Home - Home Astronomia - Archivio Astronomia

 
 

Nibiru

Il più fantasma dei pianeti della mente?

 
 
 

di

Margherita Campaniolo

 
 
 

Secondo gli studi e le interpretazioni della lingua cuneiforme ad opera di  Zecharia Sitchin, linguista e storico russo, l’antico popolo sumero definisce col nome di Nibiru un pianeta, il  “Pianeta dell'incrocio”. Da questo pianeta provengono gli Anunnaki,Coloro che dal Cielo caddero sulla Terra”, una stirpe di giganti super-evoluti, di dei corrispondenti ai Nefilim biblici che, atterrati sulla terra, danno vita al genere umano attuale. I luoghi scelti per la colonizzazione sono la Valle del Nilo, la Valle dell'Indo e la Mesopotamia ad opera di una spedizione capeggiata da Enlil, nome che ricorre spesso nella mitologia dei Sumeri.

 

Zecharia Sitchin, cresciuto in Palestina, acquisisce qui una completa padronanza della lingua ebraica antica e moderna, studia in modo approfondito le lingue semitiche ed europee, l'Antico Testamento, e la storia e l'archeologia del Medio Oriente. Nel suo libro “The Twelfth Planet”, sempre basandosi sui antichi testi Sumeri, fornisce dati piuttosto precisi sulle caratteristiche di Nibiru e ritiene probante, al fine di definire “strabilianti” le conoscenze astronomiche sumere, l’analisi di un reperto conservato nel Museo di Stato di Berlino, un'incisione su un sigillo cilindrico accadico risalente al 2400 a.C.

 

 

Il sigillo, a detta di Sitchin, altro non è che una raffigurazione del Sistema Solare che vede la nostra stella circondata dai pianeti da noi oggi conosciuti, nella giusta successione e dimensione, più Tiamat e il misterioso Nibiru. Tiamat, per i Sumeri, è un pianeta anticamente posto tra Marte e Giove. Già molto prima dell’arrivo degli Anunnaki,  Nibiru si è trovato periodicamente in posizione a noi prossima. In uno di questi passaggi viene ad impattare con Tiamat; quest’ultimo si frantuma in più parti, una parte diviene la cintura degli asteroidi mentre, la restante parte di Tiamat con il suo satellite Kingu (la Luna), viene scagliata verso un'orbita più vicina al Sole e genera all'attuale sistema Terra-Luna.

 

Da testi sumeri:

“Dio Nibiru:

è colui che senza fatica

continua l’attraversamento nel mezzo di Tiamat

sia Attraversamento il suo nome

colui che occupa il mezzo”

“Il grande pianeta:

in apparenza, rosso scuro

il paradiso a metà divide

il suo nome è Nibiru”

 

I Sumeri, nel sigillo di Berlino, illustrano e dimostrano perciò di conoscere il nostro sistema planetario all’interno del quale includono il misterioso Nibiru, un sistema che contiene tutti i nove pianeti oggi conosciuti, il Sole e la Luna. Nibiru viene perciò ad essere il decimo pianeta o dodicesimo se si conta, come fanno i Sumeri, anche il Sole e il nostro satellite. Nibiru, a causa di un’orbita molto ellittica ed esterna, ha la caratteristica di tornare puntualmente nelle vicinanze della Terra ogni 3600 anni circa, numero più volte citato nei testi sumeri.

 

Va ricordato che i pianeti più lontani vengono da noi scoperti solo negli ultimi tre secoli: Urano nel 1781 da William Herschel, Nettuno nel 1846 da Johann Gotfried Galle e Heinrich Ludwig d'Arrest e Plutone nel 1930 da Clyde Tombaugh. Questi tre pianeti sono presenti sul sigillo cilindrico dei Sumeri e rappresentati nei loro scritti con una certa precisione. Urano è chiamato Kakkab Schanamma (cioè il pianeta-gemello, in quanto gemello di Nettuno), Nettuno è detto Hum.ba, che vuol dire "pianeta dalla vegetazione di palude", o En.ti.masch.sig che significa "pianeta dalla luminosa vita verde". Le antiche descrizioni sono di fatto coerenti con le immagini inviate sulla Terra dalla sonda spaziale Voyager 2 che mostrano sia Urano che Nettuno, il suo "gemello", dalla colorazione verde-azzurra. Ciò è dovuto alla composizione dei due pianeti caratterizzati da un corpo solido circondato il primo da idrogeno e ammoniaca, il secondo da una spessa coltre di metano.        

L’ultimo passaggio di Nibiru, narrato al tempo dei Sumeri, è ricordato come causa di sconvolgimenti climatici incredibili e, forse per questo, molte testimonianze del periodo associano Nibiru a qualcosa di oscuro e pericoloso.

 

Alcuni studiosi ritengono che gli anni intorno al 1600 a.C. sono un periodo di grandi cataclismi. A modificare gli eventi interviene una catastrofe ricordata in tutte le mitologie del mondo come il Diluvio Universale. Sitchin ipotizza che la causa di quest'evento è da imputare ad uno dei passaggi di Niburu che, sciogliendo le calotte polari, genera un'ondata che sommerge interi paesi. Tutto viene distrutto.

Anche i babilonesi riportano descrizioni di un pianeta da loro chiamato Marduk curiosamente simile a Nibiru. Il testo epico babilonese afferma chiaramente che Marduk è un invasore proveniente dall’esterno del sistema solare che arriva da regioni sconosciute dei cieli, dalle profondità dell’universo.

Nell’ultima riga del testo K.3558, tradotto da Charles Virolleaud, sono descritti i membri del gruppo Mulmul, i componenti del nostro sistema solare:

 

“Il numero dei suoi corpi celesti è dodici.

Dodici sono le stazione dei suoi corpi celesti.

Il totale dei mesi della Luna è dodici”.

 

 

E Nella Tavola TE, alla riga 20:

“In totale 12 membri a cui appartengono il Sole e la Luna,

e dove orbitano i pianeti”.

 

 

Alcuni studiosi definiscono le ipotesi di Zecharia Sitchin errate interpretazioni dei testi sumeri; le sue teorie risultano non facilmente confutabili in quanto sono ben pochi i ricercatori in grado di poter affermare con sicurezza di saper decifrare la scrittura cuneiforme come il Sitchin. Nei testi sumeri che ci descrivono Niburu essi ravvisano le rappresentazioni fantastiche e mitologiche di Dei e divinità ed inoltre, altri ricercatori, in particolare astronomi, non ritengono probanti le interpretazioni planetarie del sigillo di Berlino. Da un’attenta analisi astronomica del sigillo, definito da Sitchin la mappa del nostro sistema solare, questo non sembra corrispondere alla realtà né per posizione dei corpi celesti né per ampiezza delle orbite.

Chi considera esatte le teorie di  Zecharia Sitchin afferma invece che, come i Sumeri  sanno di Urano, Nettuno e Plutone, dicono parimenti il vero su Nibiru, è reale il calcolo secondo cui il “pianeta dell'incrocio” ritorna ad avvicinarsi ogni 3.600 anni e vera è l’esistenza degli Anunnaki, un popolo che nel passato ci ha civilizzato.

Per essi, in ultima analisi, noi non siamo né i soli esseri del nostro sistema solare né certamente il popolo più progredito

 
 
  Hit Counter  
     
 

Data: Luglio 2004

Autore: Margherita Campaniolo

 

 

 
 

 
 

Tutto il materiale di questa pagina è © di Margherita Campaniolo

 Vietata la riproduzione senza autorizzazione della stessa