ORION Geostar, la spia
che viene dal mare. Si chiama così, infatti, la stazione geomarina situata
aL largo della Sicilia che ha il compito di osservare, analizzare, i vulcani
sottomarini. In particolare, l'Orion deve occuparsi del vulcano Marsili, una
montagna di fuoco sottomarina più grande dell'Etna che risulta ancora
geologicamente attiva.
«Il progetto Orion Geostar 3 - dichiara Paolo Favali, direttore del
progetto, gestito dall'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia - è il
terzo, successivo a due precedenti, tutti finanziati dall'Ue nell'ambito del
quarto e quinto programma quadro. L'Orion rimarrà sul fondo del mare almeno
fino a giugno. Abbiamo calcolato un'alimentazione energetica sufficiente per
almeno 6 mesi, quindi non è prevista una manutenzione sottomarina. Le nostre
attrezzature sono calibrate per resistere ad una pressione circa 330 volte
superiore a quella sopportabile dall'uomo, e sono anche trattate per
combattere gli inevitabili danni della corrosione». Ma che cos'è il vulcano
Marsili, obiettivo delle analisi dell'Orion? È più grande dell'Etna: misura
circa 70 km per 30 ed è alto 3.000 metri. È un vulcano giovane, la cui lava
risale a 100.000 anni fa, niente in confronto ad intere ere geologiche. Il
Marsili è stato scoperto negli anni '90 sul fondo del Tirreno meridionale
dall'Istituto di scienze marine - Ismar - di Bologna, facente capo al Cnr.
Secondo gli studiosi dell'Ismar, l'attività vulcanica recente risulta anche
nella circolazione di fluidi ad alta temperatura all'interno della crosta
del monte. Aree in cui questi fluidi vengono emessi sul fondo marino, sono
state identificate nei vulcani sottomarini e nella porzione sommersa
dell'edificio vulcanico di Panarea. Inoltre, sono stati evidenziati sistemi
di drenaggio sottomarino, attraverso i quali i sedimenti vengono trasferiti
dalle aree costiere agli abissi centrali del Mar Tirreno.
I più importanti assi di questo sistema di drenaggio sono il canyon di
Stromboli e la Valle della Sardegna. Sono veri e propri canyon del mare,
larghi fino a 4 km e profondi centinaia di metri, che solcano i fondali del
Tirreno per circa 250 km. Addirittura, là dove i canyon attraversano aree a
pendio elevato, formano cascate del tutto simili a quelle che si trovano
sulla superficie terrestre.
«Ma non c'è pericolo di maremoti - dichiara Enzo Boschi, presidente dell'Ingv
- il Marsili è attivo geologicamente, ma non è pericoloso». Esistono anche
altri due vulcani sommersi che «verranno studiati successivamente», «il
Vassilov ed il Magnaghi». Entrambi risalgono a circa 5-7 milioni di anni fa
e presentano un'altezza media di 3.000 metri. Sono situati a metà strada tra
la Sardegna e il Lazio.
Il Tempo.it
gennaio 2004 |