La placca
continentale africana sta lentamente spaccandosi in due, e nuovi dati
raccolti dai ricercatori britannici suggeriscono che la roccia fusa
proveniente dall'interno della Terra stia contribuendo alla formazione
della fenditura. Il loro studio, che aiuta a spiegare come i continenti
si dividono, è stato pubblicato sulla rivista "Nature".
L'Etiopia si trova proprio sul confine dove la zolla tettonica viene
divisa in due e dove, in un periodo di tempo dell'arco di diversi
milioni di anni, si sta formando un nuovo bacino oceanico. Ma, da solo,
il movimento delle placche sulla superficie terrestre non sarebbe dotato
di abbastanza forza per causare la spaccatura osservata. Le misurazioni
delle onde sub-superficiali e le informazioni geologiche mostrano che la
roccia fusa - il magma - che risale attraverso gli strati esterni della
Terra sta riducendo la resistenza della zolla, facilitandone la rottura.
Durante un esperimento durato 16 mesi, il geofisico Michael Kendall
dell'Università
di Leeds e colleghi della
Royal Holloway, l'Università di Londra nel Surrey, hanno studiato la
propagazione delle onde sismiche attraverso il mantello superiore
terrestre. Quando le onde colpiscono materiali differenti, le loro
proprietà cambiano. Gli schemi registrati in Etiopia indicano la
presenza di sottili strati di roccia fusa che risalgono verso la
superficie.
"Si tratta del più grande esperimento di questo tipo mai effettuato in
Africa, - commenta Kendall - e fornisce risposte a molte questioni sulle
zolle tettoniche e su come si dividono per formare nuovi bacini
oceanici". In passato, alcuni scienziati avevano ipotizzato che il magma
svolgesse un ruolo significativo nell'indebolimento delle placche
continentali, ma questa è la prima dimostrazione proveniente da una
rift zone attiva.