CLIMA: MONTREAL SI' ACCORDO, PARTE IL KYOTO-2 |
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Accordo storico al summit sul clima di Montreal. La lotta all'effetto
serra incassa una vittoria doppia e si lancia in una sfida senza tempo.
Da una parte il via libera al piano operativo del Protocollo di Kyoto,
con un impegno di oltre 7 milioni di euro, 3,6 solo da parte dell'Unione
Europea, dall'altra l'ok di portata planetaria per cominciare a
lavorare, già dal prossimo maggio, a un piano d'azione per il post-Kyoto
con l'obiettivo di scongiurare il rischio di un black-out alla scadenza
degli impegni previsti dal Trattato salva-clima, cioe dopo il 2012.
Queste le conclusioni dell'11/a Conferenza sui cambiamenti climatici che
si è svolta a Montreal, in Canada, dal 28 novembre al 9 dicembre. Una
trattativa che ha avuto il suo culmine negli ultimi tre giorni con la 36
ore dedicata al confronto di oltre 100 ministri. "L'accordo c'é stato -
ha detto il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli - il protocollo di
Kyoto deve andare avanti, dobbiamo raggiungere gli obiettivi ma dobbiamo
anche mettere in condizioni le nostre imprese di essere competitive con
le imprese di tutto il mondo. Non potevo tornare a casa - ha aggiunto
Matteoli - dicendo alle imprese che noi rispettiamo Kyoto e gli altri
no". E martedì Matteoli ha annunciato una riunione per formare un
Comitato per la gestione del mercato delle quote di emissione dei
gas-serra. A Montreal da registrare anche la novità dell'apertura degli
gli Stati Uniti che hanno optato per uno sforzo di "buona volontà"
decidendo di non fare opposizione pur continuando a difendere la linea
delle "scelte volontarie". Ago della bilancia la Cina , il secondo
maggior produttore di gas serra dopo gli Usa, molto corteggiata
dall'amministrazione Bush e dall'Ue, che ha scelto di incamminarsi sulla
strada della pianificazione di una strategia globale post-2012 puntando
ad ottenere congrue risorse per il trasferimento di tecnologie. Nel
rilancio del dialogo anche India e Paesi in Via di Sviluppo. Al summit
anche un ospite eccellente: Bill Clinton che, giunto per la giornata
conclusiva dei lavori, è riuscito anche a far cambiare il nome della
sala dove si svolgevano gli incontri da Plenaria a sala dei 520. E cosi
ha potuto parlare pur non essendo un rappresentante di Stato. Secondo
Clinton non si capisce perché si debba fare una guerra preventiva al
terrorismo e non una ai cambiamenti climatici, il più grave problema che
si pone di fronte all'umanità. Clinton ha detto no all'affossamento di
Kyoto dichiarandosi a favore dei meccanismi del mercato delle quote di
emissione, grande opportunità economica. L'accordo votato all'unanimità
"ragiona comunque - tiene a sottolineare il presidente di Legambiente,
Roberto Della Seta, - nel quadro di Kyoto. Un documento unico che
significa che i Paesi che aderiscono al Trattato continuano e gettano le
basi per il futuro". Secondo gli ambientalisti "Montreal - hanno detto
congiuntamente Della Seta e la reponsabile progetti internazionali del
Wwf, Maria Grazia Midulla - è finito bene. Il protocollo di Kyoto andrà
avanti anche dopo il 2012 con ulteriori obiettivi di riduzione delle
emissioni". "Gli Usa, principali produttori di gas serra - hanno
proseguito Midulla e Della Seta - non hanno preso impegni vincolanti per
tagliare le emissioni ma per la prima volta si sono detti disponibili a
ragionare sul futuro e a svolgere un ruolo più attivo per frenare il
riscaldamento del pianeta". Grida al successo anche il rappresentante
Onu, Richard Kinley: "Questa è stata una delle più produttive Conferenze
sui Cambiamenti climatici. Sono state poste le basi per le azioni
future", ha detto. In tutto 40 le decisioni adottate che vanno a
rafforzare la lotta all'effetto serra. Sulla stessa linea il presidente
di turno, il ministro canadese all' ambiente, Stephane Dion: "Sono state
prese decisioni chiave- ha detto - è stato innescato il Protocollo di
Kyoto, parte da Montreal la discussione sulle azioni future e i 189
Paesi hanno iniziato a muoversi sul fronte degli adattamenti climatici".
In particolare, con Montreal entra a regime il sistema delle regole
operative del protocollo (accordo di Marrakesh) e vengono adottati i
sistemi di 'compliance system', cioé le regole per il rispetto del
protocollo stesso; di Cdm (Clean Devolepment Mechanism), i progetti nei
paesi in via di Sviluppo che danno la possibilità a chi li fa di
ottenere dei crediti per le emissioni di anidride carbonica;di Joint
Implementation, i progetti nei Paesi delle economie in transizione (ex
Paesi dell'Est). E' stato inoltre dato il via all'iter per inserire lo
stop alla deforestazione come meccanismo 'virtuoso' di limite alle
emissioni di anidride carbonica. Tra le altre iniziative, la creazione
di un fondo da parte dei Paesi industrializzati per 13 milioni di
dollari nel biennio 2006-2007. |
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Data: MONTREAL - 12/12/2005 12:16 Autore: Fonte: (ANSA). Link: |
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