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Sfruttare l'indeterminazione

A cura di M. Campaniolo

 
 

 

Non tutta l'indeterminazione viene per nuocere. In una ricerca pubblicata da Nature un gruppo di fisici guidati da Keith Schwab della Cornell University (Ithaca, USA) ha scoperto una modalità per utilizzare in modo pratico il principio di indeterminazione di Heisenberg. Secondo questo principio e in generale secondo la teoria quantistica, infatti, è impossibile misurare le caratteristiche di un oggetto senza perturbarlo. L'osservazione, infatti, fa sì che il sistema osservato riceva una perturbazione chiamata quantum back-action che impedisce misurazioni simultanee di velocità e posizione.

Schwab e il suo gruppo hanno pensato di usare questo "inconveniente" per raffreddare oggetti quantistici sino a temperature bassissime. Per misurare la velocità hanno sfruttato un sottile raggio di nitruro di silicio, una polvere bianca resistente all'acqua, agli shock termici e ai reagenti chimici che in genere viene utilizzata come catalizzatore e nelle turbine a gas ad alte temperature. Piccoli cambiamenti nella posizione di questo raggio, ampio solo poche decine di nanometri e chiamato nanorisonatore, alterano la conduttività elettrica di un vicino apparecchio elettronico, il Superconducting single-electron transistor (SSET), utilizzato per determinare la posizione dell'oggetto.

SSET - Immagine Cornell University

A causa della perturbazione quantistica, la misurazione del SSET fa vibrare il nanorisonatore. I ricercatori hanno capito però che se il SSET viene regolato a particolari voltaggi, corrispondenti ai livelli quantizzati di energia degli elettroni che vi passano attraverso, le vibrazioni del nanorisonatore diminuiscono. L’effetto non previsto è che l’oggetto viene raffreddato perché lo strumento comincia ad assorbire calore. Schwab e il suo gruppo sono convinti che questa scoperta potrebbe essere utilizzata per produrre stati superfreddi in strumentazioni meccaniche che operano a livello nanometrico.

 
     
 

Data: 08-10-2006

Autore: a cura di M. Campaniolo

Fonte: Cornell University - Nature

 

 

 
 

 
 

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