Piana di Cuatro Cienegas, Stato di Coahuila, Messico settentrionale: è
qui, nel deserto, che per tre anni un centinaio tra ricercatori e
documentaristi, hanno studiato 165 pozze per capire l'origine dell'acqua
sorgiva in esse contenuta. Così, dopo tre missioni, il gruppo di
esploratori La Venta, ha fatto la sua scoperta: le acque del deserto del
Messico non sono il resto di un antico mare ma hanno un'origine carsica.
Cioè, entrano nelle montagne e risalgono, riscaldate, nelle pozze.
La spinta alla ricerca a Cuatro Cienegas è stata la volontà di capire
quali meccanismi permettono a queste pozze di acqua sorgiva (nella foto)
di alimentarsi. Di capire, in sostanza, che connessione esiste tra
quelle pozze e il sistema idrogeologico e carsico dell'area. A questo
fine sono state condotte ricerche speleologiche, archeologiche,
mineralogiche ed escursioni nella piana di Cuatro Cienegas, sito umido
più importante del deserto chihuahuense, il più vasto del Nord America e
uno dei principali del Messico.
Cuatro Cienegas è un territorio difficile, grande quasi come una regione
italiana: 10 mila chilometri quadrati, dove la viabilità è quasi
inesistente e dove c'è una grande scarsità idrica. Scarsità dovuta anche
alla presenza delle sierre che, come una corte protettiva, circondano la
piana, con un'altitudine che dai 700 metri sul livello del mare sale a
cime di 3 mila metri. E i livelli di precipitazione che si registrano
sono bassissimi: 200 mm di pioggia l'anno.
Cuatro Cienegas è una nicchia ecologica unica al mondo, un acquario che
misteriosamente si apre nel deserto e che nel corso di migliaia di anni
ha garantito la sopravvivenza ad 8 specie di pesci, 9 di molluschi, 3 di
tartarughe, oltre a gamberi e stomatoliti, i più antichi fossili
conosciuti sulla Terra, che oggi si ritrovano solamente nelle acque
calde e salate dei bassi fondali di Bermuda, Bahamas, Australia e
Messico.
Parte dell'area studiata dalla squadra La Venta è protetta: 84.347
ettari nella parte bassa e pianeggiante della valle, con un'altezza
approssimativa di 720 m sul livello del mare. Un'area estremamente
desertica che include canyon, ventagli alluvionali e ampie pianure
sature di sale. La commissione di biodiversitaà messicana la include
nell'elenco di siti la cui conservazione è di interesse prioritario per
il Paese; anche il WWF la considera come una delle ecoregioni la cui
salvaguardia è fondamentale; e commissioni scientifiche non hanno
mancato di riconoscerla come notevole centro di endemismi a livello
mondiale.
In
particolare, il numero totale di specie animali e vegetali della riserva
è di 1.274, delle quali 77 endemiche. Scopo della conservazione è
ridurre la perdita di habitat provocata dall'eccessiva estrazione di
acqua, dal turismo incontrollato, dalla presenza di specie esotiche,
dallo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali,
dall'allevamento intensivo. In tutto questo, giunge come ulteriore
monito la previsione dell'Unesco secondo cui nel 2015 circa l'80 % delle
acque potabili del mondo proverrà da aree carsiche, esattamente come
quelle di Cuatro Cienegas: conoscerle e conservarle, pertanto, è una
necessità imprescindibile.
Le attività esplorative del gruppo La Venta, illustrate in un libro
specializzato, si sono mosse in due direzioni: l'una speleologica, di
grotte e miniere; l'altra, speleo-subacquea nelle pozze. Sono stati,
così, cartografati con tecniche d'avanguardia, circa 8 mila metri di
reticoli carsici e sono state rilevate 65 pozze. Pozze la cui forma
varia di poco: tutte, infatti, hanno morfologie di tipo a scodella o a
imbuto con dimensioni comprese tra i 3 e i 25 metri di diametro,
toccando il massimo di profondità di 19 metri. Oggi si sa che le acque
delle pozze sono termali: esse sgorgano ad una temperatura di circa 32
gradi centigradi e, mano a mano che corrono nella vallata ad alimentare
le pozze più distanti, si raffreddano fino a 22 gradi, fino cioè a
mettersi in equilibrio con la temperatura media annua di questo luogo.
Per via dei sali contenuti, del basso fosforo, degli ecosistemi
acquatici esistenti, una teoria ipotizzava che quelle di Cuatro Cienegas
fossero acque di un mare antico intrappolate dalla deriva dei
continenti. Gli studi hanno invece rilevato che si tratta di acque
termominerali di origine carsica che compiono un ciclo di 20 anni
durante il quale l'acqua penetra nelle cavità delle montagne fino nelle
profondità per poi risalire nelle pozze.