Clonare è possibile anche senza cellule staminali. Lo ha
scoperto un gruppo di ricercatori dell'Università di
Pittsburgh, coordinati da Tao Cheng che in un
articolo pubblicato sulla rivista Nature Genetics
spiega di aver creato due topolini a partire da una
cellula del sangue matura, di per sé incapace di
replicarsi.
Per molto tempo si è pensato che solo le cellule staminali
potessero essere usate per la clonazione attraverso
la procedura del trasferimento nucleare. Questa
tecnica prevede che si crei un embrione trasferendo
il nucleo di una cellula in una cellula uovo non
fertilizzata a cui è stato rimosso il materiale
genetico. L'embrione risultante è così una esatta
copia genetica della persona o dell'animale che ha
donato il nucleo cellulare.
Tao Cheng - Cortesia "The
McGowan Institute for Regenerative Medicine"
Pittsburgh
Invece di usare cellule staminali adulte, il gruppo di
Cheng ha usato una cellula del sangue chiamata
granulocita, un tipo di globulo bianco. Nel 35-39
per cento dei casi il nucleo dei granulociti ha dato
vita a embrioni nelle prime fasi di sviluppo (o
blastocisti) contro un tasso di successo delle
staminali adulte compreso tra l'1 e il 5 per cento
circa.
Alla fine sono stati creati due topolini clonati, entrambi
morti a pochi giorni dalla nascita.
Usando invece cellule staminali embrionali prese da
blastocisti di topolini il tasso di successo è
salito al 50 per cento e sono stati fatti nascere 18
topolini clonati.
Dal momento però che l'uso di cellule staminali embrionali
(umane) è circondato da forti perplessità di
carattere etico, i risultati ottenuti con i
granulociti sembrano essere particolarmente
interessanti. Rimane però un dubbio abbastanza forte
e cioè il fatto che questo successo è stato ottenuto
sui topi e niente dimostra che possa essere ottenuto
usando anche i granulociti umani.