa prima dell'arrivo dei popoli indoeuropei. Mari è la regina del
cielo e del mondo sotterraneo, e vive nelle caverne che sono collegate
al Paradiso sotterraneo la cui entrata è segreta. Tutte le altre
divinità, spiriti e fate sono in realtà manifestazioni di Mari sposata
al gran serpente-drago Maju il quale, secondo la tradizione, è il
capostipite di molte antiche famiglie basche.