Il
sottosuolo d'Italia non ha più segreti, grazie al primo atlante completo
che ne descrive la struttura. Si chiama Crop Atlas, é la più completa
raccolta di dati geologici sul sottosuolo e i mari italiani e sarà
presentata a Firenze, nel congresso internazionale di Geologia che si
apre oggi pomeriggio. Pubblicato dal Servizio Geologico Nazionale che fa
capo all'Agenzia per la protezione dell' ambiente e per i servizi
tecnici (APAT), l'Atlante é l'ultimo risultato del progetto CROP (Crosta
PROfonda), promosso negli anni '80 e tuttora in corso, finanziato da CNR,
ENI ed ENEL. Una settantina di tavole descrivono le sezioni sismiche di
circa 10.000 chilometri di sottosuolo italiano alla profondità media di
una decina chilometri.
«Si tratta di una sorta di ecografia del sottosuolo, ottenuta grazie ad
una tecnica sviluppata per le esplorazioni petrolifere e poi applicata
in medicina», ha detto Carlo Doglioni, coordinatore del comitato
scientifico del progetto Crop e professore di Geologia strutturale
presso il dipartimento di Scienze della terra dell'università di Roma La
Sapienza. Si tratta di una tecnica costosa, basata sull'emissione di
vibrazioni al suolo e sulla registrazione (per mezzo di strumenti
chiamati geofoni) delle riflessioni e delle rifrazioni delle vibrazioni
nel sottosuolo. «In questo modo - ha osservato l'esperto - si é ottenuta
un'immagine della disposizione degli strati nel sottosuolo italiano»,
una sorta di ritratto della crosta terrestre fino a 10-15 chilometri di
profondità. Grazie all'Atlante, ha proseguito Doglioni, «abbiamo a
disposizione informazioni nuove e per la prima volta tutte insieme». É
un vero proprio spaccato geologico dell'Italia, dalle Alpi all'Appennino
meridionale, all'intera fascia costiera: una miniera di informazioni
senza precedenti che permetterà di risolvere aspetti cruciali e che ha
già portato ad alcune scoperte.
Ecco alcuni esempi:
- CAPIRE L'ORIGINE DEI TERREMOTI: le ecografie della crosta profonda
contribuiscono a chiarire l'origine dei terremoti. Permettono infatti di
comprendere meglio la struttura geologica dell'Italia, la sua
formazione, come si é evoluta negli ultimi 300 milioni di anni e come
continua ad evolversi.
- LOCALIZZARE RISORSE: quelli contenuti nell'Atlante, ha osservato
Doglioni, sono «nuovi dati importanti non soltanto per la conoscenza del
rischio sismico, ma per localizzare risorse preziose», dall'acqua a
risorse minerarie come idrocarburi e sorgenti geotermiche.
- PREVEDERE IL RISCHIO GEOCHIMICO: conoscere le caratteristiche del
sottosuolo significa poter prevedere rischi geochimici, come l'emissione
dal suolo di pericolosi gas. Tra questi ultimi l'anidride carbonica (un
fenomeno del genere nel settembre 1999 causò la morte di decine di
mucche nei Colli Albani, nei pressi di Roma) e il radon, notoriamente
cancerogeno.
- ABBASSAMENTO DEL SUOLO A VENEZIA, MA NON SOLO: il fenomeno é evidente
a Venezia, dove il terreno si abbassa ogni anno di un millimetro (vale a
dire 10 centimetri in un secolo), ma esiste in molte città della pianura
Padana così come nelle città che si affacciano sulla costa adriatica,
tanto che a Ravenna l'abbassamento é pari a quello registrato a Venezia.
A Bologna é ancora maggiore e raggiunge i 20 centimetri in un secolo a
causa del depauperamento delle falde acquifere dovuto all'azione
dell'uomo. La causa, come mostra l'Atlante, é nella discesa della costa
Adriatica al di sotto dell'Appennino.
- UNA FAGLIA SCONOSCIUTA: l'Atlante ha permesso di scoprire una nuova
faglia che attraversa l'Appennino centro-settentrionale e che il geologo
Giampaolo Pialli, ora scomparso, ha messo in relazione con il terremoto
che colpì Umbria e Marche nel 1997. In corrispondenza della faglia si
trovano infatti gli ipocentri dello sciame sismico che ha colpito Umbria
e Marche nel 1997-1998.
(Fonte Ansa)
http://www.vglobale.it/NewsRoom/index.php?News=734