Un animale a metà tra un granchio e un'aragosta, con le
chele ricoperte di lunghi peli bianchi. È quello che si è presentato
agli occhi di un gruppo di biologi marini statunitensi lo scorso anno
mentre osservavano i fondali marini nel Sud del Pacifico a 2.300 metri
di profondità e a qualche chilometro di distanza dall'Isola di Pasqua.
Unico nella sua categoria. La scoperta è particolare perché,
sebbene ogni anno vengano classificate numerose nuove specie marine,
questa volta il crostaceo è talmente unico da aver diritto addirittura a
una famiglia tassonomica tutta sua. Secondo le analisi genetiche,
condotte da Michel Segonzac dell'Istituto Francese per l'Esplorazione
del Mare (Ifremer), il Dna dell'animale è così particolare da non poter
essere accomunato con nessuna altra specie conosciuta. La famiglia è
stata chiamata Kiwaida, in onore di Kiwa, la divinità dei crostacei
secondo la mitologia polinesiana.
Cieco come una talpa. L'altra particolarità della Kiwa hirsuta
- come è stata chiamata - è quella essere completamente cieca e gli
scienziati sospettano che riesca ad orientarsi grazie proprio alle
setole delle sue chele. Ancora però non è completamente chiara la
funzione di questi grossi peli e qualcuno ritiene che possano servire a
coltivare batteri di cui l'animale si potrebbe nutrire. In alternativa a
qualche pasto più luculliano però, visto che Segonzac ha osservato la
Kiwa hirsuta combattere con due granchi per assicurarsi un pezzo di
gustosissimo gamberetto.