I fulmini del Brasile per comprendere le mutazioni del clima

 

Home

Una spedizione scientifica europea effettuerà una campagna di osservazione nel Paese sudamericano che detiene il record mondiale di saette.

I fulmini del Brasile aiuteranno a capire cosa sta cambiando nel clima del mondo. Oltre 120 scienziati europei, fra cui vari italiani, sotto l'egida dell'Agenzia Aerospaziale Tedesca, monteranno a gennaio dell'anno prossimo una base di osservazione di fulmini e tempeste tropicali a 400 chilometri da San Paolo, per studiare l'importanza determinante dei tropici nella composizione dell'atmosfera, nell'origine dei buchi nello strato di ozono e nelle anomalie del clima globale.
La grande spedizione scientifica, battezzata progetto Troccinox (Tropical Convention Cirrus and Nitrogen Oxides), ha scelto il Brasile a causa del suo record mondiale nel numero di fulmini e saette: fra i 50 e i 100 milioni l'anno, su una media mondiale di circa 700 milioni. In pratica circa un fulmine su sette si scarica in Brasile.


La zona prescelta per la ricerca, quella di Aracatuba, a cavallo del grande fiume Paranà fra gli stati di San Paolo e Mato Grosso do Sul, è fra le più attive del mondo, con percentuali che arrivano ai 16 fulmini per chilometro quadrato l'anno. E tutti con un'intensità in genere superiore alla media.
Gli scienziati provenienti oltre che da Italia e Germania anche da Russia, Francia, Gran Bretagna e Svizzera, si uniranno a ricercatori brasiliani e statunitensi che l'anno scorso hanno già compiuto una prima ricerca satellitare sui sorprendenti cirrocumuli e sulle formazioni temporalesche brasiliane.
Lo scopo immediato è quello di comprendere cosa veramente avvenga nell'alta troposfera e nella bassa stratosfera quando si scatena un grande temporale tropicale.

Nel mirino scientifico è l'ossido di azoto liberato in grandi quantità dai fulmini. Un composto spesso letale per l'uomo sia a livello respiratorio che di tumori della pelle, ma che si sospetta sia anche protagonista dei crescenti guai climatici a livello di buchi dell'ozono e di effetto serra. Si calcola che circa il 60 per cento dell'ossido di azoto presente nell'atmosfera derivi dai fulmini, mentre solo il 40 per cento proverrebbe dall'opera dell'uomo (incendi, industrie, scappamenti di automobili, aerei, ecc.).
A bordo di tre aerei speciali, un russo Mig-55 attrezzato per entrare ad alta quota nelle nuvole più nere e minacciose, un francese Falcon e un brasiliano Bandeirante, i cacciatori di fulmini lavoreranno dal 26 gennaio al 24 febbraio con base nell'aeroporto di Aracatuba, per un costo complessivo di 4 milioni di euro.


Anche l'atavica paura dell'uomo per fulmine e tuono farà parte della missione che non ha precedenti al mondo. Si calcola che almeno 2.000 persone muoiano ogni anno nel pianeta colpite da un fulmine. La chance di sopravvivenza in un incidente di questo tipo non supera il 2 per cento. In Brasile il problema è sentito pesantemente con un centinaio di vittime all'anno, e quasi 200 milioni di euro di danni: intere mandrie di bovini vengono sterminate durante i temporali nelle immense fazendas di Mato Grosso e Goias.
Un'autentica sorgente dei temporali sudamericani è stata localizzata durante la recente ricerca della Nasa assieme ai brasiliani dell'Inpe (Istituto Nazionale di Ricerca Spaziale) in una specie di triangolo delle Bermude fra il nord dell'Argentina e il Sud del Paraguay, a ridosso delle famose cascate di Iguazù. E' lì che lo scontro fra le correnti fredde patagoniche e quelle calde amazzoniche forma le più terribili pile di cumuli del mondo che vanno poi a scaricarsi più a nord, proprio nella regione scelta dagli scienziati, abitata al 60-70 per cento da discendenti dell'emigrazione italiana.
Il Brasile, intoccato dai problemi sismici di quasi tutto il resto dell'America Latina, si sta negli ultimi tempi rivelando territorio privilegiato di studi climatici a livello internazionale. Al di là del primato nei fulmini e nelle devastanti ''queimadas'' (incendi boschivi e agricoli) di Amazzonia e dintorni, è di pochi mesi fa il rovinoso passaggio nel sud del paese di quello che è stato considerato dagli americani come il primo legittimo uragano ad interessare a memoria d'uomo l'Atlantico meridionale.
 
   
   

Data: 13 dicembre 2004

Autore:

Fonte: Newton

Link: http://www.newton.rcs.it/PrimoPiano/News/2004/12_Dicembre/13/fulmini.shtml

 
Hit Counter