STORIA DELLA SCIENZAL’ENFANT PRODIGE ALLIEVO DI FERMI


Altri inediti di Majorana


RITROVATE SEI LEZIONI DEL GRANDE FISICO PREPARATE PER I SUOI STUDENTI DELL’ATENEO DI NAPOLI

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1/12/2004 -
C'è un buon motivo per ritornare sulla figura di Ettore Majorana perché sono stati di recente scoperti nuovi documenti. Ma anche perché è già ora di pensare alle celebrazioni che agli inizi del 2006, centenario della sua nascita, egli meriterebbe. Per i lettori più giovani ricordiamo che Majorana fu paragonato a geni come Galileo e Newton. A formulare il paragone fu niente meno che Enrico Fermi. Benché fosse uno dei maggiori fisici della sua epoca, Fermi riconosceva la superiorità di Ettore per quanto riguardava la fisica teorica! Quindi il mito della "scomparsa" ha contribuito a dare a Majorana una notorietà che gli spettava prima di tutto per i suoi lavori scientifici. Perfino i suoi appunti di studio (noti come i "volumetti") rimangono un modello di originalità: tanto che lo scorso anno abbiamo potuto pubblicarli, in traduzione inglese, presso la casa editrice olandese Kluwer (512 pagine). E molti dei suoi manoscritti scientifici sono inediti. Gli stessi (pochi) articoli da lui a suo tempo pubblicati costituiscono tuttora una miniera non del tutto esplorata. Aggiungiamo una nuova informazione, che esige una premessa. Nel giugno del 1927 il senatore Orso Mario Corbino, dopo essere riuscito a dare una cattedra in Roma al giovane Fermi, si adoperò a procurargli anche allievi, invitando a passare a Fisica i migliori tra coloro che, come Majorana, stavano studiando Ingegneria a Roma. Prima di prendere la propria decisione, Majorana volle esaminare Fermi, e lo incontrò. Il professore gli espose il proprio modello dell'atomo (detto di Thomas-Fermi), l'equazione a cui conduceva, e le soluzioni che in una settimana di duro lavoro aveva ottenuto numericamente: cioè usando il regolo calcolatore, di cui Fermi era insuperabile maestro. Majorana non si fidò troppo di quelle soluzioni. In una notte, con la sua incredibile abilità matematica, trasformò quella equazione in un'altra - di "tipo Abel", come si è visto un paio di anni fa, rinvenendo gli appunti di quella notte presso la Domus Galilaeana di Pisa - che si poteva risolvere analiticamente senza approssimazioni numeriche; e quindi, per controllo, la trasformò in un'altra ancora, inventando un nuovo metodo matematico. La mattina seguente chiese a Fermi di controllare i suoi risultati: scoprendoli, non senza meraviglia, praticamente coincidenti coi propri, valutò positivamente l'esame fatto a Fermi, e passò a Fisica. Bene: il rifare quanto pensato e scritto da Majorana in una notte, durante la quale avrà forse anche dormito, ha richiesto alcuni mesi di studio serrato di Salvatore Esposito, un esperto fisico teorico di oggi! L’ultima scoperta riguarda gli appunti di Ettore per le lezioni da lui tenute nei primi mesi del 1938 (poco prima della sua scomparsa) agli studenti di Istituzioni di fisica teorica dell’Università di Napoli: Ettore li redigeva per poterli poi imprestare ai suoi studenti. Erano noti gli appunti di dieci lezioni, che furono pubblicati in Napoli nel 1987. Ne mancavano sei: che sono state ricercate e, appunto, rinvenute dal nostro collaboratore napoletano già citato, Salvatore Esposito. In queste lezioni, tra l'altro, Ettore espone con la sua abituale profondità, chiarezza e sinteticità anche la teoria della relatività speciale, materia che allora non rientrava nei programmi. La scomparsa e ricomparsa di questi appunti si inserisce in un episodio significativo della vita personale del Majorana. Come a suo tempo segnalatoci da Bruno Russo, e confermatoci dalla stessa interessata, il giorno prima di sparire Majorana chiamò dal corridoio la più bella e vivace delle sue studentesse (Gilda Senatore, che in seguito divenne docente di fisica), senza entrare nella sala di studio e invitandola quindi a raggiungerlo nel corridoio. Qui le consegnò una cartelletta di manoscritti, tra i quali gli appunti delle sue lezioni: compresa quella che avrebbe dovuto amministrare il dì seguente. "Tenga queste carte - le disse -, poi ne parleremo"; e si allontanò ripetendo "Poi ne parleremo": senza che nessuno dei due avesse il coraggio di aggiungere altro. Questa cartelletta, sequestrata d'autorità dal direttore della "Fisica" di Napoli, è andata purtroppo perduta: abbiamo molte ragioni per credere che essa contenesse importanti risultati scientifici di Majorana non ancora, e mai più, pubblicati. Solo gli appunti di lezione passarono tra le mani di Edoardo Amaldi, Giovanni Gentile jr. e Gilberto Bernardini: e arrivarono a noi incomplete. Per lo meno la serie dei suoi appunti è ora completa: non si tratta, certo, delle carte più importanti per la scienza di oggi, ma esse sono comunque del massimo interesse. Il nome di Ettore è spesso associato a quello di Sciascia, che su Majorana scrisse un bel saggio, misto di storia e di invenzione, che diede origine a una polemica tra l’autore e Edoardo Amaldi, alla quale partecipai proprio su queste pagine. Vorrei quindi dedicare qualche riga al ricordo del grande scrittore, a 15 anni dalla sua morte, avvenuta il 20 di novembre del 1989. Della penna di Sciascia molti sentono oggi la mancanza, anche tra quelli che con lui polemizzarono. Attraverso questo quotidiano che tanto spazio a suo tempo offrì a Sciascia, vorrei quindi lanciare un appello a favore dell'associazione "Amici di Sciascia", che dello scrittore mantiene la memoria organizzando cicli di riletture, conferenze, convegni (Sciascia e la Giustizia, Sciascia e la Pena di morte, Sciascia e l'Affaire Moro) e pubblicando ogni anno saggi critici e volumi di scrittori amati da Sciascia. Un appello redatto questa volta non da un letterato, ma da un fisico che è l'attuale presidente dell'associazione; e, mettendo da parte per una volta "le due culture", diretto a chiunque volesse sostenere questa associazione in un momento di crisi, non solo di valori ma anche economica. Il sito web è: www.amicisciascia.it Telefono: 0382-73184.
 

 
fonte: http://www.lastampa.it/_settimanali/tst/estrattore/Tutto_Scienze/art2.asp  
di Erasmo Recami - Università di Bergamo  

 

 
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