Un crop circle di plastica per parlare agli alieni

Di Margherita Campaniolo e Roberto Malini

 

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L'arte dei crop circles, pur nella magnificenza delle opere prodotte, è un’arte quanto mai effimera, legata all’inclemenza delle condizioni atmosferiche che possono deturparne i "contorni" in pochi minuti, all'assalto dei curiosi irrispettosi e dei cacciatori di reperti da analizzare o da portare a casa come souvenir, alla tendenza naturale delle piante di risollevarsi (l'orzo il più veloce a farlo) al momento del raccolto, alla furia iconoclasta che a volte si impadronisce degli agricoltori cui accade di scoprire sul proprio terreno una formazione tanto appariscente quanto indesiderata... Un'arte usa e getta nell'era del consumo immediato (cosa è durevole al giorno d'oggi?). Che dire poi della stagione in cui i cerchi nel grano compaiono in maggior numero, la stagione solitamente deputata alle tanto sospirate vacanze? Sempre troppo brevi, con tanti progetti da realizzare, amicizie da godersi, relax da recuperare e voglia di scoprire e riscoprire inestimabili vestigia e tesori di cultura nelle città d’arte! Allora... vuoi perché ci si riunisce spesso attorno al desco in tanti e perché i lavori domestici tutto sono tranne che divertenti e rilassanti, un grido si leva da parte di molti durante le ferie assolate ed effimere: "Stoviglie rigorosamente in plastica, usa e getta!"

Volete che i cerchi nel grano non si adeguassero?

E' di pochi giorni l'apparizione di una “formazione” decisamente particolare, che attraverso una lettura in chiave critico-artistica  potremmo avvicinare all’arte concettuale di J. Kosuth, del gruppo inglese di Art and Language, di W. De Maria, D. Oppenheim, M. Boyle ecc. Si tratta di una sottile lastra rettangolare di plastica nera “Visqueen”, lunga 25 metri, su cui appare un messaggio scritto con vernice bianca in codice binario (ovvero con le cifre 0 e 1). La lastra è stata posizionata in un campo in località Harest

on Down, vicino a West Kennett, nel Wiltshire. Il fotografo aereo Busty Taylor si è incaricato di immortalare l’opera.  

L’autore dell’esperimento è un personaggio molto noto nell’ambiente ufologico inglese: Jon-Eric Beckjord, ricercatore nei campi dell’ufologia e del paranormale, autore di numerosi articoli, owner del sito http://www.beckjord.com/ e di un’importante mailing list dedicata ai crop circles. Studioso del fenomeno dei cerchi nel grano da oltre 12 anni, Beckjord è il più irriducibile dei “believer”: per lui i cereogrammi sono al 70% opera di intelligenze aliene, i cui messaggi ci inviterebbero in alcuni casi a migliorare la nostra società e si prenderebbero gioco di noi in altri. Nonostante queste sue convinzioni, Jon-Eric è una persona simpatica con cui intratteniamo rapporti amichevoli e sinergici.

Il suo recente esperimento si inserisce di diritto nella performance dei crop circles avviata dagli artisti Bower e Chorley nel 1978, anche se Beckjord non ne è consapevole. L’operazione culturale (visionaria? artistica?) definita Beckjord's Binary Formation o Binary Visqueen Message è consistita nel mettere in relazione –agendo sul paesaggio rurale del Wiltshire- il mondo dei crop circles e ipotetici Circlemakers non umani (le NHEs, “Non Human Entities”).

Certo appare un controsenso parlare di plastica come di qualcosa d’effimero, materiale tutt’altro che deperibile e questa di cui stiamo parlando potrebbe essere la sola formazione che non avrebbe motivi di temere né il tempo né i visitatori né le trasformazioni organiche e nemmeno il passaggio di una mietitrebbia, ma forse, analizzando bene i fatti, l’evento, riportato con una certa enfasi da International Crop Circle Database tanto da guadagnarsi un posto di diritto nella loro importante e seguita casistica dei crop circle per l’anno 2003, lo cancelleremmo facilmente, segnalandolo sì come evento “originale”, d’indiscussa attinenza con i cerchi nel grano, ma che appare improponibile rispetto ai meravigliosi agroglifi rilevati durante la bella stagione nel Wiltshire, nell’Hampshire e in altre fortunate contee del regno Unito. Improponibile anche sotto l’aspetto semantico: se vogliamo comunicare con i Circlemakers –chiunque essi siano- dobbiamo “parlare” loro cercando di avvicinarci al linguaggio dei cerchi nel grano. E-mail risponde a e-mail; lettera a lettera; cenno a cenno; segnale di fumo a segnale di fumo; agroglifo ad agroglifo. Ecco perché, nell’ottica dei “believer”, alle NHE’s dovrebbe essere rivolto un messaggio SIMBOLICO, realizzato con la tecnica dedl PLANK WALKING in un campo di CEREALI. Per esempio, la sagoma di un GRIGIO nell’atto di dare la mano a un ESSERE UMANO (siamo amici?). Una sorta di Arecibo Reply al contrario, in cui noi umani prenderemmo l’iniziativa. Nei propositi di Jon-Eric, il messaggio in codice binario avrebbe divuto significare: “WHAT DO YOU WANT FROM US?" (Che cosa volete da noi?). Secondo Beckjord, le NHEs avrebbero prontamente risposto attraverso il cereogramma rilevato il 4 agosto 2003 in località Adam’s Grave e più precisamente a Walkers Hill, vicino ad Alton Barnes, Wiltshire (foto su http://www.cropcircleconnector.com/2003/walkershill/walkershill2003a.html ). Si tratta di uno splendido cerchio nel grano raffigurante un volo di rondini. Il significato della risposta andrebbe interpretato –a opinione di Jon-Eric- così: “Vogliamo che siate liberi” o “Vogliamo che impariatea volare”. Un po’ generico e decisamente banale. “Ma loro a volte si comportano come bambini,” li giustifica l’autore dell’esperimento.

Lo studioso Tom Sutter (che concorda con noi riguardo all’idea di associare a un eventualemessaggio in codice un’icona facilmente riconoscibile), ha tuttavia rilevato alcuni elementi errati nel codice di Beckjord. Così il messaggio sarebbe diventato: “WHAT DO YOU WANT FROM USA?" (Che cosa volete dagli U.S.A.?). L’autore non si scompone: “Meglio ancora,” dice, “perché allora la risposta potrebbe significare: ‘Vogliamo che gli U.S.A. volino via dall’Iraq’”.  Ma, sempre secondo Sutter, anche “WANT” sarebbe diventato, a causa  di un errore nel codice, “WALT”. Così qualcuno ha pensato a Walt Disney, deducendo che gli alieni desiderassero volare a DISNEYLAND! Ma cresceranno mai, quei monelli dello spazio, incarnazioni ipertecnologiche di PETER PAN?! Se per gioco proviamo a formulare domande a caso, riguardanti la nostra società, i sentimenti, le ansie per il futuro o le preoccupazioni per il passato, ci accorgeremo che il crop circle delle “rondini” ci offre sempre una risposta soddisfacente e confortante. Anche questo è un miracolo dei cerchi nel grano. Anche questo è un miracolo del credere.

 

 
   

Data: lunedì 25 agosto 2003 10.29

Autore: Margherita Campaniolo e Roberto Malini

 

 

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