Montegranaro – Un caso importante nella storia dei crop circles
Il tutto in un unico campo di grano
Di
Margherita Campaniolo
In questa calda, calda estate italiana, più di una decina, fino ad ora, le segnalazioni di apparizioni di agroglifi che, un po’ ovunque, hanno punteggiato le campagne della nostra penisola, isole comprese: dalla Sardegna al Nord Est, dalle Marche al Lazio, al Piemonte alla Toscana; specie il mese di giugno è stato tutto un rincorrersi di rinvenimenti, sopralluoghi, report, ipotesi…
C’è chi parla di segni divini, chi di messaggi alieni, chi di sperimentazione di nuove e misteriose armi, chi di una emergente forma di espressione artistica legata alla terra e chi di semplici burle. Tutti, in ogni caso, non possono fare a meno di citare la terra principe di fenomeni analoghi, l’Inghilterra, che ormai da molti lustri è protagonista del comparire di queste immagini, detti crop circles che, a ben guardare, presentano in quei luoghi un impatto visivo più spettacolare che in altre nazioni, vuoi per simbologia, perfezione, ricercatezza e complessità delle immagini prodotte.
Quali i motivi di tale "abisso"? Eppure questa semplice domanda, quasi elementare, che riporterebbe immediata alla mente una risposta altrettanto scontata, "Questione di pratica", non è abbastanza per definire meglio, ed una volta per tutte, l’origine di queste figure; esistono aspetti e caratteristiche che non sono assolutamente legati alla complessità né alla bellezza del simbolo prodotto e sono certe "anomalie" riscontrate nelle piante interessate dai cerchi nel grano, anomalie presenti in bellissimi e complessi agroglifi come in formazioni imperfette, mal eseguite e in crop circles che non hanno alcun tratto artistico e che potremmo assimilare a fenomeni di natura atmosferica.
L’unica cosa che tali formazioni hanno in comune è la presenza di piante allettate (prostrate, piegate al suolo).
Non è mio intento, con questo articolo, riprendere l’argomento anomalie, cosa che per altro ho già lungamente fatto in altri momenti, ma fermare l’attenzione su una delle stranezze italiane, targata estate 2003; questa non ha assolutamente le caratteristiche di un crop circle (ed infatti non è presente nella casistica italiana dei crop di quest’anno e non presenta nessuna delle "anomalie") ma mostra agli occhi di tutti, in modo quasi sfacciato, ciò che spesso nel campo dei crop circles è celato allo sguardo ed, in quanto tale, assume un aspetto apportatore di "mistero": mi riferisco al caso di Montegranaro.
Tra le prime testate a scriverne fu il Corriere Adriatico: in data 3 giugno, un articolo a firma Stefania Ceteroni, annunciava come in un terreno in zona Cura Mostrapiedi, al confine tra il territorio di Montegranaro e Sant'Elpidio a Mare, si fosse venuto a formare un triangolo di spighe di differente colorazione rispetto al resto del frumento presente nel campo.
Il giorno prima avevo già ricevuto la medesima segnalazione da Roberto Malini (come ben sapete mio amico nonché responsabile di siti quali Ufoitalia.net e Myufos per i quali collaboro). A lungo parlammo di una foto inviatagli da un utente del gruppo Ufoitalia, scattata da un telefono cellulare e che riprendeva proprio il campo di Montegranaro; l’utente indicava l’immagine come "crop circle" ma Roberto ed io ci rendemmo immediatamente conto che di crop non si trattava.
L’utente poi, dopo un ulteriore sopralluogo, ci inviava le fotografie di ciò che era alla base del fenomeno e cioè la presenza di varietà differenti di grano fuori e dentro il triangolo così come bene è stato detto da tutti gli organi d’informazione; semina di varietà diverse di frumento su un unico campo che produce un effetto molto, molto gradevole.
Il proprietario del campo assicura di non aver creato intenzionalmente il disegno (pur ricordando perfettamente di aver seminato due tipi di grano) e di vedere in ciò un segno di benevolenza divina.
Certo, a prestar fede al coltivatore, dobbiamo ammettere che "il caso" può essere assai bizzarro (!) ma ciò che trovo di veramente interessante in questo evento è altro, qualcosa che va al di là del segno triangolare "dipinto" dalle stesse piante.
Proviamo ad immaginare, per un attimo, cosa sarebbe accaduto se si fosse trattato di un vero e proprio crop circle e se invece di grano con un’arista di colorazione differente (Sottile filameno di lunghezza variabile sito in corrispondenza della parte apicale del glume delle graminacee) avessimo avuto altre varietà di grano che, se pur differenti, non presentassero diversità così immediatamente riscontrabili... cosa sarebbe accaduto? Sarebbe accaduto che un serio studioso di cerchi nel grano, recandosi sul posto, avrebbe effettuato le necessarie campionature di grano all’interno come all’esterno del crop, magari avrebbe poi effettuato dei test di germinazione e, non incorrendo neanche in errori valutativi, si sarebbe magari accorto che il grano reagiva con tempi di sviluppo diversificato, resistenza alle sollecitazioni esterne ed agli stress in misura diversa ecc….. pensando di trovarsi di fronte a grano che ha subito una mutazione genetica e senza avere mai il dubbio che la diversità genetica fosse inevitabile ed insita alle varietà, già in partenza, differenti di grano; eppure ad occhio nudo tutto appariva identico o quasi.
Fare miscugli di varietà nella semina delle graminacee è una pratica spesso in uso in agricoltura e in un numero x di metri quadrati di terreno coltivato possiamo imbatterci in piante geneticamente differenti; queste, se venissero a trovarsi all’interno di un crop circle, potrebbero costituire per noi un rebus che rebus non è!
A seguito del caso di Montegranaro ho fatto una passeggiata in un mio campo coltivato a grano ed ho cercato di individuare se ci fossero varietà diverse riuscendo a trovare punti dove erano finiti semi di frumento con ariste scure come quelle del triangolo di cui stiamo parlando ma con colsi niente altro, tutto il restante grano era per me lo stesso; poi, parlandone col mio fattore, egli mi disse come in realtà di varietà egli ne avesse seminate tre e ritornando sul campo con lui mi fece notare quali fossero…..in due di queste non avrei mai, assolutamente mai notato delle differenze se non che, guardandole molto attentamente e sotto la guida di chi il frumento lo conosce benissimo, una delle due presentava una parte fruttifera leggermente più lunga , una presenza in qualche caso di poliembrionia, un fusto millimetricamente più vigoroso: normali "anomalie" di un semplice patrimonio genetico differente ed il tutto in un unico campo di grano.
Si, Montegranaro non è un caso di crop circle ma va ricordato, eccome se va ricordato!
Margherita Campaniolo
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