Un gruppo di
zooetologi italiani ha scoperto che anche in natura numerose scimmie
utilizzano grossi sassi per rompere le noci di cocco con cui si cibano
Aprire una noce di
cocco è un rebus per la maggioranza delle specie viventi ma non per i
cebi: a queste scimmie basta infatti avere a portata di mano un paio di
sassi ed il pranzo è servito. A fare la scoperta sono stati alcuni
ricercatori dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del
Consiglio Nazionale di Ricerche di Roma, confortati da risultati
analoghi registrati da colleghi stranieri e pubblicati rispettivamente
sul numero di dicembre dell'American Journal of Primatology e di Science.
Di necessità virtù. Questo devono aver pensato i cebi quando si sono
trovati senza cibo e così hanno aguzzato l'ingegno, allo stesso modo
degli scimpanzè e degli esseri umani dai quali però distano ben 40
milioni di anni in termini evolutivi. Tra l'altro, per queste scimmie,
rompere una noce di cocco è una vera e propria epopea: deposto il frutto
su un masso di arenaria, lo debbono poi rompere con grandi sassi di
quarzite, dei macigni che possono arrivare a pesare anche un terzo del
loro peso.
Che in cattività i cebi usassero utensili gli scienziati lo sapevano da
tempo, ciò che li ha sorpresi è verificare che lo facciano anche in
natura e per di più che sia una pratica diffusa anche a distanza di
migliaia di chilometri. Elisabetta Visalberghi, Dorothy Fragaszy
dell'Università della Georgia, Eduardo Ottoni e Patricia Izar
dell'Università di San Paolo hanno misurato incudini, pesato massi e
noci fino ad arrivare alla conclusione che ''i cebi sono capaci di usare
strumenti, anche quando il compito è cognitivamente difficile e richiede
forza e precisione''. E non solo ci riescono, ''ma creano anche
tradizioni comportamentali - afferma Visalberghi - non si tratta,
infatti, di un caso isolato ma di un comportamento che si è diffuso
grazie alle maggiori opportunità di apprenderlo attraverso la vita di
gruppo. I cebi lo hanno imparato non dagli altri ma con gli altri".
Dunque, queste scimmie così lontane da noi sono capaci di sfruttare
l'ambiente ed in situazioni in cui altri avrebbero lasciato la presa,
loro ''si sono ingegnati, hanno agito e talvolta trovato soluzioni
decisamente intelligenti".
Molte le domande però
a cui ancora non si ha una risposta: a che età cominciano, se sfruttano
l'ambiente durante tutto l'anno, se si tratta di una tradizione che si è
diffusa nello spazio o di scoperte indipendenti. Interrogativi che però
non rimarranno a lungo tali, o almeno così sperano i ricercatori che a
partire da gennaio 2005 daranno avvio ad un ulteriore progetto di
ricerca, finanziato dalla Leakey Foundation e dalla National Geographic
Society.