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Usando meteoriti
primitive (condriti) come modello, un gruppo di geofisici e scienziati
planetari della
Washington University di St. Louis ha effettuato calcoli sul
degasamento e ha dimostrato che l'atmosfera primordiale della Terra era
riducente, piena zeppa di metano, ammoniaca, idrogeno e vapor acqueo.
Con questa scoperta, Bruce Fegley e Laura Schaefer danno nuovo vigore a
una delle più celebri e controverse teorie sull'origine della vita,
l'esperimento Miller-Urey del 1953, che produsse composti organici
necessari per l'evoluzione degli organismi. Schaefer ha presentato i
risultati al meeting annuale della divisione di scienze planetarie dell'American
Astronomical Society a Cambridge, in Inghilterra.
Le condriti sono campioni relativamente inalterati di materiale
proveniente dalla nebulosa solare. Da tempo alcuni scienziati sono
convinti che esse costituiscano i mattoncini da costruzione dei pianeti,
anche se nessuno ha mai determinato che tipo di atmosfera verrebbe
generata da un pianeta condritico primitivo. "Abbiamo ipotizzato -
spiega Schaefer - che i pianeti si siano formati da materiale condritico,
abbiamo sezionato il pianeta in strati e abbiamo usato la composizione
dei meteoriti per calcolare i gas che sarebbero stati prodotti da
ciascuno di questi strati. Abbiamo così trovato un'atmosfera molto
riducente per la maggior parte delle miscele di meteoriti, con grandi
quantità di metano e ammoniaca".
In un'atmosfera riducente, l'idrogeno è presente ma l'ossigeno no.
Perché l'esperimento Miller-Urey possa funzionare, è necessaria proprio
un'atmosfera di questo tipo: un'atmosfera ossidante renderebbe
impossibile la produzione di composti organici. Tuttavia molti geologi,
usando moderni gas vulcanici come modello, sono convinti che sia
esistita un'atmosfera povera di idrogeno e ricca di biossido di
carbonio. |
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