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Meno oscure le eruzioni esplosive

 
     
 

Mount St. Helens in eruzione esplosiva - USGS Photograph taken on May 18, 1980, by Austin Post

Uno studio inglese ha esplorato le fasi che attraversa il magma mentre risale in superficie durante un'eruzione vulcanica. La ricerca, svolta dall'Università di Cambridge e dal Dipartimento per le scienze della terra dell’Università di Bristol, è stata pubblicata su Nature e presentata durante il British Association's Science Festival.

Oggetto dello studio dei ricercatori il vulcano di Sant’Elena. Gli scienziati hanno analizzato alcuni sottili strati vetrosi all'interno di rocce eruttate che hanno fornito nuove notizie a proposito di come la pietra lavica si comporti nelle profondità terrestri.

Combinate con le osservazioni di superficie questi dati potranno mettere in allarme circa le prossime eruzioni.

"Sappiamo ricavare un raggio di possibili scale temporali di eruzione, so che è insoddisfacente ma in futuro miglioreremo la tecnica e la precisione" ha detto Jon Blundy, dell’Università di Bristol.

Il team ha analizzato anche una varietà di materiali eruttati dalle montagne degli Stati Uniti negli anni Ottanta e relative ai più recenti eventi eruttivi a Shiveluch in Russia.

Questi reperti contenevano piccole inclusioni vetrose comparse quando il magma è emerso e il cui contenuto lavico è rimasto inalterato.

Gli scienziati hanno utilizzato queste naturali "teche" per esplorare meglio le condizioni delle profondità del pianeta.

Si è scoperto così che man mano che il magma sale in superficie e la pressione diminuisce, si verifica il fenomeno della cristallizzazione e c’è anche un sostanziale incremento della sua temperatura.

Questo è molto sorprendente perché la cristallizzazione è un fenomeno finora ritenuto associato al raffreddamento.

L’analisi degli elementi vetrosi non ha solo svelato la cristallizzazione e le condizioni di pressione e temperatura del magma in salita, ma ha anche fornito notizie circa la composizione chimica e il contenuto d’acqua.

La correlazione di tutti questi fattori permetterà ai ricercatori di creare un modello che spieghi come essi interagiscono per portare all’eruzione.

L’acqua, in questo processo, è fondamentale. Le eruzioni esplosive sono caratterizzate e alimentate da fuoriuscite di acqua dalla roccia liquida fino a formare bolle.

"Se il magma è stoccato ad un’alta pressione, conterrà molta acqua, molta acqua significa che potenzialmente si formeranno più bolle, e più bolle vuol dire una eruzione più esplosiva" ha detto Blundy.

I vulcanologi oggi monitorano l’attività dei vulcani dalla superficie seguendo, ad esempio, l'andamento dei terremoti e il rilascio di gas.

La ricerca permetterà agli studiosi di correlare quello che avviene in profondità con questi segnali superficiali.

 

 
 

Data: 08-09-2006

Fonte: Reuters

 

 

 

 
 

 
 

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