Contro il neo-antropocentrismo accademico
"Ci volle meno di un'ora per fabbricare gli atomi, occorsero alcune
centinaia di milioni di anni per fare le stelle ed i pianeti, ma tre
miliardi di anni per fare l'uomo!" George Gamow (fisico statunitense).
Fino a pochi anni fa la stragrande maggioranza degli scienziati era
orientata verso la teoria che la Terra non fosse l'unica "micro-porzione" di
universo dove si e' sviluppata la vita. Peter D.Ward e Donald Brownlee
(docenti dell'Univesita' di Washington), in "Rare Earth" edito dalla
Copernicus Books, vogliono ora dimostrare che invece l'evoluzione di forme
di vita complessa e' un fenomeno puramente ed esclusivamente peculiare del
nostro pianeta "La terra e' unica" dicono "perche' la vita complessa non e'
comune nell'universo". Secondo gli autori il fatto che l'universo "brulichi
di vita" non presuppone infatti che tali organismi abbiano subito
un'evoluzione atta a forgiare organismi complessi; il che e' gia' un
controsenso se diamo uno sguardo alla teoria del calcolo delle probabilita'.
L'uscita di "Rare Earth" ha rinvigorito l'antropocentrismo scettico e
determinista degli ambienti accademici più dogmatici e conservatori. Ma
quanto tale approccio risulta in effetti fondato? Ward e Brownlee ammettono
che la vita si e' sviluppata molto in fretta sulla Terra, partendo da
organismi elementari che poi hanno portato all'uomo, e dichiarano che tali
condizioni "primordiali" (organismi elementari) possano essersi sviluppate
in altri pianeti, ma insistono nell'affermare che l'evoluzione degli
organismi terrestri che hanno portato poi alla nascita di piante e animali
e' il risultato di "una particolarissima se non unica sequenza di eventi";
ma non spiegano alcuni eventi che hanno interessato la storia
dell'evoluzione della specie umana sulla Terra, e che ci fanno trovare di
fronte a dei buchi , veri e propri anelli mancanti della catena evolutiva
umana, che farebbero pensare piuttosto ad un'interferenza esterna alla
Terra. Vediamo di analizzare alcuni di questi fattori che hanno permesso
alla Terra di vedere uno sviluppo evolutivo cosi' rapido e complesso e
cerchiamo di capire se cio' e' un fattore peculiare del solo pianeta Terra,
in modo da valutare e giustificare l'attendibilita' di questo
neo-antropocentrismo scaturente dal semplice fatto che la Terra e' l'unico
corpo celeste sul quale sia inequivocabilmente accertata la presenza di
vita. - Uno dei fattori che rende unica la Terra (secondo Peter D.Ward e
Donald Brownlee) e' la presenza di una Tettonica a Placche che consente una
regolazione delle temperature del pianeta e allo stesso tempo fornisce
abbastanza terraferma. "La Terra e' l'unica a vantare la presenza di queste
placche tettoniche in tutto il Sistema Solare". Non siamo completamente
d'accordo con questa teoria. Considerando un altro carattere di esclusività,
ne nostro Sistema Solare la Terra e' allora anche l'unica ad avere acqua
allo stato liquido. Come punto di riferimento si dovrebbero quindi allargare
i confini della ricerca estendendoli al di fuori del Sistema Solare. -
Giove, continuano i due docenti, segue un'orbita abbastanza distante dalla
Terra e non permette a nessun corpo celeste, dei tanti che fluttuano intorno
al Sistema Solare, di cadere su quest'ultima deviandone il cammino grazie
anche alla sua grandezza. In poche parole, se Giove possedesse un'orbita
diversa da quella attuale, i corpi celesti (che attualmente vengono deviati
in una traiettoria lontana dalla Terra) potrebbero pericolosamente
avvicinarsi al nostro pianeta con la conseguente causa di frequenti impatti
e quindi l'estinzione di ogni forma di vita vegetale ed animale. La presenza
del pianeta Giove e' stata determinante per il nostro sviluppo e la nostra
evoluzione, senza dubbio. Teniamo a precisare che, da quando c'e' stato
l'avvento dei computers e di Internet, l'informazione viaggia in modo piu'
veloce e, cosa piu' importante, non vi sono censure (come quelle presenti in
TV o nella carta stampata) e vengono veicolate molte piu' notizie con
espressioni di pensiero estremamente diverse fra loro. In questi ultimi tre
anni abbiamo però visto molti asteroidi sfiorare pericolosamente la Terra
senza che Giove - o altri fattori - ne abbiano potuto deviare il cammino;
solo la casualita' ha voluto che non avvenisse l'irreparabile e temuto
"Armageddon"! -Ultimo, ma non in ordine di importanza, va considerato quanto
detto sul fattore "posizione" all'interno della Galassia. Ward e Brownlee
sottolineano come la nostra amata Terra sia posizionata in modo "strategico"
all'interno della Galassia, ne troppo vicina alle intense radiazioni emesse
dalla parte centrale di essa ne troppo distante da creare una carenza dei
processi chimici che consentono alla vita di proliferare. La Galassia stessa
si trova in una felice posizione non essendo confinata all'interno di un
raggruppamento globulare, in un quadrante povero di metalli, ma si trova nel
posto maggiormente idoneo allo sviluppo di organismi complessi. Chi ci dice
che non vi siano sistemi stellari con le stesse caratteristiche del nostro
benamato Sistema Solare? Facciamo un calcolo delle probabilita': una
galassia conta circa cento miliardi di stelle, se contiamo quante galassie
ci sono in un cubo di, diciamo, un cento milioni di anni luce per lato (del
cubo) constatiamo che ne troviamo presenti circa un migliaio. A questo punto
sorge una domanda: e' possibile trovare, in mezzo a questo pullulare di
corpi celesti, un sistema stellare simile al nostro oppure la Terra e' un'
eccezione? Ma cos'e' un'eccezione? "SS 433 " e' uno straordinario oggetto,
che all'epoca della scoperta sembrava essere, extragalattico dotato delle
caratteristiche specifiche dei quasar. In seguito si scopri' che si trattava
di un componente anomalo della nostra Galassia, "talmente anomalo da doverlo
considerare unico nel suo genere"(un'eccezione!); qualche tempo dopo venne
scoperto "AR Aquarii " che risulto' altrettanto straordinario e venti volte
piu' vicino a noi rispetto al primo. Quello che si considera "eccezione"
oggi, puo' dunque essere benissimo la regola di domani! Sappiamo benissimo
che evoluzione vuol dire diversita' , e che la diversita' accelera l'evoluzione . Perche' le specie viventi si evolvono? L'evoluzione e' resa
possibile dal fatto che abbiamo a disposizione un vasto patrimonio genetico
in continuo rinnovamento grazie a delle mutazioni casuali. Se la casualita'
porta ad una mutazione non congeniale, il gene portatore (e quindi
l'esemplare) viene eliminato per selezione naturale, ritentando con un nuovo
fattore mutante. Il fattore climatico/ambientale risulta di estrema
importanza, e infatti, al variare di esso si puo' assistere alla sparizione
di un diverso numero di specie a vantaggio di altre. Il fatto di avere un
numero considerevolmente diverso di specie, nello stesso territorio,
garantira' la continuazione della vita nello stesso: "La monocoltura e'
aborrita dalla natura come la piu' grande minaccia per la sua
sopravvivenza". Peter D.Ward e Donald Brownlee passano al setaccio diverse
discipline, tra le quali geologia, paleontologia e astrofisica, allo scopo
di provare che la vita animale non possa essersi sviluppata al di fuori del
pianeta Terra. Da quanto sopra esposto risulta evidente che tale tesi lascia
molto a desiderare, in quanto, e' inaccettabile pensare che in pianeti
extraterrestri si siano sviluppate ed esistano "monocolture " di organismi
non complessi. Se tali organismisemplici sono esistiti, o hanno subito
l'inevitabile processo che li ha portati a salire i gradini della scala
evolutiva, oppure, si sono presto estinti ubbidendo alle leggi universali
sopra descritte e riguardanti il biotopo ospitante. Evidentemente, il
problema si pone solo se consideriamo come standard universale i meccanismi
vitali e di evoluzione terrestre. Nessuno puo' però affermare che la Terra
rappresenti il "biotopo perfetto", e non possiamo quindi scartare l'ipotesi
che in qualche regione dell'universo esista un biotopo che - partendo dagli
standard universali da noi conosciuti - ubbidisca a delle leggi evolutive
differenti e maggiormente propizie per ospitare la vita! In effetti, "quando
è necessario un salto per superare l'ostacolo, camminare non serve a
nulla...".
Fonte: Ufo Notiziario N° 39 - Dicembre 2002
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